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Principia philosophiae, 1685

«Spero che i posteri mi giudicheranno con benevolenza, non solo per le cose che ho spiegato, ma anche per quelle che ho intenzionalmente omesso, così da lasciare ad altri il piacere della scoperta»

Il cartesianesimo è un movimento filosofico-intellettuale che ha avuto origine dal pensiero del filosofo Cartesio (1596-1650). Esso ha raggiunto il suo apice tra il XVII e il XVIII secolo, anche se non mancano varianti anche nei secoli successivi.

I seguaci di questo movimento vengono chiamati "cartesiani".

Panoramica del cartesianesimo[modifica | modifica wikitesto]

René Descartes in un ritratto di Frans Hals, 1649

Il cartesianesimo, da un punto di vista metafisico ed epistemologico, è considerato una sorta di razionalismo dato che i cartesiani ritengono che una conoscenza certa derivi dalla ragione attraverso le idee innate. Questo si oppone all'empirismo tradizionale, che ebbe origine con Aristotele, secondo il quale la conoscenza umana deriva dall' esperienza sensibile[1]. Per Cartesio, però, essa poteva fallire, riducendo il tutto ad una probabilità e quindi nulla di certo.

Ciononostante i cartesiani svilupparono teorie scientifiche probabilistiche conseguite ad una osservazione e ad una sperimentazione, come facevano gli empiristi. Essi furono costretti ad accontentare se stessi con una conoscenza incerta, poiché credevano nell'onnipotenza di Dio e nella libertà della sua volontà; Dio, quindi, potrebbe -se lo desiderasse-, trasformare una verità apparente in una falsità e una falsità apparente in una verità. Gli esseri umani, dotati di un intelletto umano finito, sono certi solo di ciò che Dio rivela e del fatto che essi e Dio esistano.

I cartesiani adottarono una sorta di dualismo composto da due sostanze finite: mente e materia. L'essenza della mente è il pensiero autocosciente; l'essenza della materia è l'estensione in tre dimensioni. Dio è una terza sostanza, dotato di esistenza come essenza. Egli crea gli esseri umani unendo mente e corpo.

Per i cartesiani la conoscenza del mondo è indiretta. Essa dipende da alcuni movimenti del corpo che vengono comunicati dagli organi sensoriali al cervello (tramite i nervi), per produrre quindi idee sensibili, nonché sensazioni, nella mente.

La distribuzione geografica[modifica | modifica wikitesto]

Olanda[modifica | modifica wikitesto]

Henricus Regius ritratto nella sua opera Philosophia naturalis, 1661

La filosofia di Cartesio si diffuse dapprima in Olanda[2], dove il filosofo francese aveva abitato per gran parte della sua esistenza. Tra i primi ad insegnare filosofia cartesiana in Olanda furono Henricus Reneri e Henricus Regius, entrambi insegnanti, il primo di filosofia e il secondo di medicina presso l'università di Utrecht. Quest'ultimo probabilmente doveva la sua nomina di professore di medicina teorica in quell'università proprio grazie al suo essere un cartesiano[3]. Negli anni a seguire, infatti, si affermò come il principale sostenitore del cartesianesimo a Utrecht e fu protagonista dei primi contrasti che la filosofia cartesiana dovette affrontare dopo essere stata incolpata di ateismo da Gisberto Voezio[4].

Opera scritta da Lodewijk Meyer nel 1666

Con la divulgazione del cartesianesimo in Olanda nacque una controversia molto famosa per quanto riguarda l'interpretazione delle Sacre Scritture, dove in un'opera dal nome Philosophia Scripturae interpres pubblicata nel 1666, il cartesiano Lodewijk Meyer (amico stretto del filosofo Spinoza) sostenne che nonostante la Sacra Scrittura fosse l'unico deposito in cui risiedevano le verità di Dio, era compito della ragione darne la giusta interpretazione, mettendo quindi in discussione tutto ciò che non poteva concordare con essa. In teologia questa manifestazione di estremo razionalismo diede vita alle più aspre reazioni.

