Tachina fera

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Tachina fera
Esemplare fotografato a Piazzo (Segonzano, Trentino)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Diptera
Sottordine Brachycera
Coorte Cyclorrhapha
Sezione Schizophora
Sottosezione Calyptratae
Superfamiglia Oestroidea
Famiglia Tachinidae
Genere Tachina
Specie T. fera
Nomenclatura binomiale
Tachina fera
(Linnaeus, 1761)
Sinonimi

Echinomyia algira Macquart, 1849
Echinomyia autumnalis Giglio-Tos, 1890
Echinomyia cenisia Giglio-Tos, 1891
Echinomyia errans Robineau-Desvoidy, 1830
Echinomyia fera (Linnaeus, 1760)
Echinomyia fulviceps Meigen, 1838
Echinomyia intermedia Robineau-Desvoidy, 1830
Echinomyia ligustica Giglio-Tos, 1891
Echinomyia macquarti Giglio-Tos, 1891
Echinomyia meigeni Giglio-Tos, 1891
Echinomyia ruficornis Meigen, 1838
Echinomyia tetramera Zetterstedt, 1849
Musca fera Linnaeus, 1761
Musca reccumbo Harris, 1776
Musca rerumbo Harris, 1780
Tachina imitatrix Zimin, 1967
Tachina pamirica Zimin, 1967
Tachina tetramera (Zetterstedt, 1849)
Tachina virgo Meigen, 1824[1][2]

Tachina fera (Linnaeus, 1761) è un insetto dell'ordine dei ditteri e della famiglia dei tachinidi[1][2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio del capo di un esemplare fotografato a Buiza (La Pola de Gordón, Castiglia e León)

Si tratta di un dittero piuttosto grande[3], con dimensioni che vanno dai 9 ai 16 mm[4]. L'addome, di colore giallo intenso/arancione, è attraversato da una banda longitudinale nera[3][4]; il torace è nero, mentre l'area posteriore del capo è gialla[3]. Il corpo è ricoperto di peli, specialmente sulla parte terminale dell'addome[3][4].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare fotografato presso Sermamagny (Borgogna-Franca Contea)

L'adulto è attivo da maggio a settembre, e si nutre di nettare di ombrellifere e piante acquatiche, ed è un importante impollinatore[4][5]; come in diverse altre specie di tachinidi, anche la larva di T. fera si sviluppa a spese dei bruchi di vari lepidotteri o anche di altri insetti[3][4]: le uova vengono deposte sulle piante ospiti delle prede, e alla schiusa le larve attaccano i bruchi, entrano nel loro corpo e li consumano dall'interno[6][7]. Tra le specie parassitate si possono citare Autographa gamma, Ceramica pisi, Cosmia trapezina, Lymantria dispar, Lymantria monacha, Orthosia cerasi, Orthosia cruda, Panolis flammea, Peridroma saucia e Xestia c-nigrum[5][6][8].

Diffusione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è ben documentata in vari stati dell'Europa centrale, in Francia, Italia settentrionale, Scandinavia meridionale, isole britanniche e penisola iberica[2]; è presente anche in Asia[6].

È frequente nelle radure e ai margini dei boschi[3], e nelle aree umide[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Tachina fera (Linnaeus, 1761), su Catalogue of Life. URL consultato il 2 aprile 2021.
  2. ^ a b c (EN) Tachina fera (Linnaeus, 1761), su Gbif. URL consultato il 2 aprile 2021.
  3. ^ a b c d e f g Bellmann, p. 165.
  4. ^ a b c d e f (EN) Tachina fera, su NatureSpot. URL consultato il 2 aprile 2021.
  5. ^ a b (EN) Tachinid Flies, su A Tramp in the Woods. URL consultato il 2 aprile 2021.
  6. ^ a b c (DE) Igelfliege, su Insektenbox. URL consultato il 2 aprile 2021.
  7. ^ (EN) Tachina magnicornis / Tachina fera, su The Garden Safari. URL consultato il 2 aprile 2021.
  8. ^ (EN) Tachina fera, su CABI. URL consultato il 2 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]