Utente:Rossella Vignola (OBC)/Sandbox

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

OCCRP è stato fondato da due noti giornalisti, Drew Sullivan e Paul Radu. Sullivan lavorava come giornalista presso il Center for Investigative Reporting (CIN) di Emeryville, in California e Radu lavorava come giornalista investigativo in Romania. La prima inchiesta realizzata in collaborazione con altri colleghi riguardava la vendita di energia. L’inchiesta dimostrava che  se i trader compravano l’energia a costi bassi, il settore pubblico pagava prezzi sempre più alti. Nel 2007 l’inchiesta vinse la prima edizione del premio Global Shining Light Award istituito dal Global Investigative Journalism Network. Da allora Radu and Sullivan hanno realizzato altre inchieste collaborative ed hanno dato vita ad OCCRP grazie ad un fondo dell’United Nations Democracy Fund.

OCCRP è stato uno dei primi progetti di giornalismo d’inchiesta transnazionale collaborativo gestito da un’organizzazione non-profit, secondo un approccio che sta avendo crescenti riconoscimenti negli Stati Uniti e in Europa.

Mission[modifica | modifica wikitesto]

L’obiettivo di OCCRP è di ricostruire e rendere pubblici gli affari e i legami della criminalità organizzata e le loro relazioni con i governi[1]. Il gruppo di lavoro è costituito da giornalisti provenienti da tutto il mondo.[1]

In una dichiarazione circa la sua missione si legge: “Il mondo in cui viviamo è sempre più polarizzato. I media sono invasi da propaganda e misinformazione, o semplicemente diffondono informazioni scorrette. Dobbiamo sforzarci per capire come funzionano le nostre società che sono sempre più complesse. Dobbiamo essere in grado di arrivare alla verità per poter prendere le decisioni di cui abbiamo bisogno. Nel nostro piccolo ci impegniamo nel dire la verità e lo facciamo nel modo migliore che possiamo”.

OCCRP è uno delle principali organizzazioni dedicate al giornalismo investigativo; produce più di 60 inchieste cross-nazionali all’anno.[1] Il sito è visitato da più di 6 milioni di lettori al mese; altri 200 milioni hanno accesso alle sue inchieste attraverso le testate che ri-pubblicano il lavoro del Centro.[1]

L’organizzazione conduce anche corsi di formazione per giornalisti su tecniche giornalistiche avanzate.[1]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Inchieste[modifica | modifica wikitesto]

OCCRP ha condotto numerose inchieste investigative di alto livello, incluso su temi come finanza offshore, l’influenza della criminalità organizzata sulla proprietà delle società calcistiche, casinò e industria della sicurezza[2][3]. Nel 2013, ha aperto una nuova pista sul caso Magnitsky, la più grande evasione fiscale della storia della Russia, dimostrando che i fondi rubati dalle casse del tesoro russo erano finiti in un’azienda che all’epoca era guidata dal figlio di un ex ministro dei trasporti. Parte dei fondi era stata usata per comprare proprietà immobiliari di fascia alta vicino a Wall Street[4] Da allora i pubblici ministeri statunitensi hanno cercato di sequestrare alla società 18 milioni di dollari di proprietà.[5]

Lavorando insieme alla TV svedese SVT e all’agenzia TT News Agency, OCCRP ha scoperto che il gigante delle telecomunicazioni TeliaSonera (oggi Telia), Vimpelcom e altre compagnie telefoniche hanno pagato circa un miliardo di tangenti alle compagnie controllate da Gulnata Karimova, la moglie del presidente dell’Uzbekistan Islam Karimov. Dopo lo scandalo più di 800 milioni di beni sono stati sequestrati e congelati dalle autorità. Vimpelcom ha pagato 775 milioni di multa per la propria parte nelle tangenti. L'inchiesta ha vinto diversi riconoscimenti internazionali.

OCCRP ha lavorato al progetto Panama Papers insieme all’International Consortium of Investigative Journalists and Süddeutsche Zeitung producendo più di 40 articoli sulla corruzione legata ad entità offshore in cui risultavano coinvolte personalità vicine al presidente russo Vladimir Putin, il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev e il presidente ucraino Petro Poroshenko.

