Bruno Bottai

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Bruno Bottai (Roma, 10 luglio 1930Roma, 1º novembre 2014) è stato un diplomatico italiano. Fu Segretario generale del Ministero degli affari esteri dal 1987 al 1994.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ambiente familiare[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Bottai era figlio di Giuseppe Bottai, che fu Governatore di Roma (1935-1936) e ministro dell'Educazione Nazionale (1936-1943) durante il Regime Fascista, e di Cornelia Ciocca (1896-1978).

Carriera diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza, a 24 anni entrò nella carriera diplomatica a seguito di concorso pubblico. Ben presto fu nominato vice console a Tunisi[1] e poi secondo segretario alla Rappresentanza italiana presso la Comunità Europea dal 1958 al 1961[1]. Capo del servizio coordinamento presso la segreteria generale del Ministero (1961-1966)[1] e poi consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Emilio Colombo (1970-1972)[1] ha seguito, in particolare, lo sviluppo delle Comunità Europee. Negli anni '70 è stato capo del servizio stampa della Farnesina (1972-1976)[1], poi ambasciatore presso la Santa Sede (1979-1981)[1]. Promosso ambasciatore di grado nel maggio del 1981, fu incaricato della direzione generale degli Affari Politici (1981-1985)[1] e, successivamente, nominato ambasciatore a Londra (1985-1987)[1]. Tra il 1987 e il 1994 ha rivestito l’incarico di Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri, la più alta carica della diplomazia[2]. A chiusura di carriera, dal 1994 al 1997, ha rivestito nuovamente la carica di ambasciatore presso la Santa Sede[2].

Attività successiva[modifica | modifica wikitesto]

Dall'aprile del 1995 sino alla morte, Bottai è stato Presidente della Società Dante Alighieri[2], l'ente nazionale fondato nel 1889 da Giosuè Carducci e un gruppo di intellettuali, con lo scopo di tutelare e promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Sotto la sua guida, la Società avviò numerosi progetti innovativi quali la certificazione PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) e la rete internet, ed adottò un nuovo statuto, che la parificava alle ONLUS. La sua visione della politica culturale dell'italiano all'estero si concentrò particolarmente nel favorire i rapporti tra la Dante Alighieri e la Farnesina nell'ambito di un sistema integrato che le permettesse di collaborare a livello internazionale con la rete diplomatica.

Nell'aprile del 1999, Bruno Bottai fu nominato Presidente della Fondazione Internazionale Premio Balzan[2].

Durante il suo periodo da Ambasciatore a Londra, Bottai venne a contatto con il gioco del cricket conoscendo Simone Gambino, figlio di Antonio, suo amico di lunga data, e Presidente della Federazione Cricket Italiana. Su invito di Simone Gambino, al rientro in Italia nel settembre 1987, Bottai assunse il ruolo di Presidente Onorario della Federazione Cricket Italiana.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola e della cultura - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Voices on Europe, Interview with Bottai, Bruno by M. G. Melchionni, European University Institute, Historical Archives of the European Union, Roma 17 February 1998 - 20 March 1998
  • Bruno Bottai, Fascismo familiare, Casale Monferrato, Edizioni Piemme, 1997, ISBN 978-88-500-0451-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri Successore
Renato Ruggiero 9 ottobre 1987 - 7 gennaio 1994 Ferdinando Salleo
Predecessore Ambasciatore italiano nel Regno Unito Bandiera del Regno Unito Successore
Andrea Cagiati 1985 - 1987 Boris Biancheri
Predecessore Ambasciatore italiano presso la Santa Sede Bandiera della Città del Vaticano Successore
Vittorio Cordero di Montezemolo 1979 - 1981 Claudio Chelli I
Giuseppe Baldocci 1994 - 1997 Alberto Leoncini Bartoli II
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