Francia[modifica | modifica wikitesto]

Il cartesianesimo in Francia prese fin dall'inizio caratteri molto diversi dal cartesianesimo olandese[5], poiché si sviluppò al di fuori e in netta contrapposizione delle scuole. Infatti esso si diffuse nei salotti, nei circoli scientifici e in ambienti religiosi non dominanti, ma di alto spessore, come gli oratoriani e i giansenisti. Quindi, mentre i docenti cartesiani olandesi producevano opere di commento e manuali in lingua latina, i cartesiani francesi si occupavano della stesura di saggi e trattati, principalmente in francese, rivolti a un pubblico che non era quello scolastico. Solamente negli anni successivi la filosofia cartesiana riuscì a imporsi nelle scuole e nelle università.

In Francia le questioni più importanti intorno alle quali si svolsero le battaglie decisive in favore o contro il cartesianesimo furono tre:

  1. il problema dell'eucarestia
  2. il problema dell'anima delle bestie
  3. il problema dei rapporti fra sostanza pensante (anima) e estesa (corpo)

Il problema dell'eucarestia[modifica | modifica wikitesto]

Antoine Arnauld

La dottrina cartesiana dell'estensione dei corpi appariva inconciliabile con il principio cattolico della transustanziazione e fu proprio per questo motivo che nacque la controversia sull' eucarestia.

Il filosofo Antoine Arnauld aveva mosso una critica nelle sue Obiezioni alle Meditazioni cartesiane, che trovò in Cartesio una replica ampia, ma oscura e non convincente. I tentativi di altri cartesiani non furono più fortunati, arrivando al punto che il problema invece di essere risolto, fu dissolto portando ad una netta distinzione fra ciò che è di competenza della fede e ciò che è di competenza della filosofia.

Il problema dell'anima delle bestie[modifica | modifica wikitesto]

La tesi degli animali-macchina era retta da Cartesio in base alla contrapposizione da lui eseguita fra res cogitans e res extensa, eliminando qualsiasi possibilità di termine medio fra spirito e corpo; così o si assegnava agli animali un'entità spirituale del tutto paragonabile a quella dell'uomo o la si negava completamente. Assegnare un'anima alle bestie era del tutto inaccettabile per un cristiano perché in tal modo si identificavano gli animali con gli uomini, facendo partecipi gli uni allo stesso destino sovrannaturale dell'altro, oppure riducendo gli uomini alla natura puramente materiale delle bestie.

I padri oratoriani Poisson e Malebranche credevano che se la tesi animale-macchina non si fosse accettata, la stessa idea di un Dio buono e giusto sarebbe venuta meno. L'uomo, che si è raffigurato come il solo colpevole del peccato originale, è l'unico che merita di patire il dolore, nonché giusta punizione per la sua colpa.

il problema dei rapporti intercorrenti fra sostanza pensante (anima) e estesa (corpo)[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le regole della fisica cartesiana, ogni modifica del mondo dei corpi richiedeva una causa per contatto, omogenea con l'effetto. Eliminando quindi ogni rapporto fra anima e corpo, si eliminava anche una loro qualsiasi diretta influenza.

La soluzione che una gran parte dei cartesiani dette al problema fu l'occasionalismo: è Dio che da una parte, all'occasione di alcuni movimenti e cambiamenti presenti nei nostri corpi, fa coincidere certe sensazioni e sentimenti nella nostra anima, e dall'altra, all'occasione delle nostre volizioni, fa coincidere esse con movimenti presenti nelle componenti del nostro corpo. Quindi Dio è la sola causa che genera tutti i cambiamenti presenti nell'universo.

Questa concezione trovo la sua più coerente applicazione nella filosofia di Nicolas Malebranche.

Cartesianesimo e scienza[modifica | modifica wikitesto]

Gli sviluppi metafisici e filosofici non devono però mettere all'oscuro le conclusioni più scientifiche del pensiero di Cartesio.

Da questa prospettiva si riconobbero opere come Traité de physique (1671) di Rohault (cartesiano francese) e le Conversazioni sulla pluralità dei mondi (1686) di Fontanelle. A queste si aggiunge anche La logica o l'arte di pensare (1662) di Arnauld, testo esemplare che si impose come manuale di logica nelle scuole di metà Europa per più di un secolo.[6]

Di questi cartesiani nessuno ebbe il gusto per le esperienze, ad eccezione di Rohault, la cui interpretazione dei fenomeni nei cosidetti «vasi capillari» occupò un posto importante nello sviluppo della fisica sperimentale del XVII secolo.

