Attilio Colonnello
Attilio Colonnello (Milano, 9 novembre 1930) è un pittore, scenografo e regista teatrale italiano, attivo nel settore dell'opera.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Colonnello studia architettura al Politecnico di Milano sotto la guida di Gio Ponti, Ernesto Rogers e Giulio Minoletti.[1]
In giovane età, Colonnello si interessò all'arte grazie ai suoi rapporti con colleghi intellettuali come il pittore Filippo de Pisis e lo scrittore Giovanni Comisso.[1]
Nella sua fase giovanile si dedica all'arredamento, collaborando con varie riviste di architettura, e firma numerosi articoli di critica scenografica con quotidiani nazionali.[2]
Nel 1955 Colonnello progettò la residenza Rota a Milano, che si caratterizzò per un ambiente geometrico elegante, moderno, per i contorni aerodinamici, per il forte impatto visivo, adatto ad ospitare una collezione d'arte.[1]
La sua carriera di scenografo si avvia nel 1956 con La traviata rappresentata al Maggio Musicale Fiorentino e prosegue l'anno seguente con la cura delle scene e dei costumi del Mefistofele di Arrigo Boito rappresentato alla Scala per la regia di Pavlova.[2]
Sempre nello stesso anno collabora per L'Orfeo di Claudio Monteverdi e nel 1958 per Francesca da Rimini allestita alla Scala.
Nel 1961 lavora per Il mercante di Venezia di Castelnuovo Tedesco e per La donna del lago al Maggio Musicale Fiorentino.
Le sue collaborazioni non si limitano a produzioni in Italia, ma già nel 1962 debutta sul suolo statunitense, al Dallas Civic Opera con la produzione dell'Otello di Giuseppe Verdi.[2] Due anni dopo lavora per la prima volta al Metropolitan Opera per la Lucia di Lammermoor, dove ritornerà più volte per allestimenti di opere fra le quali Luisa Miller (1968) e Il trovatore (1969).[3]
Dal 1962 Colonnello lavora frequentemente come direttore di scena al Teatro di San Carlo di Napoli, per il quale realizza Il barone avaro, Sansone e Dalila (1970), Carmen (1975).
Colonnello ha allestito vari spettacoli all'Arena di Verona, cominciando dal Nabucco nel 1962, continuando nel 1964 con la regia della Cavalleria rusticana e de La bohème. Sempre a Verona lavora alla produzione del Mefistofele per la regia di Herbert Graf, al Rigoletto (1966), a La forza del destino (1967), all'Aida (1968) e a Un ballo in maschera (1972).[2]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c (EN) Attilio Colonnello and the Casa Rota, su artsy.net. URL consultato il 7 luglio 2018.
- ^ a b c d le muse, III, Novara, De Agostini, 1964, p. 366.
- ^ Attilio Colonnello. Scenografia e costumi dal 1956 al 1993, su libroco.it. URL consultato il 7 luglio 2018.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- David J. Hough, "Attilio Colonnello", New Grove Dictionary of Opera, ed.Stanley Sadie (1992), ISBN 0-333-73432-7
- Luca Olivotto, "Attilio Colonnello. Scenografia e costumi dal 1956 al 1993", ed. Industrialzone (2012), ISBN 9788889873205 (ebook: itunes.apple _ books.google)
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Attilio Colonnello, su attiliocolonnello.altervista.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 26833316 · ISNI (EN) 0000 0000 4861 4299 · LCCN (EN) no2007008071 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2007008071 |
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