Utente:Beatrice.fefe/Constantin C. Arion

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Constantin C. Arion
Constantin C. Arion nel 1918

Ministro degli Affari Esteri (Romania)
Durata mandato5 Marzo 1918 –
23 Ottobre 1918
MonarcaFerdinando I di Romania
PredecessoreAlexandru Averescu
SuccessoreConstantin Coandă

Ministro degli Affari Interni della Romania
Durata mandato28 Marzo 1912 –
14 Ottobre 1912
MonarcaCarlo I di Romania
PredecessoreAlexandru Marghiloman
SuccessoreTake Ionescu

Ministro della Religione e della Pubblica Istruzione
Durata mandato7 Luglio 1900 –
13 Febbraio 1901
PredecessoreConstantin Istrati
SuccessoreSpiru Haret

Durata mandato29 Dicembre 1910 –
14 Ottobre 1912
PredecessoreSpiru Haret
SuccessoreConstantin G. Dissescu

Ministro dell'Agricoltura
Durata mandato5 Aprile 1913 –
31 Dicembre 1913
PredecessoreIoan Lahovary
SuccessoreAlexandru C. Constantinescu

Constantin C. Arion[1] (Bucarest, 18 giugno 1855Bucarest, 27 giugno 1923) è stato un politico rumeno.

Inizialmente era affiliato al Partito Nazionale Liberale, successivamente al Partito Conservatore e, dopo il 1918, al Partito Popolare. Servì due mandati come Ministro della Religione e della Pubblica Istruzione, un mandato come Ministro dell'Agricoltura e un altro come Ministro degli Affari Interni, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. La sua carriera raggiunse l'apice nel 1918, quando era Ministro degli Affari Esteri.

Arion, conosciuto anche come Costică Arion,[2][3] era un giovane avvocato che sostenne la riforma politica e si spostò progressivamente verso la destra e, nel 1885 circa, si avvicinò a Junimea, una società letteraria. Come politico conservatore e discepolo di Alexandru Marghiloman, riscrisse la legislazione sulla riforma dell'istruzione e portò la Chiesa ortodossa rumena sotto il controllo dell'alto clero. Come Marghiloman, Arion supportò gli Imperi Centrali durante la Prima Guerra Mondiale. Grazie alla sua partecipazione al governo di Marghiloman la Romania recuperò la regione della Bessarabia, ma il successivo ritorno degli Alleati rese Arion un sospettato politico. Trascorse il resto della sua vita ai margini.

Oltre alla sua partecipazione alla vita politica, Arion era un mecenate d'arte, professore universitario e filantropo. Era fratello di Virgil C. Arion e il padre di Dinu C. Arion.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni di vita e carriera[modifica | modifica wikitesto]

Gli Arion erano una vecchia famiglia della Valacchia, attestata per la prima volta a Brăila nel 1696 circa, e integrata nell'aristocrazia boiarda a metà del XVIII secolo.[4] La loro reputazione venne macchiata da due membri: Constantin Eracle Arion e Anton I. Arion, i quali commisero frodi bancarie nei primi anni 70 del 800.[5]

Constantin nacque a Bucarest il 18 giugno 1855. Il padre, Constantin Arion, era un giudice della corte d'appello.[6] Costantin C. Arion seguì le orme del padre, laureandosi nel 1876 in Giurisprudenza presso l'Università di Parigi e in Scienze Politiche presso l'Istituto di studi politici di Parigi.[6] Al suo ritorno in Romania, fu nominato Segretario di Gabinetto del Ministro degli Esteri Vasile Boerescu, allora capo degli Affari Politici, ma lasciò il posto nel 1881.[6]

Due anni dopo venne assunto presso la Facoltà di Legge dell'Università di Bucarest, dove tenne lezioni in Diritto commerciale e Diritto della navigazione. Nel 1913 [7] divenne direttore della rivista accademica Revista Critică de Drept, Legislație și Jurisprudență.[8] Il fratello Virgil ebbe una carriera simile in legge, mentre il terzo fratello, Scarlat Arion, fu un proprietario terriero e console rumeno a Bitola.[9]

