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'Bone' è una serie a fumetti fantasy pubblicata indipendentemente, scritta e illustrata da Jeff Smith, in origine divisa in 55 volumi usciti negli Stati Uniti tra il 1991 e il 2004. Narra delle avventure di tre bone, creature bianche, antropomorfe e dal lungo naso: Fone Bone e i suoi due cugini Phoney Bone (diminutivo di Phoncible P. Bone) e Smiley Bone; i quali, in fuga da Boneville, la loro città, si perdono in un deserto pietroso e raggiungono infine una vallata sconosciuta. Qui vengono coinvolti nello scontro in atto tra gli esseri umani e delle creature pelose note come "rattodonti" o "creature ratto", comandati da un misterioso personaggio chiamato l'Incappucciato. I disegni in bianco e nero di Smith sono ispirati alla tradizione dei cartoni animati e delle strisce a fumetti, in particolare a Pogo di Walt Kelly: "Ero un grande fan di Carl Barks e Pogo, per cui era naturale per me cercare di disegnare in quel modo che sembra fondere Walt Kelly e Moebius."[1] Infatti la storia si caratterizza per un'alternanza tra un tono comico, spensierato e uno più "dark" tipico del genere fantasy: il Time lo ha definito "commovente come il signore degli anelli, ma più divertente."[2]

Bone ha ricevuto numerosi premi, tra cui dieci Premi Eisner[3][4][5][6][7] e undici Harvey Awards.[8][9][10][11][12][13][14][15][16]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La serie ha per protagonisti i cugini Bone, tre esseri bianchi e calvi dai tratti molto stilizzati. Nelle pagine iniziali di "Fuori da Boneville" i tre cugini Bone; l'avido Phoncible P. "Phoney" bone, il goffo Smiley Bone e il mite Fone Bone, sono stati cacciati dalla loro città natale "Boneville" in seguito ad un incidente durante la campagna elettorale di Phoney per il ruolo di sindaco. Dopo aver attraversato un deserto, i cugini vengono divisi da uno sciame di locuste e finiscono in una misteriosa Valle, ciascuno per conto proprio, a cercare di aprirsi una via in questo paesaggio fiabesco inseguiti dalle "creature ratto". Si riuniscono in seguito in una taverna locale chiamata Barrelhaven, alla quale sono condotti da una ragazza misteriosa di nome Thorn e dalla sua ancor più enigmatica nonna. Fone Bone si invaghisce subito di Thorn appena la incontra, e prova ripetutamente a dichiarare il suo amore con la poesia. Durante il loro soggiorno nella valle, i Bone incontrano uomini e creature diverse che affermano di essere minacciati da un'entità oscura, il Signore delle Locuste. Queste vicende coinvolgono rapidamente i protagonisti, spingendoli a compiere un viaggio eroico per aiutare a liberare la Valle.

Anche se Boneville non è mai mostrata nella storia esplicitamente, essa è descritta come se fosse teconologicamente contemporanea e simile ad una società americana: Fone si riferisce al suo centro-città e trasporta dei fumetti per Smiley e un romanzo Moby Dick nel suo zaino, Phoney porta con sè del denaro contante. Al contrario, la Valle è dipinta come un ambiente medievale, in quanto i suoi abitanti si avvalgono del sistema del baratto e le armi e i mezzi di trasporto sono simili a quelli del Medioevo.

Storia Editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Secondo quanto racconta Jeff Smith, i primi disegni preparatori di quello che in seguito divenne Bone e i suoi cugini furono eseguiti quando lui aveva circa cinque anni e, seduto in salotto a disegnare, fece qualcosa che assomigliava ad un vecchio telefono fisso, che appariva come un corrucciato personaggio con la bocca spalancata. Elementi di quel personaggio e dei suoi derivati rifluirono nel personaggio di Phoney Bone, il cugino con l'aria più scorbutica. Il suo nome deriva da "Fonebone", il cognome generico che Don Martin dava a molti dei suoi personaggi che apparivano nel suo albo Mad[17] Smith iniziò a creare i fumetti con i personaggi Bone appena nel 1970, quando aveva solo 10 anni.[18]

Una importante fonte di ispirazione per Smith fu Carl Barks, creatore tra gli altri di Zio Paperone. Alludendo all'influenza di Barks su Bone, Smith commentò: "Ho sempre desiderato che Zio Paperone si imbarcasse in una più lunga avventura. Ho pensato, 'Ragazzi se solo si potesse trovare un fumetto di quella qualità con la lunghezza di, non so, Guerra e Pace, o l'Odissea o qualcosa del generem sarebbe sicuramente qualcosa che amerei leggere, e anche da bambino cercavo dappertutto un fumetto così, in cui la storia di Zio Paperone fosse lunga 1100 pagine."[17] Un'altra influenza di Bone, e la più grande ispirazione per le opere di Smith in generale, fu comunque certamente Walt Kelly.[17][19][20]

