Severino Merli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Severino Merli
NascitaPoggio Renatico, 28 luglio 1891
MorteVeliki Hribach, 12 ottobre 1916
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1911-1916
GradoSergente maggiore
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieOttava battaglia dell'Isonzo
Comandante di238º Reparto mitraglieri Fiat, I Brigata bersaglieri
Decorazioniqui
Frase celebreEcco le mie gambe, signor tenente! Ma non importa: andate avanti voi! Viva l’Italia!
dati tratti da Onore ai Caduti e a quanti hanno combattuto per la Patria a hai Caduti in Missione di Pace[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Severino Merli (Poggio Renatico, 28 luglio 1891Veliki Hribach, 12 ottobre 1916) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della prima guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Poggio Renatico (provincia di Ferrara) il 28 luglio 1891,[1] figlio di Francesco e Rosalia Boccafogli.[3] Emigrato in Calabria al seguito della famiglia per motivi di lavoro, si stabilì a Montalto Uffugo, nell’agro cosentino.[3] Chiamato a prestare servizio militare di leva, fu assegnato al 5º Reggimento del Corpo dei Bersaglieri dove si congedò nel 1911 con il grado di sergente.[1] Il 21 aprile 1915, poco prima dell’entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta poi il 24 maggio, fu richiamato in servizio attivo in forza al 36º Battaglione del 12º Reggimento bersaglieri.[1] Si distinse subito nel corso delle operazioni belliche nella zona di Caporetto che gli valsero la promozione a sergente maggiore.[1]

Trasferito al 7º Reggimento bersaglieri il 1 luglio, fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare per una azione compiuta sul Monte San Michele il 26 dello stesso mese, dove rimase ferito per aver condotto il reparto all'attacco in mancanza di ufficiali.[1] Rientrato in servizio fu assegnato al 238º Reparto mitraglieri Fiat della I Brigata bersaglieri operante nel settore di Bosco Cappuccio.[3] Durante il corso della ottava battaglia dell'Isonzo, il 12 ottobre 1916 si spinse alla testa dei suoi uomini in un'azione offensiva sul Veliki Hribach atta a favorire la conquista del Monte San Marco in zona di Gorizia.[3]

Colpito da una granata che gli amputò entrambe le gambe[1] chiese ai suoi uomini di non essere trasportato presso il più vicino posto di medicazione, per morire sul campo di battaglia tra i suoi soldati.[1] Per onorarne la memoria, con Decreto Luogotenenziale del 19 aprile 1917 gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Inoltre gli è stata intitolata una piazza di Montalto Uffugo.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Costante esempio di coraggio ed altissimo sentimento del dovere, sapeva infondere nei dipendenti lo slancio ed il vigore offensivo che lo animavano. Avuto le gambe asportate da una granata nemica, con eccezionale forza d’animo e cosciente sublime spirito di sacrificio, chiedeva di non essere trasportato al posto di medicazione, dicendosi lieto di morire sul campo di battaglia in mezzo ai suoi soldati. Fino agli ultimi istanti incitava i suoi dipendenti a perseverare nella lotta. Spirò dopo aver gridato "VIVA L’ITALIA!". Veliki Hribach, 12 ottobre 1916.[4]»
— Decreto Luogotenenziale 19 aprile 1917.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Assumeva il comando del plotone, portandolo arditamente all’attacco. Ferito, incitava i suoi bersaglieri a perseverare nella lotta. Monte San Michele, 26 luglio 1915

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 104.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Periodici
  • Giancarlo Aspromonte, Cirino Emilio, in Onore ai Caduti e a quanti hanno combattuto per la Patria a hai Caduti in Missione di Pace, Montalto Uffugo, Comune di Montalto Uffugo, novembre 2005, p. 12-13.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]