Andrew Porter

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Andrew Brian Porter (Città del Capo, 26 agosto 1928Londra, 3 aprile 2015) è stato un critico musicale e organista britannico[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in Sudafrica,[2] Porter studiò organo) all'University College di Oxford alla fine degli anni 1940. Iniziò poi ad occuparsi di critica musicale per diversi giornali di Londra, tra cui The Times e The Daily Telegraph. Nel 1953, entrò a far parte del Financial Times, dove rimase come critico principale fino al 1972. Stanley Sadie, nell'edizione 2001 del Dizionario Grove of Music and Musicians, scrisse che Porter "ha costruito una tradizione di critica, con articoli di lunghezza superiore a quelli che erano di consuetudine nei quotidiani britannici, basati sul suo elegante, spazioso stile letterario e sempre informato da una conoscenza della storia della musica, dei risultati delle sue doti di studioso e della sua eccezionalmente ampia dote di simpatia".[3]

Nel 1960, Porter divenne redattore del The Musical Times. Dal 1972 al 1973 fu critico musicale del The New Yorker. Ritornato a scrivere sulle riviste nel 1974, vi rimase fino al 1992, quando fece ritorno a Londra. I suoi scritti per il The New Yorker ottennero la stima di figure di primo piano del mondo musicale. Il compositore e critico Virgil Thomson, in un commento del 1974 sullo stato della critica musicale, dichiarò, "Nessun critico musicale in America ha un'autità simile a quella di Porter sull'[opera]. Né il The New Yorker mai avuto accesso alla musica da una mente così distinta".[4] In particolare, con le opere che non gli erano familiari, Porter ha esercitato grande diligenza nella sua preparazione per scrivere le sue recensioni. Secondo Opera News:

(EN)

«When reviewing an opera that was new to him, such as Bloch's Macbeth, he might attend three performances before he felt qualified to write about it; he frequently returned to productions after opening night to refine his viewpoint, and he reviewed virtually all music only after learning it from the score.»

(IT)

«Nello scrivere la critica per un'opera che era nuova per lui, come il Macbeth di Bloch, era capace di assistere a tre spettacoli prima di sentirsi qualificato a scrivere su di essa; egli spesso tornava alla produzione, dopo la prima, per perfezionare il suo punto di vista, passando in rassegna praticamente tutta la partitura ed aver esaminato lo spartito.»

Negli ultimi anni, Porter scrisse per The Observer, Opera e The Times Literary Supplement.[6]

Porter tradusse i libretti di 37 opere,[1] e fra questi le traduzioni in lingua inglese di Der Ring des Nibelungen e The Magic Flute sono state ampiamente rappresentate. Ha anche diretto diverse opere liriche sia messe in scena che in versione di concerto.[1] Scrisse il libretto per l'opera di John Eaton, The Tempest, tratto da Shakespeare,[7] e di Bright Sheng, The Song of Majnun, tratto da Layla e Majnun un'antica storia persiana.[8]

Come studioso, Porter in particolare scoprì porzioni escisse dalla partitura del Don Carlos di Verdi nella biblioteca della Paris Opera, consentendo il restauro della versione originale del lavoro.[2] Porter fu il consulente per la produzione del 1996 al Théâtre du Châtelet dell'edizione critica che utilizzò il suo lavoro.[9]

Nel 2003, Porter venne onorato con la pubblicazione di un festschrift, Words on Music: Essays in Honor of Andrew Porter on the Occasion of His 75th Birthday.[10]

Porter morì a seguito di una polmonite il 3 aprile 2015.[2] Continuò ad assistere alle rappresentazioni anche mentre era ammalato, compresa una recita dei Die Meistersinger, e i suoi ultimi due articoli per Opera, furono sulla recensione di Il furioso all'isola di San Domingo e I pazzi per progetto, di Gaetano Donizetti, giunti in stampa quattro ore prima della sua morte.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Opera: "Opera Magazine Editorial Board", accesso 2 gennaio 2011
  2. ^ a b c Margalit Fox, Andrew Porter, New Yorker Classical Music Critic, Dies at 86, in The New York Times, 31 marzo 2015. URL consultato il 4 aprile 2015.
  3. ^ Stanley Sadie, "Porter, Andrew," Grove Dictionary of Music and Musicians, vol. 20, 184–85.
  4. ^ Virgil Thomson, "A Drenching of Music, But a Drought of Critics," New York Times, 27 ottobre 1974
  5. ^ William R. Braun, Andrew Porter, 86, Longtime New Yorker Critic Whose Prose and Musical Discoveries Changed Opera, Has Died, in Opera News, 3 aprile 2015. URL consultato il 4 aprile 2015.
  6. ^ a b Alex Ross, Postscript: Andrew Porter (1928-2015), su The New Yorker, 4 aprile 2015. URL consultato il 18 settembre 2015.
  7. ^ John Eaton, su musicsalesclassical.com. URL consultato il 18 settembre 2015.
  8. ^ Bright Sheng, su musicsalesclassical.com. URL consultato il 18 settembre 2015.
  9. ^ David Stevens, 'Don Carlos,' Early and Late, in New York Times, 6 marzo 1996. URL consultato il 4 aprile 2015.
  10. ^ David Rosen e Claire Brook, ed., Words on Music: Essays in Honor of Andrew Porter on the Occasion of His 75th Birthday, Pendragon Press (2003), ISBN 1-57647-097-0

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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