Utente:Riccardo Casini/Lorenzo Alessandri (pittore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Lorenzo Alessandri (Torino, 16 febbraio 1927Giaveno, 15 maggio 2000) è stato un pittore italiano, fondatore nel 1964 del gruppo Surfanta e della rivista omonima.


Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Template:Collapse top Autodidatta, a 13 anni iniziò a incidere il linoleum, ma si dedicò presto alla pittura ad olio. Sul finire della Seconda guerra mondiale aprì il suo primo studio, chiamato la Soffitta macabra a Torino. Nel dopoguerra perfezionò lo studio dal vero dal maestro Giovanni Guarlotti. È proprio in questo periodo che creò personaggi fantastici a china, conosciuti come i Pascal.

Nel 1954 fondò il piccolo periodico La Candela (la direttrice della rivista fu l'allora moglie Dina Foppa) sul quale pubblicò lavori a china e carboncino, e le sue prime acqueforti. Perfezionò il suo gusto del colore con pennellate e tecniche diverse. Dal 1959 realizza uno dei suoi primi cicli pittorici, ossia le Bambole. Nel 1964 lanciò l'idea di una corrente artistica che si opponeva alle neoavanguardie unendo fantasia e surrealismo e fondando l'omonima rivista Surfanta. Del gruppo facevano parte: Abacuc (Silvano Gilardi), Lamberto Camerini, Enrico Colombotto Rosso, Giovanni Macciotta, Mario Molinari e Raffaele Pontecorvo. Il movimento, pur sciogliendosi nel 1972, fu divulgato da Alessandri che sino alla morte sentirà la sua appartenenza Surfanta (inizialmente da SURrealismo e FANTAsia, poi da SUbcosciente Reale FANTastica Arte).

Pur essendo un fervente cattolico, oltre che disegnare scene macabre, in questo periodo si dedicò anche agli studi di occultismo, esoterismo e massoneria, diffondendo goliardicamente, insieme a Peter Kolosimo, leggende legate al mondo dell'occulto, una per tutte quella di presenze extraterrestri sul Monte Musinè, un basso monte alle porte di Torino celebre per la sua fama legata già in precedenza al mistero. Si considerava, tuttavia, un orientalista e si professò per molti anni buddhista. Fu tra i più grandi collezionisti di statuette sino-tibetane. Viaggiò molto ed espose nelle gallerie di tutto il mondo. Si recò in modo ripetuto ad Amsterdam che amava come se fosse una sua seconda patria.

Dal 1962 al 1975 dipinse delle tavole a olio su legno chiamate Bestie e Donne e Doppie. In questo periodo si trasferì in una casa-studio presso Giaveno presso il Trucco Surfanta.

Negli anni seguenti, i suoi personaggi Pascal entrarono nella pittura ad olio in scene di paesaggi notturni, cittadini e rurali, creando la serie dei Posti. Dal 1989 al 1995 concluse una serie di 33 interni (Camere) collegati fra loro da un filo narrativo, nei quali gli stessi personaggi fantastici, unitamente a creature improbabili e oggetti imprevisti, costituiscono un racconto ideale e simbolico.

La sua attività proseguì fino agli ultimi anni di vita lasciando oltre 900 chine Pascal, centinaia di acquerelli, tempere e tecniche miste, 170 acqueforti, oltre 100 xilografie su legno di testa, di filo e su linoleum e circa 60 ex libris, molte litografie e serigrafie a più colori.

Gli studi dal vero compresero circa 9 000 disegni a matita di figura umana, anatomia, ritratto, nudo, animali e schizzi di viaggio, quasi 3000 dipinti ad olio.

Tenne decine di mostre personali e partecipò a circa 400 collettive in Italia e all'estero. Sue opere grafiche si trovano alla GAM di Torino, al Gabinetto Reale delle stampe di Bruxelles, al Museo della Xilografia Italiana di Carpi, alla Biblioteca della Yale University (U.S.A.).