Una prova che in quel periodo l'Europa ebbe un'epoca cartesiana, in particolare per la fisica, si ha nel fatto che Newton per attestare definitivamente le proprie tesi sul sistema del mondo e imporre quella che sarà la scienza moderna della natura, fu costretto a fare i conti con la fisica cartesiana.

I cartesiani riaffermarono con costanza che una spiegazione valida dei fenomeni naturali poteva essere solo meccanica, andando contro al newtonianesimo che diffondeva nel sistema del mondo una nozione di forza, quella di attrazione.

Anche quando, dopo la metà del secolo, d'Alembert, Lalande e Laplace fecero valere incontrastato il metodo scientifico di Newton, dando così il colpo di grazia agli ultimi cartesiani, questo risultato non fu raggiunto tuttavia senza aver prima perfezionato e corretto tale metodo alla luce di quella che era l'esigenza fondamentale del cartesianesimo: l'esigenza di una spiegazione del tutto meccanica dei fenomeni della fisica.

Cartesio e la filosofia moderna[modifica | modifica wikitesto]

Julien Offray de La Mettrie

XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel XVIII secolo la filosofia cartesiana manifestò di nuovo la sua vitalità, sia sul dibattito scientifico, sia attraverso un personaggio originale come La Mettrie, il quale sviluppò trattati di carattere principalmente materialistico. L'uomo è una macchina e l'anima è definita come un "principio di movimento". A differenza del meccanicismo cartesiano, per La Mettrie ogni parte del corpo ha la capacità di sentire, rivalutando in questo modo anche gli istinti. Da Cartesio si differenzia anche dal fatto che, una volta eliminata la res cogitans, egli pone animali e uomini sullo stesso piano, considerandoli diversi solo per quanto riguarda la complessità all'interno della scatola cranica[7].

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIX secolo la filosofia di Cartesio smise di essere una scuola filosofica, per diventare un patrimonio di idee a cui ispirarsi o collegarsi per dare una consistenza teorica a nuove concezioni dell'uomo, del mondo e dell'assoluto.

L'idealismo tedesco vide nel pensiero di Cartesio e nella sua nozione di soggetto pensante, l'origine stessa della filosofia moderna, che si sarebbe idealizzata nell'idealismo assoluto. Anche in Francia Victor Cousin fece della filosofia di Cartesio un'insegna per combattere ogni segno di sensismo e per riconfermare quella che secondo lui era la tradizione spiritualistica della vera filosofia francese. Perfino il positivismo scoprì e valorizzò il Cartesio fisico e matematico, le cui opinioni meccanicistiche parevano trovare una conferma nella teoria di Fresnel sulla natura ondulatoria della luce.

XIX e XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi decenni del XIX e i primi del XX le interpretazioni della filosofia cartesiana si possono dividere in tre indirizzi principali: 1) Cartesio come scienziato, 2) Cartesio come pensatore religioso che ha provato a compiere quell'opera di conciliazione con il cristianesimo, 3) Cartesio come fondatore del razionalismo moderno, culminato in Kant e nell'idealismo. Su queste tre linee di valutazione si sono in seguito comparate, scontrate e a volte anche confuse la gran parte delle interpretazioni di Cartesio.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cartesianism,[1]
  2. ^ L'Enciclopedia Volume 4, La biblioteca di repubblica, p 190
  3. ^ Corrispondenza tra Cartesio e Regius [2]
  4. ^ L'Enciclopedia Volume 4, La biblioteca di repubblica, p 191
  5. ^ L'Enciclopedia Volume 4, La biblioteca di repubblica, p 191
  6. ^ Enciclopedia Volume 4, La biblioteca di Repubblica p 193
  7. ^ Julien, Offroy La Mettrie, L'uomo macchina, Roma-Bari, Laterza, 1974, pp. 222 e 227.
  8. ^ L'Enciclopedia Volume 4, La biblioteca di Repubblica p 193

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Enciclopedia Volume 4, La Biblioteca di Repubblica, 2003

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