Utente:Elisa Formagnana/Sandbox

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Aspetti critici della robot tax[modifica | modifica wikitesto]

Le principali giustificazioni socio-economiche della robot tax, che sono il rischio di disoccupazione e la diminuzione del gettito che ne consegue, sono contestate da economisti, come Robert D. Atkinson. Inoltre, l’introduzione della tassa sui robot causerebbe effetti negativi sull’assetto economico di uno Stato, in particolare sulla produttività e competitività delle imprese che investono in robot.

Disoccupazione e gettito[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'economista Robert D. Atkinson[1], nel prevedere una maggiore disoccupazione e di conseguenza un minore gettito a seguito dell'impiego di robot, si omettono effetti di secondo ordine: infatti, quando le imprese investono in robot, tagliano i costi e trasferiscono una quota significativa di questi risparmi ai consumatori sotto forma di prezzi più bassi, ai lavoratori come salari più alti o agli azionisti come profitti più elevati. In una analisi dell'impatto dell'automazione sui posti di lavoro in Europa, Terry Gregory, Anna Salomons e Ulrich Zierahn hanno scoperto che l'automazione mentre ha spostato i posti di lavoro, ha contemporaneamente creato nuovi posti attraverso l'aumento della domanda di prodotti, superando gli effetti di spostamento con conseguente crescita netta dell'occupazione [2]. Analogamente, l'OECD ha rilevato che storicamente gli effetti generatori di reddito delle nuove tecnologie si sono dimostrati più potenti degli effetti di spostamento del lavoro: il progresso tecnologico è stato accompagnato non solo da una maggiore produzione e produttività, ma anche da una maggiore occupazione complessiva. Secondo Atkinson, grazie all'automazione il profilo occupazionale delle economie avanzate guadagnerà una maggiore quota di posti di lavoro a salario medio-alto, poiché i lavori a basso salario sono maggiormente automatizzabili e quindi impiegheranno sempre meno persone. Ciò si tradurrebbe in un numero relativamente inferiore di posti di lavoro a bassa retribuzione e più posti di lavoro con salari più alti, un vantaggio per milioni di lavoratori ora impiegati in occupazioni i cui salari rimangono bassi e stagnanti perché la produttività lì rimane bassa e stagnante. Inoltre, il fatto che molti lavoratori a basso salario siano più qualificati di quanto richiedano i loro lavori attuali, suggerisce che questi hanno competenze sufficienti per spostarsi facilmente in lavori moderatamente più qualificati e pagati. L'economista David H. Autor[3] sostiene che l'automazione inevitabilmente sostituisce il lavoro, ma allo stesso tempo lo integra; proponendo una robot tax si sopravvaluta la sostituzione del lavoro umano e si ignorano le forti complementarietà tra automazione e lavoro, che aumentano la produttività, i guadagni e la domanda di lavoro: quando le autovetture intorno agli anni Venti hanno soppiantato i viaggi a cavallo, e la miriade di occupazioni che li sostenevano, sono sorte le industrie dei motel e dei fast food. Nella stessa direzione, l'economista James Bessen ha documentato la complementarietà tra tecnologia e occupazione nel settore bancario. Nell'economia statunitense si è passati da 100.000 a 400.000 sportelli automatici tra il 1995 e il 2010; tuttavia, l'occupazione degli sportellisti bancari negli Stati Uniti è aumentata, passando da 500.000 a circa 550.000. Bessen osserva che, riducendosi i costi di gestione di una filiale, gli sportelli automatici hanno indirettamente aumentato la domanda di cassieri, infatti, il numero di cassieri per filiale è diminuito di oltre un terzo, ma il numero di filiali bancarie urbane è aumentato. Inoltre, mentre le mansioni di routine degli sportellisti si sono ridotte, la tecnologia informatica ha permesso ha una gamma più ampia di personale di essere coinvolto nel relationship banking[3][4].

Produttività e competitività delle imprese[modifica | modifica wikitesto]

