Torre de la Plantaz

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Torre de la Plantaz
La facciata di nord-est della torre
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneValle d'Aosta
CittàGressan
Coordinate45°42′58.47″N 7°16′53.48″E / 45.716242°N 7.281523°E45.716242; 7.281523
Mappa di localizzazione: Italia
Torre de la Plantaz
Informazioni generali
Tipotorre di controllo romana
Altezza15 m circa
Materialepietra
Condizione attualerudere
Proprietario attualefamiglia Impérial di Gressan
Visitabileno
[1]
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La torre de la Plantaz o de la Plantà (in francese tour de la Plantaz), è un'antica torre di avvistamento che si trova nella piana tra il comune di Gressan e quello di Jovençan, in Valle d'Aosta, a cinque minuti a piedi dal castello di Tour de Villa[1]. La torre de la Plantaz è in rovina e non è visitabile per pericolo di crolli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mentre la funzione della torre appare chiara - fu costruita allo scopo di sorvegliare la strada che attraversava la piana, verso la Dora - l'origine e l'epoca di edificazione sono incerte.

Panorama e facciata sud-est della torre.

Secondo Giuseppe Giacosa, che la chiama torre La Pianta, risalirebbe all'XI secolo, mentre Carlo Nigra ne colloca l'edificazione nel XII secolo ad opera della famiglia valdostana De Plantata, da cui prese il nome[2].

Un'ipotesi recente di Guglielmo Lange, che non ha trovato conferme, vorrebbe le caratteristiche della torre de la Plantaz identiche di quelle delle torri romane della cinta muraria di Augusta Praetoria, l'odierna Aosta, per cui la torre di Gressan potrebbe essere una torre del I secolo a.C.[3][4][5].

Le fonti concordano sul fatto che fu abitata nel medioevo dai nobili De Plantata o De La Plantà, ma secondo fonti recenti essi vi si trovavano piuttosto tra il XIV e il XV secolo.[3]. In quest'epoca la torre subì una trasformazione d'uso, con l'aggiunta di corpi abitativi e di servizio, di una cinta muraria e di una cascina funzionale al maniero verso ovest di cui però non restano tracce.

Maria, l'ultima discendente dei De Plantata, a metà del XVI secolo la lasciò in eredità ai Bardonanche. Questa nobile famiglia originaria del Delfinato si installò nella torre per circa un secolo.

Ai Bardonanche succedette la nobile famiglia dei Vallaise, parte del Conseil des Commis, fedele ai Savoia e seconda per importanza solo alla potente famiglia degli Challant.

A metà del XIX secolo venne acquistata da Gaspard-Antoine Girodo, curato di Jovençan. Nel 1886 fu rivenduta agli Impérial di Gressan, che ne sono tuttora i proprietari.[4]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La torre si presenta come una massiccia costruzione di pietra a base quadrata, di 10 metri e mezzo di lato per un'altezza di 14 metri e mezzo, che si sviluppa su tre piani, internamente crollati.

Al corpo attuale si aggiungeva una torre centrale oggi non più visibile[4].

Il lato di nord-ovest.

La torre è senza finestre ma ha diverse feritoie sui lati est, ovest e sud: viste dall'interno dell'edificio, esse si presentano come strombate e composte di cunei di tufo con arco a mezzo sesto[4].

Le mura presentano uno spessore di oltre 2 metri: 2,60 m alla base a sfinare verso l'alto fino a 2,15 metri; costruite a regola d'arte, sono ancora oggi a piombo[6].

Sul lato nord, la torre mostra due porte sopraelevate dal suolo, una a 5 metri di altezza, al primo piano, l'altra a 8 metri, al secondo piano: la presenza di ben due porte sopraelevate, sicuramente contemporanee alla torre, è unica in tutta la Valle d'Aosta e originale in costruzioni di questo tipo. Entrambe le porte presentano in alto un timpano cieco composto di un arco in pietra a tutto sesto mentre sul muro alla loro base si aprono ancora i fori per le travi dei due ballatoi di legno coevi, oggi scomparsi, probabilmente collegati da una scala amovibile in legno[1]. Dal ballatoio del secondo piano partiva probabilmente una seconda scala in legno esterna, ad arrivare al cammino di ronda, che non è giunto fino a noi[4].

