Blériot XI: differenze tra le versioni
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Il '''Blériot XI''' era un [[monoplano]] monomotore progettato dal francese [[Raymond Saulnier]]; con questo areo, che rivoluzionò le regole della progettazione aeronautica, il [[25 luglio]] [[1909]] [[Louis Blériot]] compì la prima traversata aerea della [[Canale della Manica|Manica]]. |
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*R.G. Grant (ed. italiana a cura di R. Niccoli), ''Il volo - 100 anni di aviazione'' Novara, DeAgostini. 2003 |
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*Il ''Corriere della Sera'' del 16 settembre 2010, p. 9 dell'inserto milanese. |
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== Collegamenti esterni == |
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*{{cita web|autore= B. Parmentier |url=http://www.aviafrance.com/aviafrance1.php?ID=5720&ID_CONSTRUCTEUR=212&ANNEE=0&ID_MISSION=0&MOTCLEF= |titolo=Blériot XI |accesso=22 gennaio 2012 |lingua=fr |editore=http://www.aviafrance.com |opera=Aviation française, un siècle d'histoire |data=20 dicembre 1998 |cid=www.aviafrance.com}} |
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* [http://www.bleriot.centraliens.net Centenaire de la traversée de la Manche] |
* [http://www.bleriot.centraliens.net Centenaire de la traversée de la Manche] |
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* [http://storage.mfa.free.fr/BleriotXI.html Site sur le Blériot XI] |
* [http://storage.mfa.free.fr/BleriotXI.html Site sur le Blériot XI] |
Versione delle 16:51, 22 gen 2012
Blériot XI | |
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Replica volante del Blériot XI. | |
Descrizione | |
Tipo | Aereo da primato addestratore |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Raymond Saulnier |
Costruttore | Louis Blériot |
Data primo volo | 23 gennaio 1909[1] |
Esemplari | oltre 130 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 7,05 m |
Apertura alare | 7,81 m |
Altezza | 2,52 m |
Superficie alare | 14,00 m² |
Peso max al decollo | 320 kg |
Propulsione | |
Motore | un radiale Anzani tipo B-SCAC a 3 cilindri, raffreddato ad aria |
Potenza | 25 CV |
Prestazioni | |
Velocità max | 74 km/h |
Record e primati | |
Traversata del canale della Manica il 25 luglio 1909. | |
dati tratti da Blériot XI in "www.aviafrance.com" | |
voci di aeroplani sperimentali presenti su Wikipedia |
Il Blériot XI era un monoplano monomotore progettato dal francese Raymond Saulnier; con questo areo, che rivoluzionò le regole della progettazione aeronautica, il 25 luglio 1909 Louis Blériot compì la prima traversata aerea della Manica.
Tecnica e impiego
Ali e motore erano montati anteriormente, mentre il timone di direzione e quello di profondità erano in coda; la fusoliera era un'unica trave portante di legno, rinforzata con cavi e chiusa davanti a protezione del pilota. Il carrello era ammortizzato in modo innovativo e le ali singole, per quanto sottili e deboli, erano sorrette da robusti cavi, per meglio sopportare i carichi di volo e di atterraggio. Le ali, su profilo sottile concavo-convesso e dotate di un marcato diedro, erano prive di alettoni (come spesso accadeva all'epoca) e il rollio era comandato dallo svergolamento delle estremità alari, azionato da un volantino che regolava anche il beccheggio. Il timone posteriore regolava invece l'imbardata con un sistema a pedale, brevettato dallo stesso Blériot e divenuto poi lo standard, ancora oggi in uso su tutti i modelli di aereo. Il motore era un Anzani a tre cilindri da 25 cavalli, di un modello che normalmente era montato sulle motociclette, e azionava un'elica bipala in legno laminato.
Dopo l'impresa, molti danarosi sportivi ed eserciti comprarono il monoplano, tanto che l'imprenditore dovette apportare molte migliorie al velivolo, dotandolo ad esempio del nuovo motore Gnome rotativo da 50 cavalli.
Le versioni migliorate furono largamente usate in Francia, fino agli inizi della Grande Guerra, quando furono sostituiti dai nuovi biplani SPAD, Nieuport etc. e destinati all'addestramento.
Grandi imprese
La trasvolata della Manica
Il giornale inglese Daily Mail aveva messo in palio, per il primo uomo ad attraversare la Manica in aeroplano, una somma di 1000 sterline. Il favorito della gara che si era sviluppata intorno a quel premio era l'angloamericano Hubert Latham, facoltoso avventuriero e sportivo, con alle spalle gare in barca e voli in pallone, nonché alcuni record di velocità e di durata in volo. Latham decollò per il suo tentativo di mattina presto, il 19 luglio 1909, approfittando di un breve momento di tregua dal vento, dalle nubi, dalla pioggia e dalla nebbia che da giorni tenevano i concorrenti incollati al suolo. Ma, poco dopo il decollo, il motore del suo monoplano Antoinette IV si arrestò, costringendo il pilota al primo ammaraggio di fortuna della storia; Latham fu ricuperato indenne dalla nave militare francese che supportava l'operazione.
