Thomas Houseago

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Thomas Houseago (Leeds, 1972) è uno scultore britannico naturalizzato statunitense.

Houseago è noto per le sue opere su larga scala in gesso, bronzo, e alluminio che "prendono spunto da una riflessione su alcuni maestri della scultura del Novecento, come Auguste Rodin e Umberto Boccioni, unita a citazioni cinematografiche, come la saga di Star Wars".[1] Sue sono anche installazioni architettoniche.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Houseago crebbe a Leeds, nel West Yorkshire, dove sua madre faceva l'insegnante.[3] Houseago tenne il suo programma di fondazione presso il Jacob Kramer College (oggi Leeds Arts University), e nel 1991 si iscrisse alla Central Saint Martins College of Art and Design di Londra.[2][4][5] Divenne uno studente anche del De Ateliers di Amsterdam dove entrò in contatto con Marlene Dumas, Thomas Schütte e Luc Tuymans.[4] Visse poi a Bruxelles per otto anni per poi trasferirsi definitivamente a Los Angeles nel 2003.[4][5][6]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Opera senza titolo di Houseago davanti al Boomgaardweg di Almere (Paesi Bassi)

I due collezionisti di Miami Donald e Mera Rubell acquistarono molte opere di Houseago nel 2006.[6]

Houseago tenne la sua prima personale, Serpent, nel 2009, alla David Kordansky Gallery di Los Angeles.[7] Il suo Baby (2009–2010), una scultura antropomorfa in gesso, venne esposto in occasione della Whitney Biennial 2010.[2] Nel 2011, L'Homme Pressé di Houseago, un'imponenente figura in bronzo di un uomo che cammina, venne collocata in occasione della Biennale di Venezia davanti a Palazzo Grassi, che si affaccia sul Canal Grande.[8][9]

Nel corso della sua carriera, Houseago è stato rappresentato dalla Xavier Hufkens Gallery, la Gagosian, la Hauser & Wirth,[10] la Galerie Michael Werner[11] e la David Kordansky Gallery.[12]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Mentre si formava presso De Ateliers, Houseago instaurò una relazione sentimentale con la pittrice statunitense Amy Bessone. I due si separarono nel 2013. Successivamente, lo scultore britannico si mise con l'arteterapeuta Muna El Fituri.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ludovico Pratesi, Arte contemporanea. I protagonisti della scena globale da Koons a Cattelan, Giunti, 2017, p. 30.
  2. ^ a b c (EN) Leaving the Monsters Behind: Thomas Houseago’s Long Road to 'Moun Room', su nytimes.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  3. ^ (EN) Searching for the Next Art-World Star, su wsj.com. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2014).
  4. ^ a b c (EN) Thomas Houseago’s sacred monsters, su ft.com. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2016).
  5. ^ a b (EN) Gagosian Inside the Healing L.A. Studio of Artist Thomas Houseago, Where Ghosts (and Brad Pitt) Roam, su wmagazine.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  6. ^ a b (EN) Sculptor Thomas Houseago's shape-shifting world, su articles.latimes.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  7. ^ (EN) David Kordansky Gallery, su ocula.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  8. ^ (EN) Notes from the Venice Biennale: Thomas Houseago's can't-be-missed sculpture at Palazzo Grassi, su latimesblogs.latimes.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  9. ^ (EN) Gagosian Hong Kong shows first paintings of much collected sculptor Thomas Houseago, su scmp.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  10. ^ (EN) Leaving the Monsters Behind: Thomas Houseago’s Long Road to ‘Moun Room’, su nytimes.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  11. ^ (EN) Sculptor Thomas Houseago's shape-shifting world, su articles.latimes.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  12. ^ (EN) Thomas Houseago’s sacred monsters, su ft.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  13. ^ (EN) Inside the Healing L.A. Studio of Artist Thomas Houseago, Where Ghosts (and Brad Pitt) Roam, su wmagazine.com. URL consultato il 2 marzo 2022.

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Controllo di autoritàVIAF (EN101175298 · ISNI (EN0000 0001 1880 3272 · SBN TO0V637585 · Europeana agent/base/14735 · ULAN (EN500294133 · LCCN (ENno2010090839 · GND (DE139434836 · BNF (FRcb16590997d (data) · J9U (ENHE987007371302305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2010090839