Proteste in Kazakistan del 2022

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Proteste in Kazakistan del 2022
Manifestanti ad Aqtöbe il 4 gennaio 2022
Data2–11 gennaio 2022
LuogoNur-Sultan
Causa
Esito
  • dimissioni del primo ministro Asqar Mamın
  • rimozione del presidente del Consiglio di Sicurezza Nazarbaev
  • ripristino del controllo
  • dirette elezioni degli akim
  • repressione dei manifestanti
  • ritorno della Costituzione kazaka del 1993
  • riduzioni dei prezzi
Schieramenti
Bandiera del Kazakistan Kazakistan
OTSC
Manifestanti
Comandanti
Effettivi
Forze armate del Kazakistan

Guardia Nazionale del Kazakistan

2.500 peacekeeper OTSC
Perdite
16 tra poliziotti e militari uccisi e 317 feriti[4]26 manifestanti uccisi
2.000 arresti[5]
1000 feriti
Voci di rivolte presenti su Wikipedia

Le proteste in Kazakistan del 2022 sono iniziate il 2 gennaio sia nella principale metropoli kazaka, Almaty, sia in tutto il paese asiatico a causa dell'aumento dei prezzi sul consumo del gas energetico, degli alimentari e della benzina per il trasporto.[6] Un gruppo di cittadini kazaki ha attaccato dei palazzi del governo.[7] Secondo le fonti sono morte circa 26 persone, e ci sono stati numerosi arresti.[8][9][10][11]

Il governo del primo ministro Asqar Mamın, su ordine del presidente Qasym-Jomart Toqaev, si dimette.[12][13][14][15] L'OTSC, su richiesta del governo kazako, interviene con una forza di peacekeeping[16][17]

Le proteste[modifica | modifica wikitesto]

Cause[modifica | modifica wikitesto]

Le cause sono diverse: l'aumento dei prezzi delle risorse come il metano e il cibo, un autoritarismo da parte del governo e la corruzione di esso, una crisi economica in tutto il paese e una brutalità poliziesca, accompagnata anche da una violazione dei diritti umani da parte delle forze dell'ordine. L'insieme di queste cause ha portato ad un clima di tensione che poi è sfociato in proteste più o meno violente.[18]

Proteste[modifica | modifica wikitesto]

Le proteste sono cominciate il 2 gennaio 2022 e sono tuttora in corso, anche se in maniera meno intensa. La protesta, inizialmente pacifica, è diventata sempre più violenta, con i manifestanti che hanno preso d'assalto i palazzi governativi, le stazioni di polizia e l'aeroporto.

La risposta delle forze dell'ordine[modifica | modifica wikitesto]

In un primo momento le forze di polizia, non preparate ad una manifestazione di queste dimensioni, si sono trovate in difficoltà, con i manifestanti che guadagnavano terreno. Successivamente però, anche grazie all'intervento dei peacekeeper dell'OTSC, provenienti soprattutto dalla Russia, le forze dell'ordine sono riuscite a stabilizzare la situazione.

Aiuti esteri[modifica | modifica wikitesto]

In conformità agli accordi dell'OTSC, il presidente kazako ha richiesto il 6 gennaio all'organizzazione l'invio di una forza di peacekeeping. La missione è guidata dall'Armenia e vede la partecipazione della Rapid Response Force dell'organizzazione, con i contingenti di Russia (circa 3000 soldati, il contingente militare più consistente), Bielorussia e Kyrgyzstan per aiutare il governo kazako nella messa in sicurezza di aree chiave del paese.[19]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Per tranquillizzare la popolazione e riuscire a sedare la rivolta, il presidente kazako ha deciso di abbassare il prezzo del metano. Inoltre si sono dimessi il primo ministro Mamın e il presidente del consiglio di sicurezza Nazarbaev.

Reazioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b CSTO agrees to intervene in Kazakhstan unrest, su eurasianet.org.
  2. ^ https://ria.ru/20220107/mirotvortsy-1766837089.html
  3. ^ Kazakistan, il presidente ordina di sparare ai manifestanti: 26 morti e oltre 3mila arrestati. Media: “Nazarbayev fuggito dal Paese”, su ilfattoquotidiano.it.
  4. ^ Sono 164 le vittime degli scontri in Kazakistan. Il Papa: cercare il dialogo, su rainews.it.
  5. ^ Kazakistan, 2.000 arresti e molti morti: arrivano le truppe russe. Prezzo del gas bloccato, su ilgiorno.it.
  6. ^ Tenaglia sul Kazakhstan, su osservatoreromano.va.
  7. ^ Kazakhstan, il caro gas, su osservatoreromano.va.
  8. ^ Il presidente del Kazakistan ha ordinato di «sparare per uccidere», su ilpost.it.
  9. ^ Kazakistan, dai legami con Mosca alle proteste di piazza: il declino dell'autocrate Nazarbayev, su repubblica.it.
  10. ^ Proteste in Kazakistan, almeno 26 manifestanti uccisi, su adnkronos.com.
  11. ^ Kazakistan, le proteste non si fermano. L'ordine del presidente: «Uccidete i manifestanti», su open.online.
  12. ^ La protesta dilaga in Kazakistan e il governo si dimette, su agi.it.
  13. ^ Kazakistan, primo ministro ha annunciato le sue dimissioni, su trt.net.tr.
  14. ^ Kazakistan, violente proteste per l'aumento dei prezzi del gas: il governo si dimette, su lapresse.it.
  15. ^ Il presidente del Kazakistan ha sciolto il governo, su vaticannews.va.
  16. ^ Caos in Kazakistan: guerriglia per le strade e il governo si dimette. Interviene Mosca, su lavocedinewyork.com.
  17. ^ Il caro-benzina incendia le proteste in Kazakistan, assalto ai palazzi governativi e aeroporto bloccato, su fanpage.it.
  18. ^ In Kazakistan il soccorso rosso delle dittature, su huffingtonpost.it.
  19. ^ Inimicizie, La sommossa kazaka, su Inimicizie, 9 gennaio 2022. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  20. ^ Tornata la calma in Kazakhstan dopo l'intervento militare dell'ex repubbliche sovietiche?, su it.euronews.com.
  21. ^ (EN) White House, UN Appeal for 'Restraint' by Kazakh Authorities, su VOA. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  22. ^ (EN) After Kazakhstan Crisis, China Will Reassess Its Influence in Central Asia, su thediplomat.com. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  23. ^ Erdogan sente al telefono i capi degli Stato turchi, su trt.net.tr. URL consultato l'8 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2022).
  24. ^ (EN) Statement on the situation in Kazakhstan by the OSCE Chairman-in-Office, su osce.org.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]