Verso la base della torre, si nota ancora una serie di fori a circa tre metri di altezza, probabilmente usati per i supporti d'appoggio di un tetto di cui non ci restano tracce[1]. Resta da approfondire come si sviluppassero gli edifici e le mura di cinta aggiunti dai De Plantata per trasformare la torre in maniero medievale.

La piantina della torre nel 1938 (Carlo Nigra).

Secondo Mauro Cortellazzo, che riprende il Lange, e lo studioso di castellologia valdostana André Zanotto, la torre de la Plantaz presenta numerose analogie con la tour de l'Archet di Morgex e la torre di Ville di Arnad e altre torri valdostane: le mura di spessore notevole, la struttura massiccia e la tecnica costruttiva, ossia l'uso di due paramenti con opera centrale a sacco.

«la Tour Malluquin a Courmayeur, la Tour de l'Archet a Morgex, la Tour Lescours a La Salle, la Tour de la Planta e la Torre di Sant'Anselmo a Gressan, la torre recentemente scoperta al castello di Fénis, la Tour Néran a Châtillon, la Tour de Ville ad Arnad e altre due torri collocate nelle valli laterali, la Tour Vachéry a Etroubles e la Tour d'Hérères a Perloz. Tutte queste torri sono state edificate in zone che non presentano alcun elemento morfologico che possa facilitare la difesa, anzi appare chiara lascelta di spazi pianeggianti, aperti e non sempre in prossimità di percorsi viari. Tutte e dieci si caratterizzano quindi per la particolare scelta del sito.[7]»

Per André Zanotto sarebbe questa la motivazione che ha spinto qualche studioso a vedere nella torre analogie con costruzioni romane: Zanotto invece esclude che tale supposizione, pure se suggestiva, abbia qualche fondamento, mentre propende per l'ipotesi che le strutture più massicce e perfezionate siano dovute al fatto che tutte e tre le torri sorgono in posizioni pianeggianti, quindi senza difese naturali,[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Carlo Nigra, cit., p.102.
  2. ^ Giuseppe Giacosa, I castelli valdostani, Milano, L. F. Cogliati, 1905, pp. 14. (www.archive.org > download)
  3. ^ a b Mauro Minola, Beppe Ronco, p. 45.
  4. ^ a b c d e Torre de la Plantà, su comune.gressan.ao.it, Comune di Gressan. URL consultato il 24 febbraio 2012.
  5. ^ Storia > Le prime installazioni., su comune.gressan.ao.it, Comune di Gressan. URL consultato il 26 febbraio 2012.
  6. ^ Tour de la Plantà, su regione.vda.it, Regione Valle d'Aosta. URL consultato il 24 febbraio 2012.
  7. ^ Mauro Cortellazzo, pp. 223-225.
  8. ^ André Zanotto, p. 9.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Ratti e F. Casanova, Guida della Valle d'Aosta, 2ª ed., 1888.
  • Carlo Nigra, Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI. La Valle d'Aosta, Musumeci, 1974, pp. 102. (fonte)
  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002, pp. 45, ISBN 88-8340-116-6. (fonte)
  • Mauro Cortellazzo, Simbologia del potere e possesso del territorio: le torri valdostane tra XI e XIII secolo (PDF), in Bulletin d'études préhistoriques et archeologiques alpines, Numéro spécial consacré aux Actes du XIIe Colloquesur les Alpes dans l’Antiquité. Yenne / Savoie 2-4 octobre 2009 (par les soins de Damien Daudry), Aosta, 2010. URL consultato il 16 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). (fonte)
  • André Zanotto, Castelli valdostani, Quart (AO), Musumeci, 2002 [1980], ISBN 88-7032-049-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Gressan > Da vedere, su prolocovda.it, Pro Loco VdA. URL consultato il 24 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2012).
  • Torre de la Plantà, su comune.gressan.ao.it, Comune di Gressan. URL consultato il 24 febbraio 2012. (fonte)
  • Tour de la Plantà, su regione.vda.it, Regione Valle d'Aosta. (fonte)