L'impiego dei robot nei diversi contesti produttivi e le sue conseguenze economiche hanno attirato l'attenzione di molti esperti. Secondo molti economisti, tra cui Robert D. Atkinson[1], una crescita più rapida della produttività è stimolata da una maggiore automazione. Tassare o disincentivare le nuove tecnologie potrebbe ostacolare l'innovazione, peggiorando il calo di produttività già in corso. Pertanto, è necessario incentivare le imprese all'automazione, per permettere loro di investire: se un'impresa investe in robot produce di più, aumentando l'offerta e i costi per l'impresa stessa si riducono. Da ciò deriva sia una crescita del margine per gli investimenti, tale per cui le imprese sono destinate ad espandersi, sia la possibilità per i lavoratori di percepire salari più alti e per le imprese di sviluppare beni a prezzi più bassi a vantaggio dei consumatori, i quali, vedendo accresciuto il proprio potere d'acquisto, fanno crescere la domanda. L'aumento della domanda si riversa anche in altri settori dell'economia complementari, come evidenziato dall'economista Tyler Cowen[5]. Va inoltre considerato come l'automazione stia contribuendo a cambiare la natura della domanda[6], consentendo una maggiore personalizzazione (mass customization). Pertanto, dall'automazione non deriva solamente una maggiore produttività, ma anche una migliore qualità, come è stato riscontrato in alcune economie emergenti e in via di sviluppo, in particolare Indonesia e Thailandia, che stanno investendo in robot ad un ritmo elevato [6][7]. Se i robot sono in grado di comportare un aumento della produttività e della domanda, consentono anche alle imprese o di diventare competitive o di rimanere tali. Esiste infatti un legame tra produttività, aumento della domanda e competitività, come dimostrato dagli economisti Georg Graetz e Guy Michaels[8]. L'introduzione di una robot tax rischia di arrestare la robotizzazione dei processi produttivi[9], causando effetti negativi in termini di competitività con tutti quei Paesi che, astenendosi dall'imporre tali restrizioni, diventano così maggiormente competitivi e in grado di esportare le proprie merci a prezzi più bassi. Una legislazione disincentivante causerebbe, pertanto, un rincaro dei prezzi e una diminuzione della domanda nell'economia nazionale. Inoltre, a causa della mancanza di una completa armonizzazione a livello internazionale, le imprese innovative potrebbero volersi sottrarre alla normativa disincentivante spostando la produzione in ordinamenti privi di questi ostacoli fiscali. L'introduzione della robot tax potrebbe avere un impatto negativo anche sul PIL. Essa, infatti, colpendo la robotizzazione, impedirebbe un aumento della produttività e quindi una crescita del PIL. Uno studio del Centre for Economics and Business Research (CEBR)[10] ha rilevato come gli investimenti nei robot dal 1993 al 2016 abbiano contribuito al 10% della crescita del PIL pro capite nei Paesi dell'OECD; inoltre, anche un'analisi condotta dal Düsseldorf Institute for Competition Economics (DICE) e dallo Institut fur Arbeitsmarkt (IAB)[1] ha rilevato in Germania un aumento del PIL pro capite dal 2004 al 2014 a seguito dell'adozione di robot. Una crescita del PIL, a seguito dell'aumento della produttività, permetterebbe di garantire e finanziare welfare ed employability per far fronte alle sfide dell'automazione, senza dover ricorrere alla robot tax. L'aumento della produttività, reso possibile dall'utilizzo massiccio della robotica nei processi di produzione, sta consentendo, inoltre, ad alcune aziende Whirlpool Corporation, Caterpillar e Ford Motor Company[6] negli Stati Uniti e Adidas in Germania di riportare parte del processo di produzione nel Paese di origine e di dare avvio al reshoring che è vantaggioso per l'occupazione e la competitività nazionale. Uno dei punti dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite[11] riguarda la necessità di incentivare il progresso tecnologico, anziché disincentivarlo, per garantire una crescita economica duratura, e quindi redditi elevati di cui potranno godere anche le generazioni future. Per far in modo che il maggior numero possibile di individui possa godere di un aumento continuativo del benessere materiale, è necessario combinare la crescita economica e la distribuzione della ricchezza che l'automazione stessa contribuisce a creare.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Robert D. Atkinson, The Case Against Taxing Robots, ID 3382824, Social Science Research Network, 4 aprile 2019. URL consultato il 15 novembre 2022.
  2. ^ Terry Gregory, Anna Salomons, Ulrich Zierahn, "Racing With or Against the Machine? Evidence from Europe", in CEsifo Working Paper, settembre 2018, pag. 1-62 (PDF), su cesifogroup.de.
  3. ^ a b (EN) David H. Autor, Why Are There Still So Many Jobs? The History and Future of Workplace Automation, in Journal of Economic Perspectives, vol. 29, n. 3, 2015-09, pp. 3–30, DOI:10.1257/jep.29.3.3. URL consultato il 15 novembre 2022.
  4. ^ Il concetto di relationship banking racchiude in sé un insieme di attività in cui gli operatori creano un rapporto con i clienti, introducendoli a servizi bancari aggiuntivi, come carte di credito o prestiti.
  5. ^ Tyler Cowen, “Economic Development in an 'Average is Over' World”, 8 aprile 2016, pag 1-42, su d101vc9winf8ln.cloudfront.net.
  6. ^ a b c IFR, “The Impact of Robots on Productivity, Employment and Jobs”, in International Federation of Robotics, aprile 2017, pag 1-14, su google.com.
  7. ^ Boston Consulting Group, “The Robotics Revolution: The Next Great Leap in Manufacturing”, 25 settembre 2015, pag 1-10, su bcg.com.
  8. ^ Georg Graetz e Guy Michaels , “Robots at Work”, in Centre for Economic Performance, marzo 2015, pag 1-54 (PDF), su cep.lse.ac.uk.
  9. ^ Robot Tax: possibili modelli di prelievo tra consensi e resistenze, su Rivista Diritto Tributario - Pacini Giuridica, 30 giugno 2022. URL consultato il 15 novembre 2022.
  10. ^ CEBR, “Will post-Brexit Britain hinder a robo- revolution?”, in Centre for Economics and Business Research, 15 marzo 2017, pag. 1-6, su cebr.com.
  11. ^ Agenda 2030 delle Nazioni Unite, goal 8-9, in Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (PDF), su unric.org.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Robot

Gettito

Disoccupazione

Produttività

Competitività

Azioni

Automazione

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Robert D. Atkinson

David H. Autor