Andrea Cantelmo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Andrea Cantelmo
Paulus Pontius, Incisione di Andrea Cantelmo, 1643, riproduzione dello stesso ritratto realizzato da Michaelina Wautier
Principe di Pettorano
Stemma
Stemma
TrattamentoPrincipe
Altri titoliViceré di Catalogna
NascitaPettorano sul Gizio, 2 agosto 1598
MorteAlcubierre, 5 novembre 1645 (47 anni)
DinastiaCantelmo
PadreFabrizio Cantelmo
MadreLaura d'Evoli[1]
ReligioneCattolicesimo
Andrea Cantelmo
Leo van Heil, Incisione di Andrea Cantelmo, 1646, riproduzione dello stesso dipinto realizzato dal fratello Jan Baptist van Heil
NascitaPettorano sul Gizio, 2 agosto 1598
MorteAlcubierre, 5 novembre 1645
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
Guerre
BattaglieAssedio di Casale Monferrato (1628), battaglia di Kallo (1638) ed altre
voci di militari presenti su Wikipedia

Andrea Cantelmo (Pettorano sul Gizio, 2 agosto 1598Alcubierre, 5 novembre 1645) è stato un nobile e condottiero italiano, principe di Pettorano e viceré di Catalogna[2].

Andrea Cantelmo nacque a Pettorano sul Gizio il 2 agosto 1598 da Fabrizio Cantelmo, principe di Pettorano, e Laura d'Evoli[1]; tuttavia c'è chi ritiene che possa essere stato il figlio di Clemenza Pinelli, prima moglie di Fabrizio[2]. Venne presto avviato alla carriera militare[2].

Nel 1620 ottenne un incarico come capitano di una compagnia di archibugieri, prendendo parte a diverse operazioni militari nell'ambito della guerra di Valtellina[3]. Si trasferì poi nell'esercito dell'imperatore Ferdinando II d'Asburgo come comandante di cavalleria, prestando servizio in Boemia prima di tornare in Italia nel 1625, partecipando alla difesa della Repubblica di Genova contro l'invasione franco-piemontese guidata da Carlo Emanuele I di Savoia[3]. Rimase in Italia per assistere alle prime fasi della guerra di successione di Mantova e del Monferrato, prendendo parte al primo e al secondo assedio di Casale Monferrato[3].

Nel 1631 si trasferì di nuovo, nell'armata delle Fiandre, prestando servizio nella Renania e successivamente in Piccardia[3]. Come generale di artiglieria giocò un ruolo importante nella vittoria degli Asburgo nella battaglia di Kallo del 1638[3].

Nel 1644 si trovava in Spagna, dove fu nominato membro del Consejo Supremo de Guerra e capitano generale dell'esercito della Catalogna in sostituzione di Felipe da Silva[4]. Prese parte a diverse operazioni militari nell'ambito della repressione della sollevazione della Catalogna, risultando vincitore nell'assedio di Lerida di maggio-luglio 1644, ma venendo pesantemente sconfitto il 22 giugno 1645 nella battaglia di Llorens, nei pressi di San Lorenzo de Mongay, Camarasa[2]. Ritiratosi a Lerida, cercò in agosto di rompere l'assedio francese a Balaguer, protrattosi tra giugno e ottobre, tuttavia senza successo e rimanendo gravemente ferito[2].

Rimosso dal suo incarico sia pur colmato di onori in riconoscimento dei suoi sforzi, venne nominato comandante dell'esercito della Navarra[3]. Morì ad Alcubierre il 5 novembre 1645[3].

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco Antonio Cantelmo Onofrio Cantelmo  
 
Giovanna d'Ayerbo d'Aragona  
Ottavio Cantelmo  
Camilla Muscettola Giovanni Antonio Muscettola  
 
Giovannella Marramalda  
Fabrizio Cantelmo  
Pietro Antonio Castigliar ?  
 
?  
Girolama Castigliar  
Giulia Cantelmo Francesco Antonio Cantelmo  
 
Camilla Muscettola  
Andrea Cantelmo  
Vincenzo d'Evoli Andrea d'Evoli  
 
Lucrezia Monsorio  
Andrea d'Evoli  
Aurelia Carafa Antonio Carafa  
 
Grisostoma d'Aquino  
Laura d'Evoli  
? ?  
 
?  
Isabella Crispano  
? ?  
 
?  
 
  1. ^ a b Di Capua (1693), p. 2.
  2. ^ a b c d e DBE.
  3. ^ a b c d e f g DBI.
  4. ^ DBE; DBI.
  • Leonardo Di Capua, Vita di Andrea Cantelmo, Napoli, Giacomo Raillard, 1693, ISBN non esistente.
  • Enrico Nuzzo, Vite e scritti di capitani attorno alla vita di D. Andrea Cantelmo di Leonardo Di Capua, Napoli, Alfredo Guida, 2005, ISBN 88-7188-977-0.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Viceré di Catalogna Successore
Pedro Antonio de Aragón 16441645 Diego Messía Felípez de Guzmán
Controllo di autoritàVIAF (EN26591589 · ISNI (EN0000 0000 5556 3725 · CERL cnp01146133 · LCCN (ENnb2007012446 · GND (DE135844185