Verenin Grazia

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Verenin Grazia

Deputato della Consulta Nazionale Italiana
Durata mandato25 settembre 1945 –
24 giugno 1946
Gruppo
parlamentare
Socialista

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Socialista
CollegioBologna
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato1948 –
1953
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
Socialista
CollegioBologna
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano di Unità Proletaria
Titolo di studioDiploma di scuola media superiore
ProfessioneSindacalista

Verenin Grazia (Rimini, 2 giugno 1898Bologna, 31 maggio 1972[1]) è stato un sindacalista, partigiano e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Verenin Grazia, soprannominato partigiano «Montini», nato da Vittorio e Rosa Guidi, anarchico in gioventù, aderì in seguito al PSI.

Alla vigilia della prima guerra mondiale fu attivista a Rimini del sindacato anarchico aderente all'USI. Per qualche tempo fu anche funzionario del sindacato anarchico a Milano. Alla fine della prima guerra mondiale a Rimini ricoprì numerosi incarichi nel movimento cooperativo romagnolo. Fu direttore del Consorzio cooperative agricole e di consumo di Rimini. Nello stesso periodo di tempo fece parte della segreteria nazionale dell'USI e della redazione del settimanale regionale anarchico “Sorgiamo!”. Nel 1922, quando il Consorzio cooperativo di Rimini fu sciolto dai fascisti, si trasferì a Bologna. Lavorò per qualche tempo all'ufficio regionale del lavoro, poi espatriò in Francia a causa delle persecuzioni fasciste. Negli anni '30 aderì al PSI.[2]

Nei primi giorni dell'agosto 1943 partecipò alla riunione, presente Pietro Nenni, per l'unificazione del PSI e del MUP e la conseguente nascita del PSUP, poi PSIUP. Con l'inizio della Resistenza armata, fu designato a far parte del CLN provinciale. Organizzò una brigata partigiana sull'Appennino tosco-romagnolo e assunse la segreteria del CLN regionale dell'Emilia-Romagna, incarico che mantenne ininterrottamente sino alla Liberazione. Qui divenne il coordinatore delle numerose commissioni di lavoro (economica, giuridica, lavoro, ecc.) costituite all'interno del massimo organismo politico della Resistenza.[3] Alla fine della guerra, deputato della Consulta Nazionale studiò e approntò il progetto di legge, cosiddetto del «maltolto», per restituire alla cooperazione i beni patrimoniali e immobiliari espropriati dal fascismo. Fu anche eletto Parlamentare della Camera dei Deputati nella I legislatura della Repubblica Italiana, restando in carica fino al 1953[4].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Studio sulla Resistenza emiliana, in "La Squilla", pubblicato a puntate dal n. 43 del 1955 al n. 37 del 1956;
  • Bologna socialista nella lotta di liberazione, in «Almanacco socialista 1946», Milano, 1946;
  • La liberazione di Bologna, in Storia dell'antifascismo italiano, a cura di L. Arbizzani e A. Caltabiano, Roma, Editori Riuniti, 1964, vol.II, pp. 301–8.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Verenin Grazia, su costituenti.900-er.it. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  2. ^ Grazia Verenin, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 7 aprile 2023.
  3. ^ Nazario Sauro Onofri, Comitato di liberazione nazionale Emilia-Romagna, (CLNER), su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 7 aprile 2023.
  4. ^ Verenin Grazia / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 17 maggio 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90367611 · SBN TO0V281172 · LCCN (ENn2021066812 · GND (DE1228276579 · WorldCat Identities (ENviaf-90367611