Stegocephalia

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Stegocephalia
Fossile dello stegocefalo basale, Tiktaalik roseae
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Sarcopterygii
Clade Tetrapodomorpha
Clade Elpistostegalia
Clade Stegocephalia
Cope, 1868
Sottogruppi

Gli stegocefali (Stegocephalia) sono un gruppo di vertebrati che comprendono i tetrapodi basali e i loro discendenti simili ad anfibi; in senso filogenetico, il termine Stegocephalia è usato per comprendere tutti i tetrapodi e i loro più stretti parenti. Il termine venne coniato nel 1868 dal paleontologo americano Edward Drinker Cope e deriva dal greco στεγοκεφαλια, ovvero "testa a tetto", con riferimento alla notevole armatura dermica che alcune delle forme più primitive possedevano sul cranio. Il paleontologo canadese Michael Laurin diede al gruppo la prima definizione filogenetica formale, includendo negli stegocefali più o meno tutti i vertebrati dotati di dita al posto delle pinne.

Storia della classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente, il termine Stegocephalia era usato come un'unità sistematica con rango di ordine. Il termine crebbe in popolarità nella scienza britannica e americana nel corso del Diciannovesimo Secolo, anche se il termine pressoché equivalente Labyrinthodontia venne coniato 18 anni prima da Hermann Burmeister, con riferimento alla struttura dei denti. I termini furono considerato pressoché intercambiabili durante la prima parte del Ventesimo Secolo, e solitamente erano usati per raggruppare numerosi anfibi arcaici, come gli Embolomeri e i Temnospondyli. Tuttavia, successive analisi hanno dimostrato che i Labyrinthodontia (e gli Stegocephalia) erano gruppi parafiletici, e vennero quindi usati per indicare informalmente i vertebrati arcaici "non pesci" ad eccezione degli amnioti (i primi rettili e i loro discendenti) e dei moderni lissanfibi.

Il paleontologo Michael Laurin riammise il vecchio termine Stegocephalia e definì questo taxon in senso cladistico, come tutti i vertebrati più strettamente imparentati con i temnospondili che a Panderichthys (il più vicino parente dei tetrapodi dotato di pinne pari). Quindi, gli stegocefali includono tutti i gruppi di vertebrati che hanno dita al posto delle pinne, e pochi altri (Elginerpeton, Metaxygnathus, Ventastega e forse Hynerpeton) che potrebbero essere stati dotati ancora di pinne. Al contrario del vecchio uso che si faceva di questo termine, attualmente ci si riferisce a Stegocephalia come a un clade. Questa concezione del clade Stegocephalia venne scelto per permettere di riferirsi al clade Tetrapoda come a un crown group. Come conseguenza, Stegocephalia comprende tutti i vertebrati terrestri e i loro antenati anfibi.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è mostrato un cladogramma tratto dal lavoro di Swartz (2012):


Elpistostegalia

Panderichthys

Stegocephalia

Elpistostegidae

Elginerpeton

Ventastega

Acanthostega

Ichthyostega

Whatcheeriidae

Colosteidae

Crassigyrinus

Baphetidae

Gruppo corona Tetrapoda

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Burmeister, H. (1850): Die Labyrinthodonten aus dem Saarbrücker Steinkohlengebirge, Dritte Abtheilung: der Geschichte der Deutschen Labyrinthodonten Archegosaurus. Berlin: G. Reimer, 74 pp.
  • Cope E. D. 1868. Synopsis of the extinct Batrachia of North America. Proceedings of the Academy of Natural Sciences of Philadelphia: pp 208-221
  • Romer, A. S., (1947, revised ed. 1966) Vertebrate Paleontology, University of Chicago Press, Chicago
  • Laurin M. (1998): The importance of global parsimony and historical bias in understanding tetrapod evolution. Part I-systematics, middle ear evolution, and jaw suspension. Annales des Sciences Naturelles, Zoologie, Paris, 13e Series 19: pp 1-42.
  • Laurin, M; Soler-Gijón, R (2001). "The oldest stegocephalian from the Iberian peninsula: evidence that temnospondyls were euryhaline". Comptes Rendus de l'Académie des Sciences, Série III. 324 (5): 495–501. PMID 11411292.
  • Swartz, B. (2012). "A marine stem-tetrapod from the Devonian of Western North America". PLoS ONE. 7 (3): e33683. doi:10.1371/journal.pone.0033683. PMC 3308997 Freely accessible. PMID 22448265.

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