Le specifiche opere letterarie che hanno influenzato Bone includono il libro preferito di Smith: Moby Dick. Smith, che cita i suoi molteplici livelli di lettura e il suo simbolismo, ha inserito in Bone numerosi riferimenti al romanzo. Inoltre parlando di Huckleberry Finn disse che sul suo modello ricalcò la struttura narrativa di Bone, spiegando che: "Il tipo di storie in cui mi sono immerso, come Huckleberry Finn, sono quelle che iniziano in modo molto semplice, più o meno come le storie per bambini... ma più si va avanti, più la trama diventa oscura, e i temi diventano un po' più sofisticati e complessi, e queste sono proprio il tipo di storie che mi attraggono." Altre influenze a questo riguardo sono state la trilogia originale di Star Wars, Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e le fiabe classiche e i miti a cui queste storie sono ispirate.[17]

Mentre Smith frequentava l'Università dell'Ohio, creò una striscia chiamata Thorn per il giornale studentesco The Lantern, che includeva alcuni dei personaggi che più tardi comparvero in Bone.[21][22]

Dopo il college, Smith e i suoi amici produssero lavori di animazione su commissione nel loro studio, Character Builders Inc., ma Smith un giorno decise che quello non era il tipo di disegni che desiderava fare. Catturato dall'idea di poter produrre la propria storia animata, ma attraverso il media del fumetto, e convinto dalla lettura de Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller e di Maus di Art Spiegelman che un fumetto serio con una struttura fatta da un inizio, un centro ed un finale, fosse sia artisticamente che commercialmente percorribile, decise di produrre Bone.[17]

Nel 1991, Smith creò la sua compagnia, Cartoon Books, per pubblicare la serie.[23] All'inizio, Smith si pubblicò indipendentemente, ciò significa che fece tutto il lavoro necessario sia per produrre il libro che per distribuire in commercio la serie, rispondendo alla posta e occupandosi del lavoro grafico e di Lettering (che fece a mano), inviando i suoi lavori alla tipografia. Ciò rese difficile concentrarsi sulla scrittura e sul disegno del libro, e di conseguenza rimase indietro sulla produzione. Per rimediare, chiese a sua moglie di lasciare il suo lavoro a Silicon Valley per occuparsi dell'aspetto commerciale di Bone in qualità di presidente della Cartoon Books. Smith riuscì così a concentrarsi nuovamente sul disegno e le vendite migliorarono. [17] Nel 1995, Smith iniziò a pubblicare con la Image Comics. Credeva che questo sarebbe stato un cambiamento temporaneo, per cui, al fine di mantenere la posizione del libro nei cataloghi la raccolta dei volumi rimase sotto l'etichetta della Cartoon Books.[24] Durante il periodo con la Imagem le prime 27 uscite furono ristampate dalla Image con nuove copertine, che si distinguono per il logo Image nell'angolo in alto a sinistra. Le prime stampe si distinguono dalle ristampe dal diverso colore del logo sul fronte di copertina. Il fumetto e la sua storia finirono con il numero 55, datato Giugno 2004. Tutte le 55 uscite sono poi state raccolte in volumi singoli.

Volumi integrali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Interview: Jeff Smith Pt. 1 (of 2), su thedailycrosshatch.com, 12 marzo 2007. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  2. ^ Arnold, Andrew; Best + Worst 2004: "The Best Comix";, Time.com. URL consultato l'8 gennaio 2011. [collegamento interrotto]
  3. ^ Eisner Awards for 1993
  4. ^ Eisner Awards for 1994, su hahnlibrary.net. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  5. ^ Eisner Awards for 1995, su hahnlibrary.net. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  6. ^ Eisner Awards for 1998, su hahnlibrary.net. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  7. ^ Eisner Awards for 2005, su hahnlibrary.net. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  8. ^ Harvey Award winners for 1994
  9. ^ Harvey Award winners for 1995, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  10. ^ Harvey Award winners for 1996, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  11. ^ Harvey Award winners for 1997, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  12. ^ Harvey Award winners for 1999, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  13. ^ Harvey Award winners for 2000, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  14. ^ Harvey Award winners for 2003, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  15. ^ Harvey Award winners for 2005, su harveyawards.org. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  16. ^ The History of BONE & Jeff Smith, su boneville.com. URL consultato l'8 gennaio 2011.
  17. ^ a b c d e f Filmato audio Ken Mills (Director), The Cartoonist: Jeff Smith, BONE and the Changing Face of Comics, Mills James Productions, , July 21, 2009.
  18. ^ Jeff Smith, The Art of Bone (Milwaukie, Oregon: Dark Horse Books, 2007), ISBN 978-1-59307-441-8, p.19.
  19. ^ "Jeff Smith's 'Bone' Goes From Comic Book to Gallery Wall". The NewsHour with Jim Lehrer. July 21, 2008. Retrieved January 27, 2009.
  20. ^ Lucy Shelton Caswell and David Filipi, Jeff Smith: Bone and Beyond (Columbus, O.: The Ohio State University, Wexner Center for the Arts, 2008), ISBN 978-1-881390-46-6, pp. 7, 17.
  21. ^ French, Kristin M. (October 2, 2001). "Comic man returns to roots". The Lantern. Retrieved January 27, 2009.
  22. ^ Eichenberger, Bill (May 4, 2008). "Bone and beyond...Award-winning cartoonist Jeff Smith given his due with talks, exhibits at OSU". Columbus Dispatch.
  23. ^ "About Jeff Smith". Boneville. Retrieved July 23, 2013.
  24. ^ "Image Comics, The Trilogy Tour, Rose, and the One Volume Edition". Boneville. Retrieved July 28, 2013.