Adolphe Dumas

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Adolphe Dumas

Adolphe Dumas (Caumont-sur-Durance, 18 dicembre 1805Dieppe, 15 agosto 1861) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo francese.

Nato presso la Certosa di Bonpas a Caumont-sur-Durance (Vaucluse) il 18 dicembre 1805[1] e morto a Puys, località nel territorio comunale di Dieppe (Senna Marittima), il 15 agosto 1861, è stato un poeta e un drammaturgo francese. Il suo posto nel pantheon letterario gli fu assicurato da un verso sfortunato, detto "verso dell'aringa affumicata", divenuto un esempio classico della figura retorica detta kakemphaton.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Compì i suoi studi ad Avignone, poi a Parigi, ove era stato invitato a raggiungerla la sorella Laura. Egli si mescolò attivamente al movimento letterario del 1830 e cantò la Rivoluzione di luglio in un ditirambo intitolato Les Parisiennes (it.= I parigini).

Nel 1835 pubblicò un'epopea di cinquemila versi, La Cité des hommes (it.=La città degli uomini), che non ebbe alcuna eco presso il pubblico. Si volse quindi al teatro. La sua prima opera fu un dramma filosofico dal titolo Fin de la comédie, ou la Mort de Faust et de Dom Juan (it.=Fine della commedia, ovvero la Morte di Faust e di Don Giovanni), fu ricevuta dal comitato di lettura del Teatro Francese ma fu vietata la rappresentazione dalla censura. La seconda, Le Camp des croisés (it.=L'accampamento dei Crociati), fu fischiata dal pubblico già dalla prima rappresentazione al Teatro dell'Odéon nel 1838.

Nonostante la presenza di Frédérick Lemaître nel ruolo di protagonista, la sua terza opera, Mademoiselle de La Vallière, ebbe la stessa accoglienza di pubblico della precedente. Fu seguita da una commedia, L'École des familles (it.= La scuola delle famiglie), che ebbe un certo successo. Lo scacco del suo ultimo dramma, Deux hommes, ou Un secret du monde (it.=Due uomini, o Un segreto del mondo) mise fine alla sua carriera teatrale nel 1849.

Nel 1855 fu incaricato dal Ministro dell'Istruzione pubblica, Hippolyte Fortoul, di raccogliere i canti popolari della Provenza. Fu nel corso di questo incarico che incontrò il poeta Frédéric Mistral nel suo villaggio natale di Maillane. Mistral gli lesse in provenzale degli estratti di Mirèio (Mireille), il cui manoscritto non era ancora completo. Dumas ne rimase entusiasmato. Quando Mistral si recò in visita a Parigi due anni dopo, Dumas lo presentò a Lamartine, che a sua volta si entusiasmò e consacrò 79 pagine a Mireille nel suo Corso famigliare di letteratura.[2].

Nel capitolo delle sue Memorie ove racconta la scoperta del suo capolavoro, Mistral fa questo ritratto del "poeta di Parigi" che "la buona stella dei felibristi" gli aveva portato:

(FR)

«C'était Adolphe Dumas : une belle figure d'homme de cinquante ans, d'une pâleur ascétique, cheveux longs et blanchissants, moustache brune avec barbiche, des yeux noirs pleins de flamme et, pour accompagner une voix retentissante, la main toujours en l'air dans un geste superbe. D'une taille élevée, mais boiteux et traînant une jambe percluse, lorsqu'il marchait, on aurait dit un cyprès de Provence agité par le vent.»

(IT)

«Era Adolfo Dumas: una bella figura di uomo di cinquant'anni, d'un pallore ascetico, capelli lunghi e biancheggianti, baffi bruni con barbetta, occhi neri pieni di fiamma e, per accompagnare una voce squillante, la mano sempre in aria in un gesto superbo. Di taglia elevata, ma claudicante e trascinante una gamba paralizzata, quando camminava, si sarebbe detto un cipresso di Provenza agitato dal vento.»

