Tin Pan Alley Cats

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Tin Pan Alley Cats
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1943
Genereanimazione, commedia, fantastico
RegiaRobert Clampett
SceneggiaturaWarren Foster
ProduttoreLeon Schlesinger
Casa di produzioneLeon Schlesinger Productions
MusicheCarl W. Stalling
AnimatoriRod Scribner, Art Babbitt, Manny Gould, Robert McKimson, Virgil Ross
SfondiRichard H. Thomas

Tin Pan Alley Cats è un film del 1943 diretto da Robert Clampett. È un cortometraggio d'animazione della serie Merrie Melodies, prodotto dalla Leon Schlesinger Productions e uscito negli Stati Uniti il 17 luglio 1943, distribuito dalla Warner Bros.

Come il successo precedente di Clampett Coal Black and de Sebben Dwarfs, pubblicato in precedenza nello stesso anno, Tin Pan Alley Cats si concentra sui temi contemporanei della cultura afroamericana, del jazz e della seconda guerra mondiale e ha come protagonista una caricatura del giazzista Fats Waller come un gatto antropomorfo.[1][2]

Come il corto precedente, Tin Pan Alley Cats si focalizza su gag stereotipate e situazioni che riguardano gli afroamericani, raffigurati in modo caricaturale. Pertanto, questa pellicola e altri cartoni della Warner Bros. con dei temi simili sono stati rimossi dalla distribuzione televisiva dal 1968, e sono noti col nome collettivo di "undici censurati" (Censored Eleven).[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il cartone inizia con un gatto, una caricatura di Fats Waller, che esce di notte in città. Egli sta per entrare in un locale quando un predicatore di strada lo avverte che sarà tentato con "vino, donne e canto" se ci entrerà. Questo, tuttavia, non fa che eccitare il gatto, che entra subito. All'inizio egli si gode il locale, ma poi finisce per immergersi così tanto nella musica che finisce per essere trasportato in un regno fantastico maniacale pieno di creature surreali (incluse delle caricature di Adolf Hitler, Hideki Tōjō e Iosif Vissarionovič Stalin). Questo mondo lo spaventa a tal punto che, quando si risveglia, rinuncia ai suoi modi festosi e si unisce a un gruppo musicale religioso che canta fuori (simile all'esercito della Salvezza), con loro grande sorpresa.[4]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

A causa delle limitazioni del bilancio di spesa e delle carenze in periodo bellico, molte sequenze riciclano delle animazioni e delle registrazioni sonore di alcuni cartoni precedenti dello studio Schlesinger. Dal corto di Friz Freleng September In The Rain (1937) viene tratta la registrazione di Nagasaki, e il gatto "Fats Waller", il trombettista che richiama Louis Armstrong, la ballerina di jitterbug e il trio di baristi canterini furono riproposti per questo cartone. Le scene del mondo fantastico presentano delle versioni ridisegnate a colori di personaggi e ambienti (oltre a segmenti audio riregistrati) da Porky in Strambilandia di Clampett.

I segmenti creati apposta per la sequenza da incubo (come la banda musicale fatta di elastici di gomma) sarebbero riapparsi nel rifacimento a colori di Porky in Strambilandia, L'ultimo dei Do-do, realizzato da Friz Freleng nel 1949. Il cartone fu l'ultimo ad presentare una caricatura di Fats Waller quando era ancora in vita, in quanto egli morì proprio nel 1943.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo i moti del movimento per i diritti civili negli anni Sessanta, la United Artists tolse Tin Pan Alley Cats, assieme al resto degli "undici censurati" (Censored Eleven), dalla televisione americana nel 1968. La Turner Entertainment (che oggi appartiene alla WarnerMedia di AT&T) acquisì i diritti di questi cartoni nel 1986, continuando a negarne un rilascio.

Tra i cartoni presenti tra gli undici censurati, gli storici dell'animazione e gli studiosi del cinema sono i primi a difendere quelli diretti da Bob Clampett: Coal Black and de Sebben Dwarfs and Tin Pan Alley Cats. Coal Black and de Sebben Dwarfs, una parodia afroamericana di Biancaneve e i sette nani di Walt Disney, viene incluso di frequente nelle liste dei cartoni migliori mai creati, mentre l'ultimo è una reinterpretazione giazzistica del corto di Clampett Porky in Strambilandia (1938). L'autrice Michelle Klein-Hass scrisse il seguente su un forum:[5]

(EN)

«Some even look at Clampett's Jazz cartoons and cry racism when Clampett was incredibly ahead of his time and was a friend to many of the greats of the LA jazz scene. All of the faces you see in Tin Pan Alley Cats and Coal Black and de Sebben Dwarfs are caricatures of real musicians he hung out with at the Central Avenue jazz and blues clubs of the '40s.»

(IT)

«Alcuni guardano persino i cartoni giazzistici di Clampett e gridano al razzismo quando Clampett era incredibilmente avanti per il suo tempo ed era un amico di molti dei grandi della scena giazzistica losangelina. Tutti i volti che si possono vedere in Tin Pan Alley Cats e Coal Black and de Sebben Dwarfs sono delle caricature di musicisti veri coi quali usciva nei locali giazzistici degli anni 40 nella Central Avenue.»

Delle copie pirata sono emerse su videocassetta e in DVD. La Warner Home Video pubblicò degli spezzoni della pellicola come parte di un documentario integrativo su Bob Clampett sul terzo disco del set da collezione DVD di Looney Tunes Golden Collection: Volume 2. Nell'ottobre del 2010, venne annunciato che una versione completa sarà rilasciata ufficialmente in DVD, assieme al resto degli "undici censurati", tramite la collezione Warner Archives.[6][3] Tuttavia, dopo un decennio, nessuno degli "undici censurati" è stato ancora rilasciato ufficialmente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Censored 11: “Tin Pan Alley Cats” (1943) |, su cartoonresearch.com. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  2. ^ (EN) Steve Schneider, That's All, Folks! : The Art of Warner Bros. Animation, Henry Holt and Co, 1988, pp. 82–83.
  3. ^ a b I Looney Tunes neri, su Il Post, 13 agosto 2010. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  4. ^ (EN) Henry T. Sampson, That's enough, folks : Black images in animated cartoons, 1900-1960, Lanham, Md. : Scarecrow Press, 1998, p. 214, ISBN 978-0-8108-3250-3. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  5. ^ (EN) R.I.P. Chuck Jones - 1912-2002, su groups.google.com. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  6. ^ (EN) NYCC2010: Warner Archive to Release the "Censored Eleven"- Animation News Discussion Cartoon Community - toonzone news, su web.archive.org, 13 giugno 2011. URL consultato il 12 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]