Constantin C. Arion fece il suo debutto in politica con il Partito Nazionale Liberale, corse alle elezioni del 1884 e fu eletto alla Camera dei deputati nel Distretto di Ilfov.[6] Si dedicò alla causa della democrazia rappresentativa e rese omaggio alla leadership del radicalismo rumeno.[6]

Verso la metà degli anni '80 del 800, Arion si stancò degli ideali liberali e cominciò a essere ostile nei confronti di Ion C. Brătianu. Nel 1886 Arion, Take Ionescu e Nicolae Fleva furono i principali agitatori dell' "Opposizione Unita" e cercarono di siglare un patto con i conservatori di Junimea, nel tentativo di rovesciare i liberali nazionali.[10] Partecipò per la prima volta alle riunioni della società Junimea intorno al 1885, quando incontrò e fece amicizia con il suo leader, Titu Liviu Maiorescu.

Negli anni successivi Arion si concentrò sui suoi progetti culturali. Dal 1896 fu presidente della scuola nazionale e del consiglio delle biblioteche pubbliche (Casa Şcoalelor), dove assunse il poeta George Coșbuc. Le sue competenze legali furono richieste in Romania v. Nicolae Georgescu, un caso di delitto d'onore. Arion rappresentava la parte civile, Aurelia Stelorian, che Georgescu aveva aggredito con l'acido; il suo avversario in tribunale era un altro famoso avvocato, Barbu Ștefănescu Delavrancea. Arion e Delavrancea furono entrambi ospiti famosi al tour di Bucarest di Joséphin Péladan, mistico e romanziere francese (1898).

Politico Conservatore[modifica | modifica wikitesto]

Arion si unì a Junimea e servì come Ministro della Religione e dell'Istruzione Pubblica sotto il Primo Ministro Petre P. Carp. I suoi sforzi si concentrarono sul portare la Chiesa ortodossa rumena sotto il controllo del governo, con lo scopo di regolare l'educazione religiosa.[11] Supervisionò la raccolta e la pubblicazione di alcuni documenti storici curati da Nicolae Iorga.[12]

Arion fece sforzi significativi per invertire le politiche adottate da Spiru Haret, suo predecessore. Licenziò i favoriti di Haret e li sostituì con alcuni uomini di Junimea e, inoltre, introdusse una legislazione che rendeva la carica pubblica incompatibile con una posizione di insegnamento.[13] I due politici differivano anche in materia di politica ecclesiastica. Haret sosteneva il matrimonio radicale, in opposizione al sinodo rumeno, creando un concistoro per rappresentare entrambe le parti. Arion invertì questa riforma e, involontariamente, prolungò il conflitto fino al XX secolo.[14]

Dopo che il governo di Carp venne sciolto nel 1901, Arion tornò alla vita accademica. Lavorò come consulente editoriale per la rivista Convorbiri Literare. Rispondendo alla chiamata di Maiorescu, Arion e Delavrancea divennero giornalisti politici per il quotidiano di Junimea, Epoca.[15] Arion e gli altri nuovi membri avrebbero dovuto minare le politiche editoriali di Ioan Bogdan e Mihail Dragomirescu.[16]

Arion intervenne personalmente per garantire l'impiego a tempo pieno ad aspiranti giuristi, tra cui Paul Negulescu e suo nipote, Ion Peretz. Incontrò e fece amicizia con Ion Luca Caragiale, scrittore satirico di Junimea. Dal 1909, Arion fu attivo anche come filantropo, servendo nel consiglio di amministrazione della associazione benefica della regina Elisabetta di Wied, e come presidente onorario della Società degli artisti rumeni.

Arion, seduto al centro, e altri giornalisti rumeni (1910 circa).

