Accursio

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Accursio

Accursio, conosciuto anche come Accorso da Bagnolo e in latino Accursius (Impruneta, 1184Bologna, 1263), è stato un giurista e glossatore italiano, rappresentante della scuola di Bologna, allievo di Azzone. Dei suoi figli furono giuristi anche Francesco, Guglielmo e Cervotto. Gli è stata attribuita anche una figlia, Accursia, ma si tratta probabilmente di una leggenda.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il sarcofago di Accursio e di suo figlio Francesco d'Accorso, a Bologna.

Fu autore di una raccolta di circa 97 000 glosse, all'intero testo del Corpus iuris civilis, chiamata la Magna glossa, Glossa ordinaria o Glossa magistralis, fondamento del diritto comune europeo. Il lavoro eccezionale compiuto su tutto il corpo del testo costituì la sintesi ideale della scuola bolognese dei glossatori.[1]

Il lavoro di Accursio può essere considerato come una risposta concreta alla crisi che attraversava il movimento in quel periodo: all'incapacità di offrire contributi originali si affiancarono difficoltà di carattere tecnico. Molto spesso, infatti, i testi delle glosse finivano per fondersi al testo originale; in altri casi invece diversi strati di glosse marginali, opera di diversi maestri, finivano per sovrapporsi, rendendo incomprensibile la lettura. Come ci ricorda Azzone, nel proemio alla sua Summa Codicis, in molti casi la giustapposizione di appunti era dovuta alla maggior praticità del metodo, rispetto ad una totale riproduzione dei testi originari.[2]

La Magna glossa è sintesi efficace di tutto il lavoro compiuto nelle scuole italiane dell'XI e XII secolo; tacciata di scarsa originalità, va invece considerata massimamente per la capacità dell'autore di vagliare criticamente un'opera sconfinata, per poi orientarne l'utilizzo e coordinarlo in un unico testo.[3]

Le caratteristiche della Magna Glossa ne decretarono il successo sia negli Studi, che tra i pratici. La sua apparizione è collegata al fenomeno della "Serrata delle Glosse"; gli ultimi spunti vitali del movimento confluirono nella successiva generazione di Commentatori. L'invenzione della stampa a caratteri mobili ne accelerò la diffusione.[4]

In Germania, nel XV secolo, con la creazione del Reichskammergericht (Tribunale camerale dell'Impero, 1495), la glossa ebbe riconoscimento ufficiale, divenendo l'unico strumento di interpretazione del corpus.[5]

Manoscritti[modifica | modifica wikitesto]

Apparatus ad Codicem, manoscritto, XII secolo. Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Palatino latino, Pal. lat. 762.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Accursio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Calasso, 1954, pp. 542-543.
  3. ^ Calasso, 1954, p. 543.
  4. ^ Calasso, 1954, pp. 543-544.
  5. ^ Calasso, 1954, pp. 544.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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