Amore (film 1935)

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Amore
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1935
Durata70 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarlo Ludovico Bragaglia
SoggettoAmleto Palermi
SceneggiaturaCurt Alexander, Carlo Ludovico Bragaglia, Aldo Vergano
ProduttoreRoberto Dandi
Casa di produzioneArtisti Associati
Distribuzione in italianoIndustrie Cinematografiche Italiane
FotografiaAnchise Brizzi
MontaggioGiacomo Gentilomo
MusicheVittorio Rieti
ScenografiaEnrico Verdozzi
Interpreti e personaggi

Amore è un film del 1935 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Una giovane francese, Suzanne, sposa Paolo, il figlio di una ricca famiglia di artigiani di ceramiche, dovendo dopo le nozze adeguarsi ai modi un po' prevalicanti del suocero, autentico padre padrone, anche se affezionato alla nuora.

La giovane sposa dopo alcuni anni, si sente colpevolizzata per non aver ancora dato un erede al suocero e con il comportamento del marito sempre pronto a dar ragione alla famiglia, Suzanne decide di partire per Parigi, andando ad abitare presso una zia, ma la lontananza dal marito risveglia in lei il desiderio di tornare alla casa italiana dove porterà la notizia della sua prossima maternità.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Prodotto da Roberto Dandi per Artisti Associati, il film fu girato alla Cines in doppia versione, italiana e francese, con l'identica protagonista femminile Edwige Feuillère. La pellicola uscì in prima pubblica alla 3ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 1935.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Sacchi, nelle pagine del Corriere della Sera del 27 ottobre 1935: «Amore presentato a Venezia fuori mostra, vi fu notato per una certa casalinga grazia e banalità sentimentale oltre che per la presenza di Edwige Feuillère. Il tema è nobile, ma sceneggiatori e direttore non hanno pensato che volendo mostrare la bellezza e la gioia delle sane tradizioni, la prima necessità era di presentare queste cose sotto una veste amabile e dilettosa e non come qui, con una faccia così sussiegosa e cattedratica. A ogni modo il film è garbatamente inscenato da Bragaglia e ha rapidità e varietà.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Savio, Ma l'amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime (1930-1943), Milano, Sonzogno, 1975.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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