Sullo stesso treno che portava un nuovo aereo a Latham, per ripetere il tentativo di record, giunse a Calais l'aereo di Louis Blériot. Questi, zoppicante per un'ustione causata da una perdita d'olio in un volo precedente, era comunque in uno stato migliore del suo aereo, che dovette essere riparato con cura dal suo meccanico. Intanto, l'altro importante concorrente, il conte Charles de Lambert, era stato messo fuori gioco da un incidente durante un volo di prova, che aveva danneggiato uno dei suoi due biplani Wright.
Ma nelle primissime ore del 25 luglio 1909, il tempo migliorò sensibilmente. Prima dell'alba, Blériot verificò con un giro intorno a Calais che la macchina fosse in perfette condizioni. La marina francese fu avvertita, e non appena il sole sorse, alle 4 e 35 del mattino, l'aereo decollò e si diresse verso nord, nella nebbia. Blériot volava senza bussola, orologi né cartine. Dopo dieci minuti di volo aveva perso ogni riferimento, e non vedeva nient'altro che la superficie del mare un centinaio di metri sotto di sé. Altri dieci minuti più tardi avvistò la costa inglese, e corresse la rotta. Un cronista del giornale francese Le Matin, che lo attendeva presso il Castello di Dover, sventolò una bandiera francese per indicargli dove atterrare. Spento il motore (come era la prassi del tempo) Blériot planò verso il suolo, schiantandosi a terra in un atterraggio piuttosto brusco, che mandò in frantumi elica e carrello, ma che non provocò danni al pilota. Il volo era durato 36 minuti, e l'aereo aveva tenuto una velocità media di 64 km/h.
Louis Blériot, che non era preparato al clamore che lo storico volo avrebbe suscitato, e che era subito tornato in Francia in nave, dovette tornare a Londra per una cena ufficiale organizzata dal Daily Mail all'Hotel Savoy, e poi fu portato in trionfo a Parigi.
Oltre all'importanza di pietra miliare per la storia dell'aviazione, questo volo sancì la superiorità tecnica francese in campo aeronautico, che era destinata a durare ancora a lungo, e dimostrò che la possente marina della Gran Bretagna non sarebbe stata in grado di tenerla al sicuro da eventuali nemici provenienti dal cielo, come la Prima guerra mondiale avrebbe poi reso evidente.
L'attraversamento delle Alpi
Il pilota Jorge Chávez Dartnell, anche conosciuto come Geo Chávez, allora ventitreene, fu nel 1910 il primo a completare una trasvolata delle Alpi, a bordo di un Blériot XI con motorizzazione Gnome. Anche in questo caso, c'era in gioco un premio in denaro messo in palio per metà dall'Aero Club di Milano, e per metà dal Corriere della Sera. Chávez, che già deteneva un record di quota, decollò da Briga, in Svizzera, alle 13 e 29 del 23 settembre. Aveva con sé un barometro, una bussola e un tachimetro. Il pilota, seguito da una colonna d'auto con meccanici, guide alpine, medici, e l'inviato del Corriere Luigi Barzini senior, superò con relativa facilità il Passo del Sempione, a 2013 m di altitudine. Tuttavia, dopo 41 minuti di volo, quando ormai stava per atterrare a Domodossola, l'aereo precipitò accartocciandosi da una ventina di metri di altezza, ferendo Chávez, che morì quattro giorni dopo in ospedale. L'impresa, invero tecnicamente molto più difficile di quella di Blériot dell'anno precedente, suscitò al tempo altrettanto clamore, anche se oggi invece è quasi del tutto sconosciuta. In particolare, l'eroica morte in giovane età del pilota ispirò molti componimenti poetici sulla sua "sublime morte", persino da parte di Giovanni Pascoli.
Galleria immagini
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Anteriore della seconda versione con il nuovo motore gnome rotativo
Note
- ^ Bleriot XI La Manche in "www.aviastar.org"
Bibliografia
- R.G. Grant (ed. italiana a cura di R. Niccoli), Il volo - 100 anni di aviazione Novara, DeAgostini. 2003
- Il Corriere della Sera del 16 settembre 2010, p. 9 dell'inserto milanese.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Blériot XI
Collegamenti esterni
- (EN) Blériot XI "La Manche", in EADS, http://www.eads.com/1024/en/Homepage1024.html, 5 mag 2009. URL consultato il 6 dic 2009.
- (EN) Maksim Starostin, Bleriot XI La Manche, in Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 22 gennaio 2012.
- (FR) B. Parmentier, Blériot XI, in Aviation française, un siècle d'histoire, http://www.aviafrance.com, 20 dicembre 1998. URL consultato il 22 gennaio 2012.
- Centenaire de la traversée de la Manche
- Site sur le Blériot XI
- Blériot XI pour simulateur de vol
- Un Blériot XI au Musée Maurice Dufresne
- Site du Musée de l'Air et de l'Espace, Le Bourget
- Le Blériot Type XI N° 225 au MAPICA à La Baule, France