Sepia officinalis

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Seppia comune
Sepia officinalis
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Protostomia
(clade) Lophotrochozoa
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Cephalopoda
Sottoclasse Coleoidea
Superordine Decapodiformes
Ordine Sepiida
Famiglia Sepiidae
Genere Sepia
Specie S. officinalis
Nomenclatura binomiale
Sepia officinalis
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Sepia filliouxi
Lafont, 1869
Sepia fischeri
Lafont, 1871
Sepia mediterranea
Ninni, 1885
Sepia rugosa
Bowdich, 1822
Sepia veranyi
Lagatu, 1888
Sepia vicellius
Gray, 1849
Sepia zebrina
Risso, 1854

Nomi comuni

Seppia comune

La seppia comune[1] (Sepia officinalis Linnaeus, 1758) è un mollusco cefalopode della famiglia Sepiidae, diffuso nel mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.[2]

È la seppia più nota e famosa, la specie che tutti conosciamo diffusa nelle acque costiere europee e apprezzata in cucina.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Primo piano dell'occhio a "W"; sono ben visibili anche i cromatofori
S. officinalis è comune anche di notte e nelle grotte

La seppia comune è dotata di un corpo allungato con mantello di forma triangolare circondato da due pinne ondeggianti che quasi si uniscono sulla punta favorendo il movimento dell'animale. Il resto del corpo è composto da due grandi occhi e otto piccoli tentacoli che nascondono al centro un becco corneo simile a quello di un pappagallo e due tentacoli più lunghi che presentano le ventose solo all'apice e vengono estroflessi con uno scatto velocissimo per catturare le prede.

Dentro il mantello, dove è presente la conchiglia del mollusco nota come "osso di seppia", l'animale può riempirsi e svuotarsi d'acqua a proprio piacimento in maniera tale da cambiare livello di profondità. Il colore è grigio-giallastro, solitamente zebrato.

Il mantello zebrato si presenta negli esemplari maschi durante la stagione riproduttiva.
Il cosiddetto "osso di seppia", la conchiglia interna del mollusco
Uova di S. officinalis, note come "uva di mare"
Visione frontale di S. officinalis

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Quando è in pericolo la seppia emana una nuvola d'inchiostro nero dall'ano. L'inchiostro è liberato da un'apposita sacca (situata fra le branchie) e disperso con l'ausilio d'un getto d'acqua emesso dal sifone (posto sotto gli occhi e avente anche funzione respiratoria) per confondere il predatore e darsi così alla fuga. Come tutti i cefalopodi più evoluti infine può cambiare colore (e anche consistenza della pelle) sia per fini emotivi, sia per fini predatori e difensivi. La dieta è composta da crostacei come granchi di cui è ghiotta, piccoli pesci e cefalopodi, tra cui anche suoi simili.

Nel Mediterraneo nei mesi primaverili si avvicina alla costa per depositare le uova in anfratti subacquei.

In tale stagione i pescatori pongono in mare delle nasse, nelle quali le femmine entrano per deporre le uova seguite dai maschi e così vengono catturate.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È diffusa nel mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico orientale, dalla penisola scandinava al Marocco.

Vive sui fondali sabbiosi o nelle praterie di Posidonia oceanica, sino ai 100 m di profondità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mojetta A., Ghisotti A, Flora e Fauna del Mediterraneo, Mondadori, 2003, ISBN 88-04-38574-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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