Ha indagato sul tentativo di omicidio di un banchiere russo che ha portato il governo moldavo a bandire il partito politico filo-russo Patria alle elezioni del 2014 e il leader del partito a fuggire dal paese.[6][7] Ha inoltre indagato su un massiccio programma di riciclaggio di denaro, la cosiddetta "lavanderia russa", che ha trasferito decine di miliardi di dollari in Europa utilizzando società offshore, falsi prestiti e giudici moldavi corrotti. Alcune delle banche russe coinvolte erano in parte di proprietà di Igor Putin, cugino del presidente russo Vladimir Putin.[8]

Le sue inchietse sul presidente e sul primo ministro montenegrino Milo Đukanović hanno portato a manifestazioni di piazza, a richieste  di dimissioni e ad un attento scrutinio da parte dell’Unione europea e della NATO sulle richieste di adesione del Montenegro alle due organizzazioni. Due serie di articoli hanno esaminato i legami tra Đukanović e la criminalità organizzata. Un’altra serie ha tracciato i movimenti della banca della famiglia del presidente, Prva Banka, e di come egli abbia gestito il processo di privatizzazione concedendo la banca a suo fratello a basso prezzo, spostando ingenti quantità di fondi pubblici nella banca per poi concedere prestiti a familiari, amici e crimine organizzato a condizioni estremamente favorevoli. Quando la banca è poi fallita sotto il peso di questi prestiti inesigibili, Đukanović l’ha salvata con fondi pubblici. La Banca centrale del Montenegro ha detto che il governo aveva mentito sul pagamento dei prestiti.[9]

Un’altra serie di articoli ha approfondito le modalità in cui il presidente, attraverso il suo staff, ha intrattenuto strette relazioni con trafficanti di droga internazionali come Darko Saric, al punto che alcuni comuni costieri controllati dal suo partito hanno concesso quasi gratuitamente l’uso di alcune proprietà al bos ricercato. L’inchiesta ha anche mostrato che la mafia italiana contrabbandava sigarette in Italia da un’isola al largo della costa montenegrina di proprietà dell’amico del presidente Stanko Subotic e controlla dal suo capo della sicurezza.[10]

Impatto[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2009, il lavoro d’inchiesta di OCCRP ha contributo:

  • al sequestro di circa 4.2 miliardi di beni;
  • ad iniziare 55 indagini penali;
  • ad emettere 115 mandati di arrestoM
  • a 12 licenziamenti importanti, tra cui un presidente, un primo ministro e amministratori delegati di importanti società internazionali.[1]

Premio Persona dell’anno[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2012, OCCRP dedica il Premio Persona dell’anno a “le persone che hanno contributo a far crescere il crimine organizzato e la corruzione".[11]

  1. ^ a b c d e f (EN) OCCRP, About Us, su www.occrp.org. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  2. ^ (EN) Deutsche Welle (www.dw.com), Private security firms in the Balkans harbor corruption, observers say | DW | 19.06.2010, su DW.COM. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  3. ^ Vîntu, cercetat alături de Kiss Laszlo, pentru o fraudă de 8 milioane de euro, su jurnalul.antena3.ro. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  4. ^ Magnitsky Stories, su www.reportingproject.net. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  5. ^ (EN) U.S. Seeks Magnitsky Fraud Scheme Assets, su RadioFreeEurope/RadioLiberty. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  6. ^ [ VIDEO ] Asasin în Lege, su Rise Moldova. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  7. ^ (EN) Moldova: Pro-Russia Party Banned from Elections After OCCRP Expose, su www.occrp.org. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  8. ^ (EN) OCCRP - The Russian Laundromat, su OCCRP - The Russian Laundromat. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  9. ^ First Bank – First Family, su www.reportingproject.net. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  10. ^ Unholy Alliances - How Organized Crime, Government and Business Interact in Montenegro, su www.reportingproject.net. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  11. ^ OCCRP, Venezuelan president wins OCCRP person of the year for 2016, su www.occrp.org. URL consultato il 26 gennaio 2019.