Studio fotografico Vasari

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Lo Studio fotografico Vasari è una delle più antiche dinastie italiane operanti nel campo della fotografia.

Lo studio è conosciuto per la sua specializzazione in fotografie architettoniche e di opere d'arte e per aver documentato negli anni la trasformazione della Roma[1] del ventennio[2] e del dopoguerra[3].

Collezioni delle foto Vasari sono custodite presso International Museum of Photography and Film at George Eastman House[4] di Rochester (New York), il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia, presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, e al Centro studi e archivio della comunicazione (CSAC) dell'Università degli Studi di Parma.

Cesare Vasari

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tommaso e Giorgio Vasari

Il capostipite Cesare Vasari (Arezzo, 30 maggio 1846 - Roma, 31 maggio 1901) si trasferisce a Roma nel 1860 dove inizia la sua attività nel campo, lavorando inizialmente per fotografi professionisti. Diventa collaboratore della vedova di Tommaso Cuccioni, Isabella Bonafede[5]; nel 1875 apre uno dei primi atelier per la produzione di fotografie d'arte ed architettura.[6].

Dopo che Cesare si trasferisce a Firenze, l'atelier romano passa al nipote Alessandro (Roma, 1 luglio 1866 - 18 marzo 1929); il figlio di Alessandro, Tommaso (Roma, 21 marzo 1894 - 25 agosto 1971) documenta la vicenda artistica ed architettonica della Roma del Ventennio[7], diventando fornitore della Casa Reale, e completando la sua opera fotografica nella ricostruzione del dopoguerra[8].

All'inizio il laboratorio per lo sviluppo e stampa delle fotografie si trovava a via della Mercede successivamente trasferito a via Ludovisi ed infine a via Condotti, dove venivano effettuate tutte le lavorazioni di trattamento dei negativi, la successiva stampa e ritoccatura finale[9]

A Tommaso, che ebbe due figli Laura e Giorgio, succederà Giorgio, dottore in chimica (Roma, 11 settembre 1931 - Filettino, 3 luglio 2004). Con Giorgio l'attività si sviluppa nei settori d'arte, architettura ed industria, tra cui la documentazione fotografica delle opere pubbliche per le Olimpiadi del 1960, le sedi delle maggiori aziende del "boom economico" italiano, oltre ad edizioni che trattano le più importanti basiliche, chiese e gallerie romane d'arte e antiquariato.

Successivamente i figli di Giorgio (Alessandro, Andrea e Francesco) hanno continuato l'attività dello studio, costituendo l'Archivio Fotografico Vasari ed arricchendolo attraverso campagne fotografiche su commissione da parte di enti statali, musei, collezioni private ed editori nazionali ed internazionali.

Oggi l'attività fotografica è condotta da Alessandro Vasari (Roma, 25 febbraio 1957)[10][11].

I Vasari e l'architettura[modifica | modifica wikitesto]

«Le foto di cantiere, circa 800 in bianco e nero, sono opera dello studio Vasari, fornitore della Real Casa e fotografo ufficiale delle trasformazioni di Roma. Il grande formato, la qualità della stampa e l'accuratezza delle riprese fanno di questi documenti una fonte preziosa»

La specializzazione nella fotografia di architettura inizia da subito con Cesare Vasari, ma saranno Tommaso e Giorgio a dare un forte impulso a questo genere di riprese prestando la loro opera per importanti architetti come Enrico Del Debbio[14], Pier Luigi Nervi[15], Luigi Walter Moretti[16] e Giuseppe Vaccaro[17]

L'Archivio fotografico[modifica | modifica wikitesto]

L'archivio storico dei Vasari composto da 5.024 lastre[18] (in vetro 21x27 cm. ed altre 13x18 cm.), è attualmente consultabile presso la Calcografia-Istituto Nazionale per la Grafica[19][20][21].
Dal 2023, 998 lastre in vetro di Alessandro Vasari (1866 - 1929), sono state catalogate e messe online per la visione pubblica[22].

La produzione "conto terzi" dal 1910 ca. all'immediato dopoguerra, che consiste di 350.000 tra lastre e negativi in bianco e nero e a colori, è conservata presso il Centro studi e archivio della comunicazione (CSAC) dell'Università degli Studi di Parma[18][23].

Un'ultima porzione più eterogenea consiste nell'archivio privato dei Vasari (circa 90.000 tra pellicole di vari formati positive, negative bianco/nero e colore, e file digitali ad alta risoluzione), questo fondo, in continua espansione, comprende la produzione fotografica dei Vasari ad oggi ed è consultabile su un database di ricerca per soggetto, autore ed ubicazione tramite il sito dello studio fotografico.

Mostre sui fotografi Vasari[modifica | modifica wikitesto]

  • Roma 1991: I Vasari: una dinastia di fotografi a Roma dal 1875 al 1991, 26 febbraio - 30 aprile[24], Biblioteca Vallicelliana dell'Oratorio dei Filippini[25][26][27]
  • Parma 1994: Il gesso e la creta: studio Vasari Roma, l'atelier Ximenes , a cura di Paolo Barbaro, testi di Marzio Pieri, CSAC dell'Università di Parma.
  • Milano 2010: Walk the Stones - un viaggio lungo il tempo e le strade di Roma, Spazio ILEX di Archivolto - Milano, 14 - 30 aprile[28]
  • Stoccolma 16 ottobre - 6 novembre 2014: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Istituto Italiano di Cultura[29]
  • Berlino 12 novembre - 4 dicembre 2014: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Ambasciata d'Italia
  • Skopje 11 dicembre 2014 - 21 gennaio 2015: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Galleria Nazionale Macedone "Chifte Hamam"

