Berdica

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Berdica
Due esemplari di berdica - Museo Storico di Suzdal
TipoAscia da battaglia
OrigineBandiera della Russia Russia
Impiego
UtilizzatoriStrel'cy
Produzione
Entrata in servizioXVI secolo
Descrizione
Lunghezzamax 180 cm
lama60 cm
Tipo di lamadi scure a mezzaluna, di grandi dimensioni, con l'estremità inferiore congiungentesi al manico tramite un anello
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Strel'cy Russi armati di berdica e moschetto - XVII secolo.

La berdica era un'arma inastata in uso in Europa Orientale e nelle terre del futuro Impero russo (Moscovia, Kiev ecc.). Era una grande ascia da battaglia con asta (manico) di circa un metro e mezzo e lama di scure a mezzaluna, la cui estremità inferiore andava ad agganciarsi all'asta. Derivata con buona probabilità dalla Sparth, variante "gigante" dell'ascia danese, la berdica differisce dall'alabarda perché manca della cuspide superiore e dell'uncino posteriore[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La data esatta di origini della berdica è ancora oggetto di discussione. Seppur secondo alcuni studiosi si possa parlare di berdiche ormai differenti dall'originale sparth vichinga sin dal XIV secolo, l'arma non entrò in uso nelle terre della Russia ed in Scandinavia prima del XVI secolo[2]. In Italia,al Museo Archeologico Medioevale di Attimis (UD) è custodita una lama di berdica rinvenuta presso il vicino castello della Motta, probabilmente portata da un corpo di guardia germanico nella prima metá del XIII secolo.

Nel XVII secolo, la berdica era ormai arma d'ordinanza degli Strel'cy russi, il corpo militare misto (fanteria, cavalleria e dragoni) incaricato di sorvegliare il Cremlino, e della fanteria pesante della Confederazione Polacco-Lituana[3] e del Regno di Svezia. Data la sua forma, l'arma venne utilizzata dalle truppe di tiratori in luogo della forcella d'appoggio utilizzata nel resto d'Europa.

Parallelamente, nel Seicento l'arma si diffuse in Scozia, paese a sua volta interessato da una forte contaminazione bellico-tecnologica vichinga, ove diede origine a due particolari fogge di arma inastata: l'Ascia Lochaber ed il Bastone di Jedburgh[4].

Costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Le due caratteristiche peculiari della berdica sono:

  • Lama di scure lunga sino a 60 cm, in forma di mezzaluna molto allungata, la cui estremità inferiore si congiunge al manico tramite un anello metallico. Nelle varianti tarde, la lama assume la forma di una mannaia con la sola estremità superiore incurvata ad uncino e presentante un contro-taglio simile a quello di una scimitarra;
  • Asta (manico) di 150 cm massimo, cioè molto corto per un'arma inastata.

La foggia e le modalità di utilizzo della berdica confermano la sua natura ibrida, a metà strada tra la normale ascia da battaglia ed un'arma inastata vera e propria quale l'alabarda.

Durante il regno di Giovanni III di Polonia, i polacco-lituani svilupparono una variante più piccola dell'arma[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oakeshott, Ewart (1980), European weapons and armour : from the Renaissance to the industrial revolution, Lutterworth Press, pp. 48-49.
  2. ^ Кирпичников, А.Н. (1976), Военное дело на Руси в XIII—XV вв., Leningrado.
  3. ^ Besala, Jerzy (1983), Wielcy Hetmani Rzeczypospolitej, Varsavia, Krajowa Agencja Wydawnicza, ISBN 83-03-00160-4, p. 72.
  4. ^ Caldwell, David (1981), Some Notes on Scottish Axes and Long Shafted Weapons, in Caldwell, David [a cura di] (1981), Scottish Weapons and Fortifications 1100-1800, Edimburgo, John Donald, ISBN 0859760472, pp. 253–314.
  5. ^ Besala, Jerzy, Op. Cit., p. 72.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Besala, Jerzy (1983), Wielcy Hetmani Rzeczypospolitej, Varsavia, Krajowa Agencja Wydawnicza, ISBN 83-03-00160-4.
  • Caldwell, David (1981), Some Notes on Scottish Axes and Long Shafted Weapons, in Caldwell, David (1981), Scottish Weapons and Fortifications 1100-1800, Edimburgo, John Donald, ISBN 0859760472, pp. 253–314.
  • Кирпичников, А.Н. (1976), Военное дело на Руси в XIII—XV вв., Leningrado.
  • Oakeshott, Ewart (1980), European weapons and armour : from the Renaissance to the industrial revolution, Lutterworth Press.

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