Arion fu nuovamente nominato Ministro dell'Istruzione Pubblica nel 1910, quando Carp fu nominato Primo Ministro di un gabinetto conservatore. Servì anche come Capo degli Affari Interni e dell'Agricoltura. Come Ministro dell'Istruzione Pubblica, concesse privilegi religiosi ed educativi alla comunità albanese-rumena.[17] Inoltre, venne eletto membro onorario dell'Accademia romena.[18]

Il mandato di Arion fu testimone di un episodio di disobbedienza civica, incentrata sul culto pubblico dei simboli liberali, comprese immagini del Domnitor Alexander John Cuza. Al fine di evitare una resa dei conti tra i conservatori e i liberali nazionali, Arion accettò di inaugurare il monumento in onore di Cuza a Iași. A quel tempo, Arion approvò pubblicamente l'irredentismo rumeno, in relazione alla regione della Bessarabia (presa dall'Impero russo nel 1812).

Arion lentamente allineò le sue politiche educative con i principi di Haret. La "Arion Law", adottata dal Parlamento nel 1912, stabilì chiari criteri per la promozione degli insegnanti e degli accademici, garantendo una maggiore professionalizzazione: le posizioni di insegnamento venivano concesse sulla base di una solida reputazione scientifica nel rispettivo campo di competenza. Tuttavia, la legge di riforma divenne particolarmente nota per le sue scappatoie, che permettevano agli insegnanti anziani di riservare cattedre accademiche in anticipo.[19]

Prima Guerra Mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Arion era vicino ai leader conservatori Carp e Alexandru Marghiloman e detestava il loro oppositore, Nicolae Filipescu.[20] Poco dopo l'inizio della Prima Guerra Mondiale, divenne presidente del Partito Conservatore di Bucarest.[21] Sotto un governo Nazionale Liberale, la Romania rimase un paese neutrale, una decisione che venne accolta da Carp, Maiorescu e Marghiloman. Questi furono fortemente contrastati da un'altra fazione conservatrice, capeggiata da Filipescu e Take Ionescu, il quale richiese l'impegno da parte degli Alleati.[22]

Nel giugno del 1916, dopo il Trattato di Bucarest, il governo annunciò l'adesione della Romania all'Intesa, e venne proposto un gabinetto di guerra trans-partitico. Arion rifiutò di far parte di questo progetto, dichiarando la sua simpatia per gli Imperi Centrali e il Partito Conservatore si divise a metà.[23] Il fratello di Costantin, Virgil, e suo figlio Dinu, condividevano le sue idee sulla politica nazionale.[24]

Dopo l'avanzata tedesca nella Romania meridionale, Constantin C. Arion rimase dietro le linee nemiche, a Bucarest; il governo nazionale liberale e i sostenitori di Filipescu si trasferirono in una casa temporanea a Iaşi. Arion rappresentò ancora il Partito Conservatore di Marghiloman: viaggiando a Focșani, in prima linea, incontrò i rappresentanti del governo e comunicò loro la situazione a Bucarest.[25] Frequentò il circolo germanofilo di Raymund Netzhammer e Martha Bibesco, con i quali discusse l'idea di concedere il trono rumeno a un principe degli Asburgo-Lorena.[26] Virgil Arion era un germanofilo più radicale: accettò di assumere la carica di Ministro della Pubblica Istruzione nel governo fantoccio di Lupu Kostaki.[27]

Dopo la Rivoluzione d'ottobre e il Trattato di Brest-Litovsk, la Romania cedette agli Imperi Centrali. Marghiloman fu nominato Primo Ministro e accettò di firmare il ritiro della Romania dalla guerra, con il Trattato di Bucarest del maggio 1918. Arion, come "secondo violino"[28] di Marghiloman e Ministro degli Esteri, fu uno dei firmatari del Trattato.[29] Era privatamente entusiasta della svolta degli eventi, poiché credeva che la Romania avrebbe recuperato alcuni delle sue terre irredente, rivendicate dalla Repubblica Russa e, allo stesso tempo, i territori detenuti dagli Imperi Centrali.[30] In questa veste, viaggiò nella regione separatista russa della Bessarabia (o Repubblica Democratica di Moldavia). In rappresentanza della Romania, fu testimone dell'unificazione della Bessarabia con la Romania.[6] Inoltre, fece sforzi significativi per posporre la ratifica della resa firmata da Marghiloman, permettendo alla Romania di rientrare nella guerra contro gli Imperi Centrali.[6]