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vasari, dalla Roma «deserta» al boom , di Flavia Matitti - Archiviato il 18 ottobre 2014 in Internet Archive.l'Unità
  2. ^ Bolaffi e il ventennio fascista in un comunicato ANSA
  3. ^ Scheda su Foto Vasari, su ipac.regione.fvg.it. URL consultato il 26 giugno 2018.
  4. ^ Eastman Museum - Vasari, su collections.eastman.org. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  5. ^ Tommaso Cuccioni, Isabella Bonafede e la collaborazione di Cesare Vasari nella Treccani
  6. ^ Si noti che nei cataloghi commerciali la ditta Vasari viene pubblicizzata come "casa fondata nel 1860".
  7. ^ [1] Archiviato il 16 ottobre 2014 in Internet Archive. I Vasari in una pagina dedicata a Enrico Del Debbio, con cui collaborarono con 800 foto b/n del cantiere del Foro Mussolini
  8. ^ [2] I Vasari e Pier Luigi Nervi nelle opere del dopoguerra
  9. ^ Roma mai più Roma Attraverso le foto di Alessandro Vasari, Manodori editore Roma 1983
  10. ^ Alessandro Vasari, su alessandrovasari.com. URL consultato il 6 maggio 2020.
  11. ^ Destino d'arte, su nikonschool.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  12. ^ Archivio Enrico Del Debbio architetto - La misura della modernità - a cura del Centro archivi di architettura del MAXXI, su maxxi.art. URL consultato il 6 maggio 2020.
  13. ^ Archivio Enrico Del Debbio architetto - La misura della modernità - a cura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, su pabaac.beniculturali.it. URL consultato il 12 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
  14. ^ Archivio Enrico Del Debbio, su pabaac.beniculturali.it. URL consultato il 12 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
  15. ^ [3] I Vasari e Pier Luigi Nervi
  16. ^ Luigi Moretti. Architetto del Novecento, a cura di Corrado Bozzoni, Daniela Fonti, Alessandra Muntoni, pag.192 [4]
  17. ^ Studio Fotografico Vasari per l'architetto Giuseppe Vaccaro, su ffmaam.it. URL consultato il 3 maggio 2020.
  18. ^ a b La documentazione fotografica dell’arte in Italia dagli albori all’epoca moderna, di Francesca Recine, pag. 50
  19. ^ Fotografie di intento principalmente documentaristico sono anche quelle del fondo dello Studio Vasari, attivo a Roma dal 1870, rappresentanti principalmente panorami cittadini [5]
  20. ^ Cesare Vasari (1846-1901), Alessandro Vasari (1866-1929), Tommaso Vasari ((1929-1950). Il nucleo storico dell'archivio è conservato presso L'Istituto Nazionale per la Grafica [6]
  21. ^ Collezioni fotografiche (vedi Ditta Vasari), su grafica.beniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2023.
  22. ^ Vasari Alessandro 1866/ 1929, su calcografica.it. URL consultato il 6 maggio 2023.
  23. ^ [7] Le immagini dei Vasari, "documentazione inedita" conservata al CSAC]
  24. ^ [8] Calendario nazionale sul notiziario 34/35 del Ministero dei Beni Culturali
  25. ^ Mostra sui Vasari con relativo catalogo
  26. ^ Elenco delle fotografie esposte poi donate dalla famiglia Vasari alla Biblioteca Vallicelliana
  27. ^ I Vasari, su vallicelliana.it. URL consultato il 4 maggio 2020.
  28. ^ Mostra sui Vasari a Milano
  29. ^ Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, su beniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Manodori, Alessandro Vasari, Roma mai più Roma: attraverso le fotografie di Alessandro Vasari, Edizioni Golden Series, 1983
  • Marina Miraglia, Cesare Vasari e il "genere" nella fotografia napoletana dell'Ottocento, in Bollettino d'Arte, serie VI, 33-34, pp. 199–296
  • Biblioteca Vallicelliana, I Vasari: una dinastia di fotografi a Roma dal 1875 al 1991, a cura della Biblioteca Vallicelliana, catalogo della mostra, Roma 1991
  • Paolo Barbaro, testi di Marzio Pieri, Il *gesso e la creta: studio Vasari Roma, l'atelier Ximenes, catalogo della mostra, CSAC dell'Università, Parma 1994, codice SBN BVE0084839
  • Anita Margiotta e M. Grazia Massafra, Un percorso fotografico a palazzo Braschi (1870-1987). Catalogo della mostra (anche e-book), pag. 129, Gangemi Editore, Roma 2012, ISBN 978-88-492-5253-8 [9]
  • Roberta Tucci, I suoni della campagna romana. Per una ricostruzione del paesaggio sonoro di un territorio del Lazio., con CD Audio, pag. 206, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2003, ISBN 978-88-498-0614-4 [10]
  • Francesca Recine, La documentazione fotografica dell'arte in Italia dagli albori all'epoca moderna, pp. 49 e 50, Edizioni Scriptaweb, Napoli 2006 [11]
  • Francesco Buranelli, Laocoonte: alle origini dei Musei Vaticani, pag. 80 e 136, Edizioni L'Erma di Bretschneider, Roma 2006, ISBN 978-88-8265-409-2 [12]
  • Marina Miraglia,Fotografi e pittori alla prova della modernità, Bruno Mondadori Editore, Milano 2012, ISBN 978-88-6159-657-3

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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