Alcune Bambole sono conservate presso il Museo d'arte delle generazioni italiane del Novecento G.Bargellini di Pieve di Cento, e presso la Galleria Civica di Santhia.

Si spense nella sua casa di Giaveno il 15 maggio 2000. Fu cremato presso il Cimitero monumentale di Torino

Stile e influenze[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Sgarbi lo descrive così: «La sua fantasia è macabra e sfrenata. Come pochi artisti dopo Bosch, Alessandri ci racconta le sue ossessioni in descrizioni mostruose e straordinarie. Inventando situazioni ed episodi impensabili, comici e tragici. Alessandri libera e descrive i suoi incubi e i suoi turbamenti, spesso in forma di tormenti, e si candida a primo surrealista italiano. Un puro visionario... Riscoprirlo oggi vuol dire restituirgli il posto che non gli è stato dato nell'arte della seconda metà del Novecento, militarmente occupata da alcuni artisti obbligatori, spesso ripetitivi e poveri di idee, compiaciutamente - e non cristianamente - poveri, adatti a un tempo senza anima e senza spirito. Alessandri rischiò - e patì - l'isolamento per mantenersi fedele al suo sentimento e alla sua febbre. Ed oggi continua a parlarci e a stupirci».[1]

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • Torino e i sette Re, Surfanta rinasce con volo di Fenice a cura di Stefano Morabito, 2021 Pinacoteca Francesco Tabusso Rubiana
  • Lorenzo Alessandri tra inconscio e Surreale a cura di Monica Col, 2021 città di Collegno

Museo[modifica | modifica wikitesto]

La città di Giaveno ha allestito con la curatrice Concetta Leto, il Museo Alessandri - la cui sede è stata inaugurata il 12 maggio 2019 - grazie alla donazione della ex moglie Dina Foppa. Dopo un periodo di chiusura nel periodo 2020/21[2], è stato riaperto nell'ottobre 2021.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Alessandri, Ora Di Luna, Ivrea, Priuli & Verlucca, 1977.
  • Lorenzo Alessandri, Mutamenti, Torino, Sevegram, 1981.
  • Lorenzo Alessandri, La mia raccolta Pascal, Introduzione di Carla Toscano, Avigliana, Comune di Avigliana - Assessorato alla Cultura, 1987.
  • Lorenzo Alessandri, Zorobabel, a cura di Concetta Leto, Skira, 2012, ISBN 885721124X.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lorenzo Alessandri, su 1995-2015.undo.net. URL consultato il 13 settembre 2021.
  2. ^ Alberto Tessa, Giaveno, l’apertura del Museo Alessandri è soltanto rimandata, in La Valsusa, 25 maggio 2020. URL consultato il 13 settembre 2021.
  3. ^ Comune di Giaveno - Appuntamenti e manifestazioni - APERTURA MUSEO ALESSANDRI – 3 OTTOBRE 2021, su comune.giaveno.to.it. URL consultato l'8 ottobre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Concetta Leto (a cura di), Le bambole di Alessandri, Torino, Mariogros, 2000.
  • Dina Foppa (a cura di), I Posti di Alessandri, Torino, Attini, 2000.
  • Concetta Leto (a cura di), Eclissi, Torino, Attini, 2000.
  • Concetta Leto (a cura di), Omaggio a Lorenzo Alessandri, Il guardiano dell'Idea, Avigliana, 2008.
  • Concetta Leto, Lorenzo Alessandri - Hotel Surfanta, Skira, 2013, ISBN 8857217426.
  • Concetta Leto (a cura di), Il Tibet di Alessandri, Torino, Consiglio regionale del Piemonte, 2016.
  • Concetta Leto (a cura di), Le Lune di Alessandri, Torino, Consiglio regionale del Piemonte, 2020.
  • Concetta Leto (a cura di), Viaggio nel cinque, Milano, La nave di Teseo, 2021.
  • Monica Col (a cura di), Lorenzo Alessandri tra Inconscio e Surreale, Novara, Le tre Dimensioni, 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]