Saxitossina

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Saxitossina
formula di struttura
formula di struttura
Nomi alternativi
sassitossina
mitilotossina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC10H17N7O4
Massa molecolare (u)299.29 g/mol
Numero CAS35523-89-8
Numero EINECS632-220-3
PubChem37165
SMILES
C1CN2C(=NC(C3C2(C1(O)O)N=C(N3)N)COC(=O)N)N
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
Molto tossico

La saxitossina o sassitossina o mitilotossina è una neurotossina idrosolubile prodotta da un gruppo di protisti flagellati, i dinoflagellati.

Spesso presente in molluschi che si cibano di fitoplancton, come i mitili e le vongole, la saxitossina è un alcaloide fortemente tossico. Degli oltre 20 agenti tossici responsabili della sindrome paralitica da molluschi bivalvi (PSP), la saxitossina è uno dei più potenti, insieme alla neosaxitossina e alla gonyautossina.

Meccanismo d'azione[modifica | modifica wikitesto]

La saxitossina si caratterizza per la presenza di due gruppi funzionali guanidinici carichi positivamente. Attraverso questi gruppi essa si lega saldamente e blocca il canale del sodio, interagendo con un gruppo carbossilico ionizzato (COO-) disposto all'ingresso del canale, sul versante citosolico.

Sintomi di intossicazione[modifica | modifica wikitesto]

L'intossicazione avviene via ingestione e provoca una varietà di sintomi, che dipendono dalla quantità di tossina assunta, soprattutto a livello neurologico, tra cui formicolio, parestesia alla bocca, labbra, lingua e alle estremità degli arti, profonda astenia muscolare, impossibilità a mantenere la stazione eretta, andatura atassica. Sintomi a livello gastrointestinale sono possibili ma meno comuni.

I sintomi si manifestano rapidamente. Nei primi 5 - 30 minuti dall'ingestione si ha ipotermia e formicolio della zona orofaringea. In meno di un'ora il formicolio si diffonde a tutto il corpo. La morte, nei casi fatali, giunge dopo 3–12 ore ed è causata dalla paralisi respiratoria. I pazienti che superano le prime 12 ore di solito si riprendono rapidamente senza effetti secondari. Non essendo conosciuti antidoti, il trattamento applicato è sintomatico e consiste in lavanda gastrica (all'occorrenza) e respirazione artificiale.

La saxitossina è termostabile e non degrada con la normale cottura del cibo ma solo dopo ore di bollitura a Ph 3[1].

Utilizzi militari e scientifici[modifica | modifica wikitesto]

La saxitossina è inclusa nella lista «schedato 1» della convenzione sulle armi chimiche, che elenca le sostanze sufficientemente tossiche da essere utilizzabili per impieghi bellici e i loro precursori. Benché inizialmente isolata e caratterizzata nel corso di ricerche militari, la saxitossina si è rivelata un prezioso strumento di ricerca nello studio della cellula e della funzione dei canali del sodio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Saxitossina, su biologiamarina.eu. URL consultato il 3 giugno 2019.

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