Latte in polvere
Il latte in polvere è un derivato del latte vaccino e si ricava attraverso la separazione della parte solida da quella liquida.
Il metodo è stato applicato, se pur con metodologie rudimentali, sin dal XIII secolo. Il metodo di produzione moderno è stato brevettato nel 1847.
Tecniche di produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il latte in polvere viene prodotto tramite essiccazione, che può avvenire tramite due metodologie differenti: il roller-dry e lo spray-dry.
- Tecnica roller-dry: con questo procedimento il latte viene fatto cadere all'interno di due cilindri rotanti in senso inverso e riscaldati a temperature di 130-150 °C sui quali, in pochissimi secondi, evapora l'acqua, mentre la sostanza secca viene distaccata da coltelli raschianti andandosi a depositare sul fondo della camera. Il prodotto finito presenta un'alterazione delle proteine e la polvere di latte assume una colorazione giallognola e un sapore di cotto.
- Tecnica spray-dry : questo procedimento è basato sull'atomizzazione del latte pastorizzato ed omogeneizzato e spruzzato attraverso sottili ugelli che formano piccolissime goccioline le quali, passando in una camera dove una corrente d'aria calda a 150 °C evapora l'umidità presente, formando la polvere.
Solubilità
[modifica | modifica wikitesto]Il latte in polvere molte volte presenta dei problemi di solubilità che vengono risolti con il procedimento di istantaneizzazione, che consiste nell'umidificare a vapore la polvere prodotta con metodo spray, facendole assumere una struttura porosa e granulare dalla quale, dopo averla essiccata, raffreddata e ridotta in dimensioni definite, si produrranno le polveri istantanee che aumenteranno di conseguenza la bagnabilità e la solubilità.
Tipi
[modifica | modifica wikitesto]Il commercio del latte in polvere avviene in tre tipi: intero, parzialmente scremato e magro. La legge italiana prevede per il tipo intero un contenuto di materia grassa intorno al 26%, per quello parzialmente scremato dal 13 al 17% e per il magro un tenore di grasso non inferiore allo 0,5%. La ricostituzione del latte in polvere deve avvenire con acqua non troppo calda ed inserendo la polvere "a pioggia" affinché non si formino grumi.
Il rapporto polvere-acqua per ricostituire un litro di latte è fissato in:
- intero: polvere 100 g, acqua 900 g;
- parzialmente scremato: polvere 100 g, acqua 900 g;
- magro: polvere 120 g, acqua 880 g.
Latte in polvere per neonati
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni '90 massicce campagne pubblicitarie delle aziende produttrici di latte in polvere per neonati lo reclamizzarono come più sicuro dell'allattamento al seno, convincendo così molte madri a rinunciare all'allattamento naturale, o comunque a chi non disponeva di abbastanza latte materno a rivolgersi a delle balie con ripercussioni sanitarie sullo sviluppo dei bambini legate al costo della nutrizione artificiale e, in alcuni paesi, alla problematica disponibilità di acqua pura dal punto di vista microbiologico e alla difficoltà di dover garantire la sterilità dei biberon. Ciò ha portato le legislazioni di molti paesi a introdurre il divieto della pubblicità dei latti in polvere per neonati al fine di raggiungere, entro il 2025, l'obbiettivo del 50% di allattamento al seno fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per i lattanti fino a sei mesi[1]. Nel 2014, la percentuale registrata è stata del 38% dei bambini di età fino a 6 mesi, mentre, secondo gli stessi dati, la percentuale di paesi che hanno adeguato la propria legislazione in materia era ancora ferma al 20%[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Oms, regole su latte artificiale rispettate solo dal 20% dei Paesi, in RaiNews24, 21 novembre 2014. URL consultato il 19 settembre 2015.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su latte in polvere
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, DE, FR) Latte in polvere, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) dried milk, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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