Il kakemphaton del Camp des croisés[modifica | modifica wikitesto]

Il calembour involontario che fece cadere Le Camp des croisés si trova nei due versi seguenti:

(FR)

«Je sortirai du camp, mais quel que soit mon sort / J'aurai montré, du moins, comme un vieillard en sort. (Mais aussi: …comme une vieil hareng saur

(IT)

«Io uscirò dal campo, ma quale che sia la mia sorte/avrò mostrato/almeno/ come ne esce un vecchio. (Ma anche: …avrò mostrato almeno come un'aringa affumicata.

In seguito questo kakemphaton fu spesso attribuito Victor Hugo.

Nelle sue Ricreazioni letterarie, Albert Cim riporta che, secondo Onésime Reclus, Victor Hugo era il primo a ridere di questa battuta di spirito e, quando essa ricompariva, non mancava mai di ribattere facendo dei versi come ne farebbe un anziano.[3] »

Ma ciò che si rimprovera innanzitutto a questo "dramma umanitario e panteistico" è la sua totale mancanza di chiarezza. Théophile Gautier parla così di un'"intrigo inafferrabile", reso ancora più confuso da "uno stile simbolico, carico di colore, lirico fuori misura e senza proposito", che fa perdere il filo "come una nota confusa nella vasta sinfonia in la eseguita dai fischi del pubblico[4] ». Alphonse Karr ha raccontato inoltre di un altro "incidente" durante la prima:

(FR)

«M. Adolphe Dumas — qui n'est nullement parent d'Alexandre — rencontra celui-ci dans un couloir [...]
Monsieur, — dit M. Adolphe a M. Alexandre — pardonnez-moi de prendre un peu de votre place au soleil, mais il peut bien y avoir deux Dumas, comme il y a eu deux Corneille.
Bonsoir, Thomas — dit Alexandre en s'éloignant.»

(IT)

«Adolphe Dumas — che non è per nulla parente di Alexandre Dumas — incontrò quest'ultimo in un corridoio [...].
Signore, — disse Adolphe ad Alexandre — perdonatemi di prendere un po' del vostro posto al sole, ma ci possono ben essere due Dumas, come ci sono stati due Corneille.
Buonasera, Thomas — disse Alessandro allontanandosi.»

I due Dumas non diventarono meno amici e pubblicarono insieme nel 1844 un breve racconto di viaggio intitolato Temple et hospice du Mont-Carmel, en Palestine (it.=Templi e ostelli del Monte Carmelo).

Il poeta[modifica | modifica wikitesto]

Per fare stampare la sua Cité des hommes, aveva bussato invano alle case editrici. Fu uno dei suoi fratelli che se ne fece carico. Prima di estinguersi nel silenzio, questo vasto poema, "tremenda baraonda di utopie e sogni[5] », fu severamente giudicato da Sainte-Beuve, che scriveva :

(FR)

«Ce poème, auquel on ne peut refuser élévation et imagination, réunit en lui toutes les difficultés conjurées de l'idée, de la langue et du rythme, tous les mélanges de l'individuel et du social, du réel, du mythique et du prophétique ; c'est comme une cuve ardente où bouillonnent, coupés par morceaux, tous les membres d'Éson.»

(IT)

«Questo poema, al quale non si possono rifiutare elevatezza e immaginazione, riunisce in lui tutte le difficoltà congiunte dell'idea, della lingua e del ritmo, tutte le mescolanze dell'individuale e del sociale, della realtà e del mito e della profezia; è come un tino ardente o bollente, tagliato a pezzi, [come] tutte le membra di Esone

Dumas più fortuna con la sua raccolta intitolata Provence, che fu salutata in particolare da Théodore de Banville. Qualche tempo dopo la morte di Dumas Théodore de Banville rese un vibrante omaggio a questo poeta, che egli considerava un genio mancato:

