Paradiso perduto (Penderecki)

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Paradiso perduto
Titolo originaleParadise Lost
Lingua originaleinglese
Generesacra rappresentazione
MusicaKrzysztof Penderecki
LibrettoChristopher Fry
Fonti letterarieParadiso perduto di John Milton
Attidue
Epoca di composizione1976
Prima rappr.29 novembre 1978
TeatroLyric Opera, Chicago
Prima rappr. italiana21 gennaio 1979
TeatroTeatro alla Scala, Milano
Personaggi
  • John Milton (ruolo parlato)
  • Adamo (baritono)
  • Eva (soprano)
  • La voce di Dio (ruolo parlato, coro)
  • Satana (baritono)
  • Beelzebub (tenore)
  • Moloch (basso)
  • Belial (tenore)
  • Mammon (baritono)
  • La Morte (controtenore)
  • Il Peccato (mezzosoprano)
  • Zephon (soprano)
  • Ithuriel (controtenore)
  • Gabriele (tenore)
  • Raffaele (controtenore)
  • Messia (baritono)
  • Michele (tenore)
  • Angeli caduti e celesti, animali. Balletto: Adamo, Eva, Caino, Abele, la pantera, la gazzella

Paradiso perduto è un'opera in due atti del compositore polacco Krzysztof Penderecki su di un libretto di Christopher Fry.

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è tratta dal poema epico di Milton Paradiso perduto. Penderecki definì il lavoro come una sacra rappresentazione piuttosto che un'opera[1]. Egli scrisse l'opera, nel 1976, su commissione per le celebrazioni del bicentennario degli Stati Uniti d'America. La prima esecuzione avvenne il 29 novembre 1978, al Lyric Opera of Chicago, sotto la direzione di Bruno Bartoletti.[2] Lo stesso allestimento fu dato al Teatro alla Scala di Milano nel 1979.[3]

L'opera è ambientata in paradiso, nell'inferno e sulla terra all'epoca della creazione ed è suddivisa in 42 scene.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Let the Secrets of Glory Open Time, su time.com. URL consultato il 23 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2012).
  2. ^ Art Lange, First Performances: Penderecki's Paradise Lost (March 1979), "Tempo" (New Ser.), 128, pp. 34-35.
  3. ^ Daniel Quinn, Styles in Production: Re-Visioning Opera (1980), "Performing Arts Journal", 5 (1), pp. 87-95.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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