Remo Viola

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Remo Viola
NascitaRoma, 1910
MorteAfrica Settentrionale Italiana, dicembre 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Armafanteria
Reparto27º Reggimento fanteria "Pavia"
Anni di servizio1935-1941
GradoTenente in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Ranteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Remo Viola (Roma, 1910Africa Settentrionale Italiana, dicembre 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Roma nel 1910, figlio di Gaetano e Cristina Greco.[2] Arruolatosi volontario nel Regio Esercito come allievo sottufficiale nel maggio 1929, cinque anni fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Ranteria e Cavalleria di Modena uscendone nell'ottobre 1936 con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo nell'arma di fanteria.[2] Frequentata la Scuola di applicazione d'arma, fu assegnato al 73º Reggimento fanteria dove conseguì nel 1938 la promozione a tenente.[2] Nel marzo 1940 fu ammesso a domanda al corso allievi istruttori paracadutisti nella Scuola di Tarquinia e nel giugno successivo, con il brevetto di paracadutista, ottenne anche la nomina ad istruttore nella Scuola stessa.[2] Nel giugno 1941 partì volontario per l'Africa Settentrionale Italiana e, assegnato al 27º Reggimento fanteria della 17ª Divisione fanteria "Pavia", assumeva il comando di una compagnia del II Battaglione, allora impegnato sul fronte di Tobruch, e poi ad Ain el Gazala.[2] Cadde in combattimento nel mese di dicembre del 1941, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia, durante poderosa offensiva avversaria, visto travolto il fianco destro dello schieramento, rimane al suo posto di dovere e raccolti e riorganizzati i resti dei capisaldi sommersi, benché isolato e soggetto a violenta reazione, resiste tenacemente e ripiega solo, arditamente, in seguito a ordini superiori perentori. Ristabilita più a tergo la linea, assume il comando di un battaglione e lo guida con perizia e singolare coraggio in successivi manovrati ripiegamenti contenendo bravamente l’aggressività avversaria. Impegnato successivamente da preponderanti forze, reagisce audacemente sparando sull’attaccante prima con la mitragliatrice poi col moschetto, alimentando, col suo valoroso esempio, lo spirito combattivo dei suoi fanti. Ferito da una raffica di mitragliatrice, rifiuta ogni soccorso e persiste nell’impari azione che protrae, imperterrito, pur essendo nuovamente colpito, fino a che, ferito mortalmente, cade tra i valorosi soldati incitandoli a strenua lotta. Fulgida figura di comandante che, col suo eroico comportamento, ha tenuto in grande onore il prestigio delle armi d’Italia. A.S., giugno - dicembre 1941.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 26 settembre 1949.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.784.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 15 ottobre 1949, registro 33, foglio 167.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 784.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]