Sebbene affiliato al Partito Conservatore di Margiloman, Arion si unì anche all'eclettico movimento anti-liberale, la Lega del Popolo (il futuro "Partito del Popolo"), il cui leader era l'eroe di guerra Alexandru Averescu.[31] Suo figlio seguì le sue orme, correndo nella lista dei conservatori nelle elezioni del 1918.[32] All'inizio del 1919, Virgil Arion fu arrestato dalle autorità rumene, con l'accusa di collaborazionismo. Fu liberato in breve tempo, ma scomparve dalla vita pubblica fino al 1930.[33] Nonostante le sue dimostrazioni di lealtà, Constantin C. Arion fu emarginato come germanofilo dai liberali nazionali.[34]

Ad Arion venne chiesto di presentarsi davanti a una commissione d'inchiesta per dare spiegazioni, ma non onorò mai la richiesta.[35] Morì a Bucarest il 27 giugno 1923.[6] Era stato il destinatario di vari ordini di merito: la Gran Croce dell'Ordine della Corona, l'Ordine del Salvatore e l'Ordine di San Sava, Grand'Ufficiale dell'Ordine di Carlo I, l'Ordine della Stella di Romania e Legion d'Onore.[6] Suo figlio Dinu divenne uno storico e docente presso l'Accademia degli studi economici di Bucarest.[36]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pronuncia corretta di Constantin C. Arion sul sito Right Pronunciation of Important Names.
  2. ^ Boia, p.156
  3. ^ Constantin Țoiu, "Fără șase 1OO (II)"Archiviato il 3 novembre 2013 in Internet Archive., in România Literară, Nr. 37/2003
  4. ^ Filitti (I), p.9
  5. ^ Filitti (I), p.10
  6. ^ a b c d e f g h i Gheorghe & Șerbu, p.167
  7. ^ Gheorghe & Șerbu, pp.167, 168
  8. ^ Boia, p.163
  9. ^ Filitti (II), pp.10–11
  10. ^ Gheorghe & Șerbu, p.124, 167, 171
  11. ^ Gheorghe & Șerbu, pp.167–168
  12. ^ Filitti (II), p.9
  13. ^ Gheorghe & Șerbu, p.168
  14. ^ Paul Brusanowski, "Biserica și constituționalismul. Cum de s-a putut ajunge la schisma bisericească din Ardeal din AD 2005?" Archiviato il 5 novembre 2013 in Internet Archive., in Transilvania, Nr. 1/2006, p.14
  15. ^ Ornea, p.122
  16. ^ Ornea, p.129–130
  17. ^ Filitti (II), p.9
  18. ^ Gheorghe & Șerbu, p.168
  19. ^ Cătălin Botoșineanu, "Recrutarea corpului profesoral al universității din Iași la începutul epocii interbelice. Cazul Petre Andrei", in Anuarul Institutului de Istorie George Barițiu, Series Historica, 2008, Romanian Academy, George Barițiu Institute of History, pp.219–223, 233–234
  20. ^ Filitti (II), p.9
  21. ^ Gheorghe & Șerbu, p.168
  22. ^ Filitti (II), p.9-10; Gheorghe & Șerbu, p.168-169
  23. ^ Gheorghe & Șerbu, p.169
  24. ^ Boia, pp.65, 152–157; Filitti (II), p.11
  25. ^ Gheorghe & Șerbu, p.169
  26. ^ Boia, pp.181–182
  27. ^ Boia, p.12, 86, 156–157, 203, 223–224, 360; Filitti (II), p.10
  28. ^ Boia, p.48
  29. ^ United States Department of State (1918). Texts of the Roumanian "Peace". Washington Government Printing Office. p. 113.
  30. ^ Filitti (II), p.9
  31. ^ Duiliu Zamfirescu, Ioan Adam, În Basarabia, Editura Bibliotecii Bucureștilor, Bucharest, 2012, pp.25–26.  ISBN 978-606-8337-29-6
  32. ^ Boia, p.153; Filitti (II), p.11
  33. ^ Boia, p.153, 356, 358. See also Filitti (II), p.10
  34. ^ Gheorghe & Șerbu, p.169
  35. ^ Boia, p.350
  36. ^ Filitti (II), p.11

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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