Alberico da Romano

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da Romano

Arpone
Figli
Ecelo I († dopo il 1091)
Figli
Alberico I (?)
Figli
Ezzelino I († dopo il 1180)
Figli
Ezzelino II († 1235)
Ezzelino III (1194-1259)
Figli
Alberico II († 1260)

Alberico da Romano conosciuto come Alberico II (San Zenone degli Ezzelini, 1196San Zenone degli Ezzelini, 26 agosto 1260) è stato un condottiero e trovatore italiano.

Biografia

Apparteneva alla famiglia degli Ezzelini, era figlio di Ezzelino II il Monaco e di Adelaide Alberti di Mangona, fratello di Ezzelino III da Romano e Cunizza da Romano.

Si sposò due volte. Dal primo matrimonio con una nobildonna vicentina di nome Beatrice ebbe una figlia, Adelaide, andata in sposa nel 1235 a Rinaldo d'Este e morta intorno al 1251 e 5 maschi, Ezzelino, morto in guerra nel 1243, Alberico, Romano, Ugolino e Giovanni. Dalle nozze con un'altra nobile chiamata Margherita nacquero altre 3 femmine: Griselda, Tornalisce e Amabilia.

Politicamente alleato di Ezzelino III, signore della Marca Trevigiana e Vicario Imperiale della Lombardia sotto Federico II di Svevia, fu podestà di Vicenza nel 1227. Nel 1239 si staccò temporaneamente dal partito imperiale, alleandosi con Biaquino II da Camino di parte guelfa. Riuscì in tal modo a conquistare Treviso di cui divenne podestà dal 1240 al 1257 e, di fatto, guidandola con una politica ghibellina. Scomunicato da papa Alessandro IV, alla morte del fratello, caduto in battaglia a Cassano d'Adda nel 1259, Alberico fu cacciato dalla città e si rinchiuse nel castello di San Zenone, attuale San Zenone degli Ezzelini con la famiglia.

Il 25 agosto 1260 le truppe filo-papali di Venezia, Trento, Padova e Vicenza assediarono il maniero: Alberico, circondato e senza possibilità di difesa si arrese sperando in tal modo di aver salva la vita per sé e per i suoi cari[1]. Fu tutto inutile, le efferatezze compiute da Ezzelino erano state troppe e la vendetta fu tremeda: il giorno seguente, i suoi figli maschi, alcuni dei quali ancora bambini, vennero letteralmente fatti a pezzi davanti agli occhi del padre avvinto in catene e la moglie e le figlie denudate, furono invece fatte sfilare per le strade e poi arse vive. Lo sventurato Alberico, dopo aver assistito alla carneficina, fu torturato con ferri roventi, legato alla coda di un cavallo e trascinato per Treviso fino alla morte. Il cronista fra' Salimbene de Adam, che narra il fatto, conclude così: "Vidi ista oculis meis", ossia vidi questo con i miei occhi.

Note

  1. ^ Folena G.. Cult., op. cit., pag. 96-97

Bibliografia

  • Folena G. "Culture e lingue nel Veneto medievale"

Voci correlate