Callicratida
Callicratida | |
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Nascita | 451 a.C. |
Morte | Isole Arginuse, 406 a.C. |
Cause della morte | Combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Sparta |
Forza armata | Esercito spartano |
Arma | Flotta spartana |
Grado | Ammiraglio |
Guerre | Guerra del Peloponneso |
Battaglie | Battaglia di Mitilene Battaglia delle Arginuse |
Comandante di | Flotta spartana |
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Callicratida (in greco antico: Kαλλικρατίδας?, Kallikratídas, in latino Callicratĭdas; 451 a.C. – isole Arginuse, 406 a.C.) è stato un ammiraglio spartano, succeduto a Lisandro nel comando della flotta durante la guerra del Peloponneso.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Callicratida ammiraglio
[modifica | modifica wikitesto]Nel 406 a.C. Callicratida fu mandato nell'Ellesponto a sostituire Lisandro al comando della flotta spartana, ma presto scoprì che la gelosia del suo predecessore, così come i contrasti tra loro, gli aveva lasciato varie difficoltà da affrontare.[1]
Ciononostante, secondo Plutarco le virtù di Callicratida riuscirono a rendergli amiche molte persone, anche molti dei suoi avversari che parteggiavano per Lisandro.[2]
Il problema principale, comunque, fu la ricerca di finanziamenti: Ciro il Giovane, essendo profondamente legato a Lisandro, non gli fu favorevole, ed effettivamente anche Callicratida si accostò con riluttanza al satrapo persiano, giacché non vedeva di buon occhio l'intromissione dei Persiani nel conflitto.[3]
Vittoria su Conone
[modifica | modifica wikitesto]Callicratida riuscì comunque a mantenere l'appoggio di Mileto e cominciò una serie di operazioni vittoriose contro gli Ateniesi. La cattura del forte di Delfinio a Chio e il saccheggio di Teo furono seguite, subito dopo, dalla presa di Mitimna.[4]
Conone tentò di salvare quest'ultima città, nonostante la sua inferiorità numerica, e quella notte si accampò vicino alla città; il mattino dopo affrontò Callicratida ma, costretto a ritirarsi a Mitilene, sull'isola di Lesbo, vi rimase bloccato, accerchiato per terra e per mare dall'abile ammiraglio spartano.[5]
Sconfitta e morte
[modifica | modifica wikitesto]Conone riuscì comunque ad avvisare Atene della situazione e i suoi compatrioti, con grandi sforzi, riuscirono a costruire una flotta di più di 150 navi che, comandate da otto generali, si mossero appena possibile verso l'Ellesponto.
A quel punto Callicratida, dopo aver lasciato il vice Eteonico a sorvegliare Conone con 50 navi, si diresse verso le isole Arginuse colle 120 navi rimaste, deciso ad incontrare il nemico: la battaglia che seguì, celebre per il numero di navi coinvolte, vide la morte di Callicratida stesso a seguito della caduta dalla propria nave durante uno speronamento e la vittoria degli Ateniesi.
Qualcuno tentò certamente di convincere Callicratida a ritirarsi: i quattro resoconti disponibili (Senofonte, Diodoro, Plutarco e Cicerone) concordano sul fatto che Callicratida volle combattere comunque per difendere il suo onore o quello di Sparta, una scelta biasimata da Plutarco e Cicerone.[6]
Considerazioni
[modifica | modifica wikitesto]Nel complesso Callicratida era un normale esempio degli schietti Spartani di vecchio stampo, fatta d'ingenuità e semplice onestà, ma non senza una durezza vicina al fanatismo; ciò è testimoniato da una sua risposta, data quando gli fu chiesto che tipo di uomini fossero gli Ioni: "Cattivi uomini liberi, ma eccellenti schiavi".
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Diodoro Siculo, Bibliotheca historica. (qui)
- Plutarco, Vite parallele: Lisandro.
- Senofonte, Elleniche. (qui)
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Callicratidas, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Callicratida
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Callicràtida, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Aldo Ferrabino, CALLICRATIDA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Callicràtida, su sapere.it, De Agostini.
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