Candelù

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Candelù
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Treviso
Comune Maserada sul Piave
Territorio
Coordinate45°44′10″N 12°22′20″E / 45.736111°N 12.372222°E45.736111; 12.372222 (Candelù)
Altitudine21 m s.l.m.
Abitanti1 300[1]
Altre informazioni
Cod. postale31052
Prefisso0422
Fuso orarioUTC+1
PatronoSanti Filippo e Giacomo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Candelù
Candelù

Candelù è una frazione del comune italiano di Maserada sul Piave, in provincia di Treviso.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Si trova nella parte sudorientale del territorio comunale, non distante dalla riva destra del Piave.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Carlo Agnoletti, il toponimo deriva da callis de luto "strada del pantano", alludendo alle paludi che caratterizzavano un tempo il paesaggio[2][3]. Studi più recenti di Dante Olivieri lo credono un fitotoponimo derivato da canna che, in effetti, in dialetto trevigiano suona càndola[4].

La storia del paese è indissolubilmente legata al Piave e alle sue disastrose piene, alle quali solo nel Settecento la Serenissima riuscì a porre rimedio mediante delle poderose opere di arginatura[3].

Sin dal medioevo ebbe una certa importanza per la presenza di un traghetto che collegava le due sponde, soggetto alla podestà del vescovo di Treviso[3][5]. Nel periodo veneziano fu sede di un porto fluviale legato alla fluitazione del legname che dai boschi dell'entroterra scendeva a Venezia; ne resta un ricordo nel toponimo Prà delle Barche, riferito a una località a ridosso del Piave[3].

Data la posizione lungo il fronte del Piave, durante la Grande guerra il paese fu evacuato e quindi raso al suolo dai combattimenti[3].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale[modifica | modifica wikitesto]

Di antiche origini, fu inizialmente cappella della pieve di Cavriè (1152), passando poi alla pieve di Negrisia (1330)[3]. Le comunicazioni tra la matrice e le sue filiali furono sempre difficoltose a causa dell'instabilità del fiume, che portava le dipendenze delle chiese ora alla sinistra e ora alla destra del suo corso. Sul finire del Quattrocento, dopo un periodo di unione con San Bartolomeo e Saletto di Piave, la chiesa di Candelù fu dichiarata parrocchia autonoma e affiliata alla più comoda pieve di Varago[6].

Il Piave provocò anche danni materiali, tanto che l'edificio fu più volte distrutto da piene e ricostruito in luoghi più sicuri (l'ultima, nel Cinquecento, su un terreno donato dai Priuli). Fu nuovamente raso al suolo durante la guerra[3].

L'attuale costruzione è un'opera neoromanica progettata da Brenno Del Giudice. Degna di nota la tela con i Santi Filippo e Giacomo e papa Benedetto XV di Umberto Martina (1927)[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In assenza di dati ufficiali precisi si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nel sito della CEI.
  2. ^ Carlo Agnoletti, Treviso e le sue pievi, Treviso, Premiato stabilimento tipografico Istituto Turazza, 1897, p. 799.
  3. ^ a b c d e f g h Cenni Storici, su comune.maserada.tv.it, Comune di Maserada sul Piave. URL consultato il 25 settembre 2016.
  4. ^ Carla Marcato, Aspetti paretimologici nella toponomastica veneta, in Manlio Cortelazzo (a cura di), Guida ai dialetti veneti, vol. X, Padova, Cleup, 1988, p. 123, ISBN 978-88-7178-428-1.
  5. ^ Giuliano Simionato, Breda di Piave. Vita e storia di un Comune, Biblioteca Comunale Breda di Piave, 2002, p. 107.
  6. ^ Giuliano Simionato, Breda di Piave. Vita e storia di un Comune, Biblioteca Comunale Breda di Piave, 2002, p. 280.
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