Stazione di Bivio Latronico

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Bivio Latronico
stazione ferroviaria
già Bivio Seluci
La stazione negli anni '20 durante la costruzione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàLauria
Coordinate40°04′19.5″N 15°51′23.79″E / 40.072083°N 15.856608°E40.072083; 15.856608
LineeLagonegro-Spezzano Albanese
Storia
Stato attualedismesso
Attivazione1929
Soppressione1979
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari4
GestoriSocietà per le Strade Ferrate del Mediterraneo
DintorniCentro abitato
 
Mappa di localizzazione: Basilicata
Bivio Latronico
Bivio Latronico

La stazione di Bivio Latronico era una stazione ferroviaria situata lungo la vecchia linea a scartamento ridotto Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese delle Ferrovie Calabro Lucane, al servizio del piccolo centro abitato di Pecorone.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione venne attivata il 28 ottobre 1929, tra le località di Nemoli-Trecchina e Pastorella,[1] contestualmente al tratto di linea Lagonegro-Laino Bruzio insieme agli impianti di Rivello, Nemoli, Lauria, Galdo, Prestieri, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore e Rotonda-Viggianello,[2] inizialmente con la denominazione di "Bivio Seluci".[3]

A causa di una grave deformazione del viadotto Serra, tra Lagonegro e Rivello,[4] verificatosi a cominciare dal 1952[5] per una serie di eventi franosi, si verificò un graduale calo dell'utenza viaggiante, che portò, dal 1º agosto 1973,[3] anche per il tratto ferroviario compreso tra Rivello e Bivio Latronico, alla sostituzione del servizio ferroviario con quello offerto da una linea di autobus.[6] La chiusura totale al traffico avvenne il 18 giugno 1978 con la chiusura fino a Spezzano Albanese; la definitiva soppressione venne decretata il 20 gennaio 1979.[7]

Dal 28 luglio 1986 tutta l'area e i fabbricati di stazione vengono trasferiti dal demanio pubblico ferroviario al patrimonio degli immobili statale.[8] Successivamente, in seguito alla soppressione del servizio, venne istituito un percorso ciclopedonale di circa 3 km.[9] Per quanto riguarda l'impianto invece, il fabbricato viaggiatori è stato riadibito ad uso privato e il magazzino merci trasformato in una cappella dedicata alla Madonna di Fátima, menter tutto il piazzale venne smantellato e riutilizzato per la viabilità locale.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era composta di un fabbricato viaggiatori, di una rimessa e di uno scalo merci, questo a sua volta costituito di due binari tronchi, di un piano caricatore e di un magazzino. Era presente anche un casello lato Lagonegro, recante la progressiva chilometrica 11+475,30.[10]

Piano schematico approssimativo della stazione
Fonte di riferimento:[10]

Il piazzale si componeva nel complesso di quattro binari: due di circolazione (uno di corsa servito da banchina, lungo 248 m e uno su tracciato deviato, lungo 190 m) e i due per lo scalo. Era inoltre presente un'asta di manovra sulla quale era posizionata una piattaforma girevole e un rifornitore idrico.[10]

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era servita da diversi treni giornalieri di 2ª classe circolanti tra i due capolinea,[11] man mano che il servizio ferroviario veniva limitato, le tratte scoperte venivano garantite con delle autolinee sostitutive.[1]

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione disponeva di:

  • Biglietteria a sportello
  • Sala d'attesa
  • Servizi igienici[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ferrovie Calabro Lucane, Orario Estivo 1964 (JPG), su ilmondodeitreni.it, 31 maggio 1964. URL consultato il 22 ottobre 2012.
  2. ^ Luisa Spagnoli e Lucia Varasano, I paesaggi ferroviari lucani: dalle fonti documentali ai tracciati delle ferrovie dismesse, in Geostorie, vol. 24, n. 3, Roma, CISGE (Centro Italiano per gli Studi Storico Geografici), 31 dicembre 2016, p. 205. URL consultato il 20-7-2021.
  3. ^ a b Roberto Troiano, Elenco delle linee calabro lucane, su webalice.it (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  4. ^ Rosario Serafino, Il ponte di Lagonegro sulla Ferrovia Calabro Lucana per Castrovillari-Spezzano, su lestradeferrate.it. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  5. ^ Giorgio Stagni, Ferrovie concesse e tramvie estraurbane (Carta n. 12), su stagniweb.it. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  6. ^ Davide Nesi, La ferrovia tradita, l'Eco, dicembre 2005, pp. 16-17 di 134.
  7. ^ Gianfranco Oliva, Nota sull'articolo "La Littorina" (PDF), su faronotizie.it, aprile 2008, p. 2. URL consultato il 9 gennaio 2022.
    «Francesco Piperata riporta invece l'Ordine di Servizio n. 6 delle FCL del 20 gennaio 1979: "Il servizio ferroviario, sulla tratta Lagonegro-Castrovillari, è stato soppresso e sostituito con servizio automobilistico; pertanto l'esercizio della Lagonegro-Spezzano A.T. dal 18-6-1978 viene svolto interamente con servizi automobilistici"»
  8. ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, Comunicato, su gazzettaufficiale.it, 18 agosto 1986. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  9. ^ Lauria - Contrada Pecorone, su piste-ciclabili.com. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  10. ^ a b c d MCL.
  11. ^ Società Mediterranea per le Ferrovie Calabro Lucane, Orario del 1952 della linea Lagonegro-Spezzano (JPG), su webalice.it (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Società Mediterranea per le Ferrovie Calabro Lucane, Stazione di Bivio Latronico - Planimetria.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]