Tonpa Shenrab Miwoche

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Tonpa Shenrab
Tonpa Shenrab life story, 19th-century painting, Rubin Museum of Art
Tonpa Shenrab life story, 19th-century painting, Rubin Museum of Art
Olmo Lung Ring, homeland of Tonpa Shenrab Miwo, 19th-century painting, Rubin Museum of Art

Tonpa Shenrab (Wylie: ston pa gshen rab, "Maestro gShenrab") o Shenrab Miwo (Wylie: gshen rab mi bo)—anche chiamato il Buddha Shenrab, Guru Shenrab e con diversi altri titoli — è il fondatore della tradizione Bön del Tibet.

«Shenrab Miwo occupa una posizione molto simile a quella occupata da Śākyamuni nel Buddhismo, ma purtroppo non disponiamo di fonti (anteriori al X secolo) su cui fondare la sua storicità, le date, le origini etniche e le attività, oltre all'enorme numero di testi che gli sono attribuiti direttamente o sono ritenuti essere la sua parola»

La sua storia è stata rivelata in un terma (tibetano: གཏེར་མ་, Wylie: gter-ma, lett. "Tesoro nascosto") di Loden Nyingpo.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Shenrab Miwo è un'espressione in zhang-zhung (Tibetano: ཞང་ཞུང་, Wylie: zhang zhung), lingua sinotibetana estinta, parlata in una parte non ancora precisata di quello che ora è il Tibet occidentale (Žaṅ žuṅ secondo G. Tucci[2]) e imparentata con il tibetano antico. Molte sono le ipotesi fatte circa il significato dell'espressione, la più attendibile è che sia l'equivalente, nella lingua zhang-zhung, di "bodhisattva" (equivalente al tibetano shégya sempa; Wylie: shes rgya sems dpa').[3]

Vita di Shenrab secondo le tradizioni Bön[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il terma Bön, Tonpa Shenrab è anteriore a Gautama Buddha. Si sostiene che Tonpa Shenrab prima studiò la dottrina Bön nella "terra di Olmo Lungring" (Tagzig Olmo Lung Ring), dopodiché fece voto a Shenlha Okar, dio della compassione, di guidare le genti di questo mondo verso la liberazione.

Come Gautama, egli era di stirpe reale e all'età di trentun anni rinunciò all'eredità per intraprendere il sentiero dell'illuminazione, adottando una vita di rinunce e austerità.

Diffuse la dottrina Bön finché raggiunse finalmente la terra di Zhangzhung, ritenuta essere nei pressi del Monte Kailash.

Cronache della vita di Tonpa Shenrab si trovano in tre fonti principali: Dodü (Wylie: mdo 'dus), Zermik (Wylie: gzer mig), e Ziji (Wylie: gzi brjid). La prima e la seconda si sostiene siano terma scoperti da tertön nel X o XI secolo; il terzo fa parte della tradizione orale (Wylie: snyan brgyud) trasmessa da maestro a discepolo.

I Quattro Portali e il Quinto, il Tesoro[modifica | modifica wikitesto]

Le dottrine insegnate da Tonpa Shenrab sono generalmente classificate in vari modi, due dei quali sono i più comuni. Nel primo, I Quattro Portali e il Quinto, il Tesoro (sgo bzhi mdzod lnga):

  • Acqua Bianca (chab dkar) tratta di materie esoteriche;
  • Acqua Nera (chab nag) riguarda narrazioni, magia, riti funebri e rituali diversi;
  • Terra di Phan ('phan yul) codifica regole monastiche e interpretazioni filosofiche;
  • Guida Divina (dpon gsas) tramanda gli insegnamenti della Dzogchen; e per finire:
  • Tesoro (mtho thog), funge da antologia degli argomenti salienti dei Quattro Portali.

Le Nove Vie del Bön[modifica | modifica wikitesto]

La seconda classificazione, Nove Vie del Bön (Bön theg pa rim dgu), si configura come segue:

  • Via della Predizione (phyva gshen theg pa), che codifica rituale, pronostici, sortilegi e astrologia;
  • Via del Mondo Visivo (snang shen theg pa), che dettaglia l'Universo psicofisico;
  • Via dell'Illusione ('phrul gshen theg pa), che spiega i riti per la dispersione di tulpa, entità ed energie avverse;
  • Via dell Esistenza (srid gshen theg pa), che dettaglia funerali e rituali di morte;
  • Via del Seguace Laico (dge bsnyen theg pa), che contiene i dieci principi per l'attività sana;
  • Via del Monaco (drang srong theg pa), che codifica regole e disposizioni monastiche;
  • Via del Suono Primordiale (a dkar theg pa), che traccia l'integrazione di un religioso di grado elevato nel mandala della massima illuminazione;
  • Via dello Shen Primordiale, (ye gshen theg pa), che offre le linee guida per la ricerca di una vera maestria tantrica e gli obblighi (dam tshigs, paralleli al samaya sanscrito) che legano un discepolo al suo maestro tantrico; e per finire:
  • Via della Suprema Condizione Naturale (bla med theg pa), ovvero la Via della Dzogchen.

Le nove vie possono anche essere classificate in tre gruppi:

  • il gruppo Vie Causali (rgyu'i theg pa), che comprende le prime quattro soprastanti;
  • il gruppo Vie Risultanti ('bras bu'i theg pa), che comprende quelle dalla quinta all'ottava; e:
  • il gruppo Via Insuperabile ovvero Via della Dzogchen (khyad par chen po'i theg pa or rdzogs pa chen po, abbreviato in rdzogs chen), che è composto dalla nona.

Il Canone Bön[modifica | modifica wikitesto]

Il Canone Bön comprende più di duecento volumi, classificati in quattro categorie: i Sutra (mdo), la Perfezione degli Insegnamenti della Saggezza ('bum), i Tantra (rgyud) e la Conoscenza (mdzod). In aggiunta il canone comprende materiale su rituali, arti e mestieri, logica, medicina, poesia e narrativa. La sezione "Conoscenza" riguardante cosmogonia e cosmologia, seppure per certi aspetti unica dei Bön, presenta una somiglianza più che fuggevole con le dottrine Nyingma (rnying ma).

Aspetti di Shenrab Miwoche[modifica | modifica wikitesto]

Si dice che Shenrab Miwoche avesse tre aspetti o forme: quello del tulku (Wylie: sprul sku) o nirmaṇakāya, Shenrab Miwoche; quello dello dzokku (Wylie: rdzogs sku) o sambhogakāya, Shenlha Okar e quello del bönku (Wylie: bön sku) o dharmakāya, Tapihritsa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Schaik, Sam van. Tibet: A History. Yale University Press 2011, pp. 99-100.
  2. ^ Giuseppe Tucci, Preliminary Report on Two Scientific Expeditions in Nepal, David Brown Book Company, 1956, ISBN 978-88-575-2684-3.
  3. ^ Sigbert Hummel, gShen, in Bulletin of Tibetology, 28numero=3, Gangtok, Sikkim, India, Namgyal Institute of Tibetology, 1992, pp. 5–8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bellezza, John Vincent. (2010). "gShen-rab Myi-bo, His life and times according to Tibet’s earliest literary sources." Revue d’Etudes Tibétaines Number 19 October 2010, pp. 31–118.
  • Namkhai Norbu. (1995). Drung, Deu and Bön. Narrations, symbolic languages and the Bön Tradition in Ancient, Tibet, Library of Tibetan Works and Archives, Dharamsala, passim (vedi "Indice", p. 319). ISBN 81-85102-93-7.
  • Unknown Author (2005). The Bönpo's Tradition. (Accessed: January 17, 2007).

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