Utente:Alessandro Fava 71/Sandbox

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Bruno Orfei (Perugia, 29 ottobre 1926Perugia, 18 aprile 2007) è stato un pittore e scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Orfei nasce il 29 ottobre del 1926 a Perugia. Figlio di Giovanni e Maria, primo di quattro fratelli, il padre era marmorario, mentre lo zio Tito, scultore diplomato all’Accademia di Belle Arti di Perugia, aveva realizzato opere per il Cimitero Monumentale della città. Bruno Orfei si forma quindi al fianco del padre e dello zio, acquisendo capacità scultoree. Successivamente si diploma Maestro d’arte all’Istituto Statale d’Arte Bernardino di Betto, frequentando poi, senza continuità, l’Accademia. Segue i corsi di scultura con Benedetto D’Amore ma principalmente è interessato a quello pittorico del futurista Gerardo Dottori e del suo assistente Adelmo Maribelli. Fondamentale per la sua formazione è anche Leo Ravazzi, da egli stesso considerato maestro e padre spirituale, seppure non fosse suo insegnante. Tra il 1943 e il 1947 inizia l’attività di pittore e scultore. Partecipando alla Mostra d’arte del Sindacato degli artisti umbri, e ad altre collettive regionali. Nel 1950 sposa Joan Ireland, giovane pittrice australiana conosciuta a Perugia, e studentessa all’Università per Stranieri. Pur restando nella sua amata regione inizia a stringere contatti con l’Australia e altri paesi tra cui Cipro, Turchia, Spagna e Germania. Realizza opere scultoree per la Chiesa dei Santi Biagio e Savino di Perugia: una Via Crucis costituita da quattordici stazioni in terracotta patinata scura e un Crocifisso di bronzo biondo. Nel 1953 inizia a realizzare opere polimateriche, ampliando la sua attività artistica attraverso ruoli e ambiti diversi: scrive testi critici per riviste, giornali e presentazioni di mostre; fa parte di giurie nazionali e internazionali e tiene numerose mostre personali[quali?]. Nel frattempo ricopre la cattedra di nudo presso la locale Accademia di Belle Arti. A partire dal 1958 si cimenta nell’ambito della ceramica artistica presso le Ceramiche Pucci di Umbertide, sperimentando una nuova tipologia di smalto che diverrà famoso nel mondo data la capacità di adattarsi in prima cottura alla forma senza danneggiarla[senza fonte]. Sul finire degli anni Cinquanta inizia una proficua frequentazione dello stimolante ambiente di Villa Massimo. Al fianco di artisti umbri quali Leoncillo, Brunori, Romeo Mancini ed Enzo Rossi, il suo immaginario si apre su molteplici direttrici, sempre privilegiando la radice oggettiva. Da questo anno importanti critici iniziano a scrivere sul suo lavoro, tra questi: Italo Tomassoni, P. Bargellini e M. Adda[senza fonte]. Nel 1960 Mario Spagnoli inizia i lavori per realizzare un grande parco, originariamente chiamato “Spagnolia”, poi Città della Domenica, che sorge sui terreni di Monte Pulito. Orfei è incaricato di realizzarvi sculture monumentali, lavoro che lo impegnerà assiduamente per lungo tempo. I lavori si concludono nel 1967 dando vita alla cosiddetta “Città Morta”, dove Sculture in pietra raffiguranti animali preistorici e maschere grottesche, quasi ironiche, memori dell’arte Maya o dei giganti dell’isola di Pasqua fanno da sfondo onirico al parco divertimenti.

Dal 1966 alla fine degli anni Ottanta[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1966 si impegna nell’attività di promozione artistica fondando “La Luna”, prestigiosa galleria d’arte[senza fonte] situata in un vicolo di Corso Vannucci di Perugia di cui rivestirà, per vari anni, il ruolo di curatore e direttore. Il nome dello spazio espositivo non è casuale. Alla fine degli anni Sessanta infatti Orfei è colto da un profondo interesse per le conquiste spaziali esi prodiga nella realizzazione di opere ispirate al cosmo. Nel 1968 viene pubblicata la monografia Orfei, per le Edizioni “La Luna” con una testimonianza di Lilian Mery, pubblicazione inviata agli astronauti della NASA dove sono raccolte le immagini dei Pionieri dello spazio: figure di uomini sottili e filiformi che fluttuano in un cielo privo di gravità. L’anno successivo, il 1969, Orfei riceve dalla NASA riceve le lettere di James A. Lowell e Wernher von Braun che, con ammirazione e sincera approvazione, ringraziano Orfei per il volume sui pionieri dello spazio. Nei primi anni Settanta inizia la collaborazione tra Orfei e la rivista “AL2”, che proseguirà sino alla cessazione delle pubblicazioni del periodico. Con la stessa, e il comitato del Comune di Corciano, organizza una mostra d’avanguardia cui partecipano noti artisti, abbinandovi una considerevole retrospettiva di futuristi. Accresce il prestigio dell’artista anche alla luce delle numerose mostre allestite in varie parti d’Italia. Da un’importante famiglia perugina riceve la commissione di una tomba nel Cimitero Monumentale della città. Nel 1982 si conclude l’esperienza della sua prestigiosa Galleria d’arte, ma continua con sempre più intensità la carriera artistica attraverso mostre e sempre più attraverso importanti commissioni pubbliche. Nel 1987 realizza infatti il suo terzo grande intervento scultoreo destinato ad un spazio pubblico: il Giardino delle Forme a Passignano sul Trasimeno, cinque sculture monumentali collocate sulle rive del Lago.

Dagli anni '90 fino alla morte[modifica | modifica wikitesto]

A partire dalla fine degli anni Ottanta escono importanti monografie[quali? Edite da chi?] sul suo lavoro spesso a corredo di mostre monografiche. Nel 1995 partecipa a Bruxelles al concorso internazionale indetto dall’Istituto “For Public Policy Research – A.S.B.L”, al tema premio “Quale Europa per il prossimo millennio” ribadendo l’idea federalista europea. Gli anni Duemila trascorrono fra mostre ed impegni istituzionali.

Bruno Orfei muore il 18 aprile 2007 a Perugia mentre è ancora in corso la sua ultima mostra personale allestita presso il circolo culturale “L’Officina” di Perugia. Alcuni suoi lavori sono conservati in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero[quali?]. Tra le opere situate nel territorio nazionale, si annoverano quelle custodite presso Villa Fidelia di Spello di proprietà della Provincia e il Museo dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. La sua città natale conserva inoltre sue sculture nelle sale dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia e presso la sede dell’Università per Stranieri. Un piccolo angelo è inoltre incastonato nella facciata della chiesa di Sant’Arcangelo (Magione). Anche all’estero sono conservate opere di Orfei, si ricordano ad esempio le gallerie e i musei locali di Londra, Parigi, Madrid, New York, Cipro, Monaco, Houston e Australia[quali?] dove due opere sono a Bathhurst City Council’s Regional Arte Gallery.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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