(FR)

«Cet homme, qui vient de mourir découragé, blessé, frappé au cœur, fut un poète. Toujours fourvoyé, toujours vaincu, mais toujours revenant à la charge, toujours prêt pour des luttes nouvelles, il eut presque tout du génie : l'invention, la fécondité, la volonté âpre, fougueuse et patiente, le don de communiquer à des visions la vie réelle, la force, la calme douceur, la rage impérieuse, l'amour effréné du beau, tout enfin, excepté cette qualité essentiellement française, la clarté, la simplicité du dessin, la sobriété voulue qui subordonne l'inspiration à des règles fixes, et, comme le vase transparent où le vin est enfermé, donne une forme précise à ce qui, par son essence, ne peut pas avoir de forme»

(IT)

«Quest'uomo, che è appena morto scoraggiato, ferito, colpito al cuore, fu un poeta. Sempre fuorviato, sempre vinto, ma sempre ritornato alla carica, sempre pronto a nuove lotte, egli ebbe quasi tutto del genio: l'inventiva, la facondia, la volontà aspra, focosa e paziente, il dono di comunicare con visioni la vita reale, la forza, la calma dolcezza, la rabbia imperiosa, l'amore sfrenato per il bello, tutto, infine, eccetto questa qualità essenzialmente francese, la chiarezza, la semplicità del disegno, la sobrietà voluta che subordina l'ispirazione a regole fisse e, come il vaso trasparente ove è rinchiuso il vino, dà una forma precisa a ciò che, per la sua essenza, non può avere forma.»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesie
  • Les Parisiennes, chant de la Révolution de 1830 (v. 1832)
  • La Cité des hommes (1835)
  • Provence (1840)
Teatro
  • Le Camp des croisés, dramma in 5 atti e in versi, Parigi, Teatro dell'Odéon, 3 febbraio 1838
  • Mademoiselle de La Vallière, dramma in 5 atti, in versi, Parigi, Théâtre de la Porte Saint-Martin, 15 maggio 1843
  • L'École des familles, comédie en 5 actes, in versi, Parigi, Théâtre-Historique, 20 maggio 1847
  • Deux hommes, ou Un secret du monde, dramma in 5 atti, in versi, Parigi, Théâtre de la République, 25 ottobre 1849
Varie
  • Temple et hospice du Mont-Carmel, en Palestine, con Alexandre Dumas (1844) (FR) Texte en ligne
  • Les Philosophes baptisés, études (1845)
  • Correspondance de Frédéric Mistral et Adolphe Dumas : 1856-1861, Ophrys, Gap, 1959

Memoria[modifica | modifica wikitesto]

Monumento commémorativo, realizzato e inaugurato nel 2013 a Cabannes (Bocche del Rodano) dall'associazione degli Amici del Vieux Cabannes

Nel novembre 2013 è stato inaugurato un monumento alla memoria del poeta est nella città di Cabannes (Bouches-du-Rhône), all'intersezione dell'avenue Jean Moulin e dell'avenue Paul Cézanne.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La trascrizione della sua data di nascita sul suo atto di morte indica il 5 gennaio.
  2. ^ (FR) Alphonse de Lamartine, Cours familier de littérature, un entretien par mois, chez l'auteur, Paris, 26 volumes, 1856-1869. Quarantième Entretien. Apparition d'un poème épique en Provence, t. VII, 1859. Texte en ligne.
  3. ^ (FR) Albert Cim, Récréations littéraires. Curiosités et singularités, bévues et lapsus, etc., Hachette, Paris, 1920, p. 119.
  4. ^ Théophile Gautier, Histoire de l'art dramatique en France depuis vingt-cinq ans, Hetzel, Paris, vol. I, 1858, p. 99-101.
  5. ^ Pierre Larousse, Grand Dictionnaire universel du XIXe siècle, vol. VI, 1870, p. 1378.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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