Battaglia della Strėva

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Battaglia della Strėva
parte della crociata lituana
La Strėva all'altezza di Žiežmariai, dove si combatté la battaglia
Data2 febbraio 1348
LuogoFiume Strėva, pressi di Žiežmariai
EsitoVittoria teutonica
Schieramenti
Comandanti
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La battaglia della Strėva, Strebe,[1] o Strawe[2] venne combattuta il 2 febbraio 1348 tra l'ordine teutonico e il Granducato di Lituania sulle rive del fiume Strėva, un affluente settentrionale del fiume Nemunas, nei pressi dell'odierna Žiežmariai.[3] Il cronista Wigand di Marburgo esaltò tale scontro raccontandolo come una grande vittoria dei crociati: egli affermava infatti che circa 18.000 lituani persero la vita o annegarono nel corso d'acqua, mentre solo 8 cavalieri e una sessantina di soldati morirono dalla parte dell'ordine.[3] Si pensa che Narimantas e Manvydas, due dei figli di Gediminas, granduca di Lituania, siano stati uccisi nella battaglia.[4]

Campagna e battaglia

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Nel 1347, i cavalieri teutonici furono testimoni di un afflusso di crociati dalla Francia e dall'Inghilterra, in quanto era stata stipulata una tregua durante la guerra dei cent'anni.[1] La spedizione iniziò alla fine di gennaio del 1348, ma a causa del maltempo, la maggior parte delle forze non procedette oltre Insterburg. Un piccolo contingente guidato dal gran comandante e futuro Gran maestro Winrich von Kniprode invase e saccheggiò la Lituania centrale (probabilmente tra Semeliškės, Aukštadvaris, Trakai)[5] per una settimana prima di essere affrontato dalle truppe lituane.[1] L'esercito di questi ultimi comprendeva uomini provenienti dalle regioni orientali (Volodymyr-Volyns'kyj, Vicebsk, Polock, Smolensk), evento che dimostra che l'armata era stata radunata da tempo, probabilmente al fine di avviare una campagna nello Stato monastico.[6]

Quando i due schieramenti si incontrarono, i cavalieri si trovavano in una posizione difficile: potevano attraversare il fiume Strėva ghiacciato solo pochi uomini alla volta e una volta che la maggior parte delle loro forze l'avesse attraversata, chi fosse rimasto sarebbe stato annientato.[1] I crociati godevano di scorte limitate e non potevano aspettare: allo stesso modo, anche i lituani guidati da Kęstutis o Narimantas disponevano di pochi approvvigionamenti. Pertanto, decisero di attaccare lanciando frecce e lance, ferendo un gran numero di avversari. Tuttavia, in quello che sembrava essere il momento più critico, i teutonici contrattaccarono con la loro cavalleria pesante e i lituani persero il controllo della situazione.[1] Le fonti riportano che ad annegare nel fiume furono così tanti uomini che i cavalieri avrebbero potuto attraversarlo "senza bagnarsi i piedi". Tuttavia, la veridicità di tale episodio è contestata dalla storiografia moderna: il fiume Strėva è poco profondo, soprattutto durante l'inverno in quanto ghiacciava, e non sarebbe stato possibile che così tanti uomini affogassero.[3]

A seguito della sconfitta, i lituani ne uscirono indeboliti: lo stesso anno i cavalieri attaccarono e saccheggiarono l'area di Šiauliai senza incontrare una grande opposizione e distrussero un castello presente a Veliuona. A est, la Lituania perse influenza a Pskov e Novgorod nel 1348, così come a Smolensk l'anno successivo:[6] i vincenti attribuirono l'impresa alla Vergine Maria e, in suo onore, il Gran maestro Winrich von Kniprode fondò un convento cistercense a Königsberg[2] e un convento francescano a Wehlau.[5] Tuttavia, a causa del cambio nel ruolo di comando (il Gran maestro Heinrich Dusemer non versava in buone condizioni di salute, tanto che morì nel 1353) e la diffusione della peste nera, i teutonici non riuscirono a trarre appieno vantaggio da una delle più gravi sconfitte del Granducato.[1]

  1. ^ a b c d e f (EN) William L. Urban, The Samogitian Crusade, Chicago, Istituto di Storia e Ricerca Lituano, 1989, pp. 122-124, ISBN 978-09-29-70003-8.
  2. ^ a b (EN) Eric Christiansen, The Northern Crusades, Penguin UK, 1997, p. 222, ISBN 978-01-41-93736-6.
  3. ^ a b c (EN) Simas Sužiedėlis, Strėva, Battle of, in Encyclopedia Lituanica, V, Boston, Juozas Kapočius, 1970-1978, pp. 308–309.
  4. ^ (EN) Rimantas Jokimaitis, Algis Kasperavičius, Eugenijus Manelis e Beatričė Stukienė, World and Lithuanian History. VI-XVIII centuries, The World and Lithuania, Vilnius, Kronta, 1999, pp. 118–135. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2007).
  5. ^ a b (LT) Romas Batūra e Karolis Zikaras, Žymiausi Lietuvos mūšiai ir karinės operacijos, 2ª ed., UAB Alio, 2013, pp. 36-37, ISBN 978-9986-827-05-4.
  6. ^ a b Inga Baranauskienė, Kęstutis e Algirdas: 1344–1345. Colpo di stato e divisione del potere, su istorija.net, 7 dicembre 2007. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2020).