Tondenhei

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I tondenhei (屯田兵?, Soldati di stanza nei campi) erano coloni militari che in seguito al Rinnovamento Meiji furono reclutati per colonizzare i territori dello Hokkaidō, isola situata nell'estremità settentrionale dell'arcipelago giapponese. In seguito alla Guerra russo-giapponese erano considerati tali anche i nuovi coloni che l'Impero del Giappone inviò nella Prefettura di Karafuto, divisione amministrativa che occupava la metà meridionale dell'isola di Sachalin, oggi parte della Federazione Russa.[1]

Illustrazione raffigurante il passaggio dell'Imperatore Meiji presso un villaggio di tondenhei dello Hokkaido nel 1881.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi coloni furono inviati già all'epoca dello Shogunato Tokugawa, ma dopo la rovinosa caduta di quest'ultimo in seguito agli eventi della Guerra Boshin, fu con il nuovo governo Meiji che il fenomeno di colonizzazione dell'estremo nord si fece più massiccio. A tal proposito già nel 1869 fu creata la Commissione per lo sviluppo dello Hokkaidō.[2] L'ente si avvalse delle conoscenze messe a disposizione da molti oyatoi gaikokujin (consulenti stranieri) per organizzare un vasto piano di civilizzazione della regione. Così a partire dal 1874 lo Stato ingaggiò numerosi ex samurai provenienti dal resto del Giappone, con l'intento di stanziarli sull'isola per poi destinarli all'agricoltura e al pattugliamento della frontiera marina con l'Impero russo, corrispondente allo Stretto di La Pérouse. I primi coloni soldati furono poche centinaia e si insediarono nei pressi di Sapporo e Asahikawa. In poco tempo oltre settemila famiglie di tondenhei contribuirono a fondare una quarantina di villaggi sparsi su tutta l'isola. Oltre a introdurre nuovi coloni nello Hokkaidō, questo stratagemma consentì di pacificare i membri della classe guerriera che in seguito alla Restaurazione Meiji avevano perso i propri possedimenti e privilegi.[3]

Il governo inoltre fornì a ogni soldato un'uniforme per la stagione fredda, mentre a ciascuna famiglia furono affidati otto acri di terra e una casa con una stufa russa. Tutti i coloni maschi tra i 18 ei 35 anni furono assegnati ai reggimenti. Come ex samurai, spesso oltre alle armi da fuoco di dotazione militare, disponevano anche di spade. Coltivavano durante l'estate e svolgevano la maggior parte dei loro compiti militari durante l'inverno. Molti coloni non erano abituati all'agricoltura, in particolare alla coltivazione di colture settentrionali come fagioli e patate, ma le famiglie collaboravano insieme per adattarsi al clima rigido e alla nuova condizione sociale.[4]

Quando nel febbraio del 1882 la Commissione per lo sviluppo dello Hokkaidō venne abolita, i coloni militari stanziati nella regione passarono sotto la giurisdizione diretta dell'Esercito imperiale giapponese, costituendo la 7° Divisione.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Difendere il nord, su cambridge.org.
  2. ^ Kaitakushi, su kai-hokkaido.com.
  3. ^ La fine dei samurai, su restaurazionemejidalpiaz.wordpress.com.
  4. ^ I pionieri dello Hokkaidō, su degruyter.com.
  5. ^ La 7° Divisione, su wayfarerdaves.com.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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