Zelotes mkomazi
Zelotes mkomazi | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Chelicerata |
Classe | Arachnida |
Ordine | Araneae |
Sottordine | Araneomorphae |
Superfamiglia | Gnaphosoidea |
Famiglia | Gnaphosidae |
Sottofamiglia | Zelotinae |
Genere | Zelotes |
Specie | Z. mkomazi |
Nomenclatura binomiale | |
Zelotes mkomazi FitzPatrick, 2007 |
Zelotes mkomazi FitzPatrick, 2007 è un ragno appartenente alla famiglia Gnaphosidae.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome della specie deriva dal parco tanzaniano in cui sono stati rinvenuti gli esemplari il 27 novembre 1994: la Mkomazi Game Reserve[1].
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Questa specie appartiene al bastardi group, le cui peculiarità sono: larga base embolare con estensioni retrolaterali ampie e estensioni prolaterali molto ampie; l'apofisi terminale è tronca e l'embolus è ampio, ma corto. Le femmine, invece hanno i dotti laterali dell'epigino allargati e quelli trasversali di forma media[1].
L'olotipo femminile rinvenuto ha lunghezza totale è di 9,17mm; la lunghezza del cefalotorace è di 4,17mm; e la larghezza è di 2,92mm[1].
Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]
La specie è stata reperita nella Tanzania nordorientale: l'olotipo femminile è stato rinvenuto ad est della Junction 29, nel territorio della Mkomazi Game Reserve, appartenente alla regione del Kilimangiaro[1].
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Al 2016 non sono note sottospecie e dal 2007 non sono stati esaminati nuovi esemplari[1].
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- FitzPatrick, M.J., 2007 - A taxonomic revision of the Afrotropical species of Zelotes (Arachnida: Araneae: Gnaphosidae). Bulletin of the British Arachnological Society vol.14, pp.97-172 PDF (pag.131-132)
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) The world spider catalog, Gnaphosidae, Zelotes mkomazi, su wsc.nmbe.ch. URL consultato il 21 febbraio 2016.