Antonio Franceschini

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Antonio Franceschini
NascitaSpello, 13 gennaio 1889
Morte?
Dati militari
Forza armataBandiera dell'Italia Italia
Armafanteria
GradoGenerale di corpo d'armata[1]
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
Comandante di31º Reggimento fanteria "Siena"
17ª Divisione fanteria "Pavia"
36ª Divisione fanteria "Forlì"
23ª Divisione fanteria "Ferrara"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
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Antonio Franceschini (Spello, 13 gennaio 1889 – ...) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale fu comandante della 17ª Divisione fanteria "Pavia" e poi della 23ª Divisione fanteria "Ferrara". Decorato con la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, una medaglia d'argento, due di bronzo e una croce di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Spello, in provincia di Perugia, il 13 gennaio 1889,[2] figlio di Andrea e Clementina Marcheti. Nel 1908 si arruolò nel Regio Esercito, entrando come allievo ufficiale nella Regia Accademia Militare di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di fanteria, il 17 settembre 1910.

Partecipò alla guerra italo-turca come tenente, venendo decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare e successivamente alla prima guerra mondiale nei gradi di capitano e maggiore, in forza alla 48ª Divisione mobilitata, venendo decorato di una seconda Medaglia di bronzo e di una Croce di guerra al valor militare.

Dopo un servizio come ufficiale di Stato maggiore, fu promosso colonnello il 1º gennaio 1936, assumendo il comando del 31º Reggimento fanteria "Siena", per poi tornare allo Stato maggiore, dove lo colse l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940.

Il 1 gennaio 1941 fu promosso generale di brigata, divenendo vicecomandante della 36ª Divisione fanteria "Forlì"[2] impiegata nella campagna contro la Grecia sino al maggio seguente.

Nel corso dello stesso anno, assegnato a disposizione del X corpo al maggio, dal 17 settembre, divenne comandante della 17ª Divisione fanteria "Pavia"[2] di stanza in Nord Africa, partecipando a tutti i principali cicli operativi contro le forze Alleati in Cirenaica e poi in Egitto nel periodo giugno 1941- 24 marzo 1942, quando fu posto a disposizione del comando del F.F.A.A. della Libia.

Per tali elevate circostanze fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia[1] e con una Medaglia d'argento al valor militare, venendo rimpatriato il 5 novembre dello stesso anno ed assegnato successivamente al comando della 36ª Divisione fanteria "Forlì"[3] di stanza ad Atene, venendo promosso generale di divisione il 16 febbraio 1943.[2] Rimase in Grecia sino al 15 marzo successivo, per poi rientrare a Roma a disposizione del Ministero della guerra per incarichi speciali.[2] Nel mese di giugno fu mandato in Montenegro per assumere il comando della 23ª Divisione fanteria "Ferrara"[2] alle dipendenze del XIV Corpo d'armata del generale Ercole Roncaglia. Dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre fu catturato dai tedeschi il giorno dopo e, come prigioniero di guerra,[4] fu tradotto in Polonia, campo di concentramento 64/Z di Shokken (Skoki). Rimase prigioniero sino al gennaio 1945, quando fu liberato dall'Armata Rossa per fare ritorno in Italia nel corso dello stesso anno.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una divisione operante in dure condizioni di ambiente e di clima, dava ripetute prove di elevatissimo spirito e di forte tempra di soldato. Durante vari mesi di logorante attività operativa esplicava un'avveduta azione di comando, tendente ad accrescere la combattività delle sue truppe con le quali assolveva tutti i difficili compiti assegnatigli. In duri combattimenti si distingueva per capacità e spirito di sacrificio
— [1]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Generale di brigata incaricato del comando di una divisione di fanteria, durante un lungo periodo di operazioni belliche sul fronte di Tobruk, nella battaglie della Marmarica, di Ain el Gazala ed Agedabia, in condizioni particolarmente difficili dava ripetute prove di valore. Nelle situazioni più difficili accorreva tra le sue truppe trascinandole nelle più rischiose operazioni. A.S., 1 agosto-31 dicembre 1941
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In ripetuti combattimenti, al comando della sua mezza compagnia, dava bella prova di slancio e di valore. Sara Cirene, 16-20 maggio 1913
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Già distintosi in ardite ricognizioni compiute nel periodo preparatorio dell'azione, durante vari combattimenti si recò ripetutamente presso i comandi di prima linea, in zone intensamente battute dal violento fuoco nemico, e per ben due volte percorse l'intera linea raggiunta dalla nostra fanteria durante l'avanzata per portare al comando esatte informazioni sullo svolgimento delle operazioni. San Marco di Gorizia, 14-20 maggio 1917
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale ufficiale di collegamento di una brigata in linea, dava brillanti prove di elevate virtù militari e di valore personale. S. Marco di Gorizia, 3 giugno 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clemente Gavagna, Mario Themelly e Ferdinando Cordova, Le scelte di allora: i militari italiani in Montenegro dopo l'8 settembre, Milano, Franco Angeli Editore, 2001, ISBN 8-84643-327-0.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company., 2000, ISBN 1-78159-181-4.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
  • Gli ordini militari e civili di Savoia, Torino, Rizzoli, 1968.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]