Caffè Mulassano

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Caffè Mulassano
Veduta ingresso
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàTorino
IndirizzoPiazza Castello, 15
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1907
StileLiberty
Usocaffè
Realizzazione
IngegnereAntonio Vandone

Il Caffè Mulassano è un caffè storico di Torino, sito in piazza Castello al numero 15. Fa parte dell'associazione Locali storici d'Italia.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà dell'Ottocento, Amilcare Mulassano, titolare della distilleria Sacco nota per la menta, aprì una liquoreria in via Nizza 3 e nel 1907 la trasferì in piazza Castello, lungo i cosiddetti "Portici della fiera" caratterizzati da un sistema di arredi commerciali di alta rappresentatività. Fu già in questi primi anni che la Buvette Mulassano, come si chiamava, si trasformò in caffè.
Nel 1925 il locale passò ad Angela e Onorino Nebiolo, due migranti torinesi che rientravano in patria dopo aver soggiornato alcuni anni a Detroit. I nuovi proprietari introdussero due grandi novità: il toast e soprattutto il tramezzino.[2]
Il locale si fece una piacevole reputazione e fidelizzò clienti divenuti poi famosi, come Achille Mario Dogliotti, Luigi Spazzapan, Italo Cremona, Gigi Chessa, Giacomo Grosso, Erminio Macario, Gigetta Morano, Caterina Boratto, Mario Soldati, Gianandrea Gavazzeni e molti altri.[3] La sua reputazione era tale che anche il re e la regina non disdegnavano di venire a bere il caffè da Mulassano (motivo per cui, fino al 1926, il locale fu guarnito da pesanti tende rosse per delimitare l'inaccessibile spazio dei reali).[2][4]

Nel 1938 i Nebiolo vendettero il caffè e con la Seconda guerra mondiale ci fu un naturale declino, ma negli anni '70 il nuovo proprietario, Antonio Chessa, fece eseguire un importante restauro conservativo che restituì il prestigioso caffè alla città. Nel medesimo periodo, il Caffè rese celebri i panini con l'aragosta, che erano una novità per Torino.[2] Il locale fa oggi parte dei "Negozi e locali storici di Torino",[5] oltre a essere censito anche nella lista dei "Locali Storici d'Italia".[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Caffè Mulassano è opera dell'ingegnere Antonio Vandone (allievo del più celebre Carlo Ceppi), mentre la stipetteria è opera di Enrico Pezza, Capisano e Cazzaniga.[2] Il locale, piccolo e di pianta squadrata, è decorato da marmi pregiati (onici del Piemonte e di Numidia, il poupre dei Pirenei, il verde Alpi e il rosso Francia), parti bronzee e motivi floreali[2] e presenta un soffitto a cassettoni.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il caffè è noto per alcune curiosità:

  • l'orologio pazzo, che si trova in alto dietro il bancone: la sua particolarità è quella di avere una sola lancetta e di non essere dunque utilizzato per indicare l'ora. La lancetta viene attivata con un pulsante quando, in un gruppo, non si riesce a decidere chi pagherà il conto. I clienti hanno diritto a premere il bottone e chi ottiene il numero più alto paga il conto
  • la fontanella, che si trova sul bancone. È tradizione a Torino e Napoli di offrire sempre un bicchiere d'acqua insieme al caffè.[7] Da Mulassano la fontanella è un oggetto integrato al bancone in bronzo dorato, su cui si trovano fissi tanti bicchierini. L'acqua è filtrata per preservarne al massimo la sua qualità
  • la lanterna che si trova all'esterno, non ha lo scopo d'illuminare l'ingresso bensì di segnalare che il locale è aperto[8]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alle sue dimensioni e all'accuratezza delle sue decorazioni, nel corso del Novecento il locale divenne il set per spot pubblicitari e per il cinema d'autore: qui furono girate alcune scene di Addio Giovinezza! (1940) di Ferdinando Maria Poggioli, Piccolo mondo antico (1941) di Mario Soldati e 4 mosche di velluto grigio (1971) di Dario Argento.[2][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Caffè Mulassano, su localistorici.it. URL consultato il 29 novembre 2021.
  2. ^ a b c d e f autori vari, Caffè storici in Piemonte, Centro di documentazione Torino in Europa, 2003, pp. 30-1.
  3. ^ La Storia, su caffemulassano.com. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  4. ^ Enrico Guagnini, Claudio Guagnini, Guida ai locali storici italiani: ..., Mondadori, 2011, p. 167, ISBN 9788804356202.
  5. ^ Negozi e locali storici di Torino, su museotorino.it. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  6. ^ Caffè Mulassano, su localistorici.it. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  7. ^ Bicchiere d’acqua con il caffè: giusto o sbagliato?, su lacucinaitaliana.it. URL consultato il 29 aprile 2022.
  8. ^ Dall'orologio pazzo alla lanterna accesa: 5 curiosità sullo storico Caffè Mulassano, su torinotoday.it. URL consultato il 29 aprile 2022.
  9. ^ MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, Caffè Mulassano - MuseoTorino, su museotorino.it. URL consultato il 1º gennaio 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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