Panfilo Di Gregorio

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Panfilo Di Gregorio
NascitaCansano, 27 aprile 1908
MorteDaua Parma, 21 gennaio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataMilizia Volontaria Sicurezza Nazionale
CorpoMilizia forestale
Reparto1ª Coorte, 3ª Legione milizia nazionale forestale
GradoVicebrigadiere
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Panfilo Di Gregorio (Cansano, 27 aprile 1908Daua Parma, 21 gennaio 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cansano, provincia dell'Aquila, il 27 aprile 1908, figlio di Salvatore e di Maria Concetta Carusi.[3] Dopo aver conseguito la licenza tecnica presso l'Istituto tecnico di Sulmona, all'età di diciannove anni entrò come allievo presso la Scuola della Milizia Forestale di Cittaducale e ne usciva come milite nel 1928, assegnato successivamente alla legione di Firenze.[3] Dopo aver prestato servizio anche presso la legione di Brescia venne ammesso a frequentare la Scuola allievi sottufficiali di Vallombrosa dalla quale uscì, nell’agosto 1935, come vicebrigadiere.[3] Con la coorte volontaria mobilitata per esigenze Africa Orientale, partiva per la Somalia italiana nell’ottobre dello stesso anno.[3] Cadde in combattimento nei pressi di Daua Parma, un fiume affluente del Giuba, tra l'Etiopia e la Somalia, il 21 gennaio 1936, e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadra, incaricato di tenere un tratto di fronte molto pericoloso, assolveva la consegna in modo esemplare. Nella notte dal 20 al 21 gennaio 1936, durante un contrattacco sferrato contro infiltrazioni nemiche, in un corpo a corpo rimaneva gravemente ferito all’avambraccio sinistro. Insiste[nte]mente consigliato di recarsi al vicino posto di medicazione, decisamente rifiutava di abbandonare il combattimento al quale attivamente seguitava a partecipare, dando mirabile esempio di coraggio e prova di elevate virtù militari. Colpito nuovamente, era costretto, per la gravità delle ferite, a non poter più adoperare le proprie armi. Raccolto in mezzo a numerosi nemici da lui stesso abbattuti, esprimeva il più vivo rammarico per dover desistere dal combattimento, ed incitava i compagni a conseguire la Vittoria. Prossimo alla fine, con fiere e commosse parole, rivolgeva il devoto pensiero alla Patria, alla famiglia. Fulgido esempio di stoicismo e di attaccamento al dovere. Daua Parma - Colle Di Gregorio, 20-21 gennaio 1936 .[4]»
— Regio Decreto 14 luglio 1937.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadra, incaricato di tenere un tratto di fronte molto pericoloso, assolveva alla consegna in modo esemplare. Nella notte, durante un contrattacco sferrato contro infiltrazioni nemiche, in un furioso corpo a corpo rimaneva gravemente ferito e decedeva poche ore dopo nel luogo del combattimento cpl pensiero rivolto alla Patria rammaricandosi di non poter ulteriormente prestare la propria opera per la grandezza dell'Italia. Daua Parma-Colle Di Gregorio, 20-21 gennaio 1936
— Regio Decreto 14 luglio 1937.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 138.
Periodici
  • Umberto D'Autilio, Francesco Pennacchini e Silvia Moronti, La Scuola di Cittaducale e la memoria, in Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri, n. 3, Roma, Ufficio Storico dell'Arma dei Carabinieri, 2019, pp. 51-52.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]