Natallja Kačanova

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Natallja Kačanova
Kačanova nel 2021

Presidente del Consiglio della Repubblica
In carica
Inizio mandato6 dicembre 2019
PresidenteAljaksandr Lukašėnka
PredecessoreMichail Mjasnikovič

Capo dello staff del Presidente della Bielorussia
Durata mandato21 dicembre 2016 –
5 dicembre 2019
PresidenteAljaksandr Lukašėnka
PredecessoreAljaksandr Kosiniec
SuccessoreIhar Sierhiejenka

Dati generali
Partito politicoBelaya Rus (dal 2023)
Indipendente (prima del 2023)
Università
  • Politecnico di Novopolotsk
    * Accademia della pubblica amministrazione della Bielorussia

Natallja Ivanaŭna Kačanova (in bielorusso Наталля Іванаўна Качанава?; in russo Наталья Ивановна Кочанова?, Natal'ja Ivanovna Kočanova; nata Talkačova in bielorusso Талкачова?; in russo Толкачёва?, Tolkačova; Polack, 25 settembre 1960) è una politica bielorussa, dal dicembre 2019 presidente del Consiglio della Repubblica della Bielorussia. In precedente è stata capo dello staff del presidente bielorusso. Politicamente indipendente, dal 2013 è membro del partito Belaja Rus'[1] È considerata una dei principali sostenitori e consiglieri di Aljaksandr Lukašėnka[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Kačanova è nata il 25 settembre 1960 a Polack,[3] all'epoca nell'Unione Sovietica. Suo padre era un fabbro e sua madre lavorava in una fabbrica di abbigliamento. Ha due fratelli.[4] È cresciuta in un appartamento comune e ha studiato al Politecnico di Navapolack, laureandosi nel 1982.[3][5][6] Nel 2006 si è laureata presso l'Accademia della pubblica amministrazione della Bielorussia.[7]

Kačanova ha lavorato come operatrice di controllo remoto presso l'impianto di trattamento delle acque di Polack dal 1982 al 1987.[4][5][8] È stata promossa al servizio pubblico ed è stata capo del dipartimento degli alloggi e membro del comitato esecutivo della città fino al 2002.[4]

Sindaco di Navapolack[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre 2007, Kačanova è diventata sindaco di Navapolack.[4][5][8] Cinque anni dopo, nel 2012, è vicepresidente del Consiglio della Commissione permanente dell'Assemblea nazionale per la legislazione e l'edilizia statale.[4] Nel 2014, Kačanova è nominata vice primo ministro dal presidente Aljaksandr Lukašėnka.[5][8][6]

Capo dello staff del Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 dicembre 2016, Kačanova è stata nominata capo dello staff del presidente della Bielorussia e capo dell'amministrazione presidenziale della Bielorussia.[9] All'epoca Lukašėnka, noto come "l'ultimo dittatore" d'Europa,[10] definì la Kačanova un'"ardente sostenitrice della politica statale".[9] Lei è diventata uno dei suoi principali sostenitori e consiglieri.[2] Il politologo Dmitrij Bolkunec ha suggerito che Kačanova potrebbe essere vista da Lukašėnka come un possibile successore.[11] Tuttavia, lo stesso Lukašėnka ha dichiarato che una donna non può essere il presidente della Repubblica.[12]

Eletta presidente del Consiglio[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre 2019, Lukašėnka ha inviato Kačanova al Consiglio della Repubblica, sostituendola a capo dell'amministrazione presidenziale con l'ex vicepresidente del KGB Ihar Sergeenka.[13] Kačanova è stata eletta presidente del Consiglio il 6 dicembre 2019, ricevendo 59 voti su 60.[14][15] È la prima donna a ricoprire la carica.[3]

Nel gennaio 2020, Kačanova ha incontrato l'ambasciatore del Regno Unito, Jacqueline Perkins, cercando di approfondire i legami tra i due paesi.[16] Nell'aprile 2020, Lukašėnka ha chiesto a Kačanova di invitare l'Organizzazione mondiale della sanità a valutare le prestazioni del sistema sanitario bielorusso in risposta alla pandemia di COVID-19.[17] Lei ha poi detto che non c'era bisogno di misure di emergenza e che l'economia dovrebbe continuare a funzionare come al solito.[18]

Elezioni presidenziali del 2020[modifica | modifica wikitesto]

Kačanova è stata capo dello staff per la campagna elettorale di Lukašėnka nell'agosto 2020, caratterizzata dalle repressioni da parte delle forze del regime.[19] Dopo che oltre 7.000 persone sono state arrestate durante le proteste dell'agosto 2020 (chiedevano le dimissioni di Lukašėnka dopo le contestate elezioni), Kačanova ha parlato a nome di Lukašėnka del rilascio di 1.000 degli arrestati, affermando che ora erano "sottoposti all'obbligo di non partecipare ad attività non autorizzate". Ha dichiarato: "Non abbiamo bisogno di disordini. Non abbiamo bisogno di guerre".[10][20][21][22] Il 15 agosto, migliaia di manifestanti davanti all'edificio della televisione di stato hanno chiesto una copertura completa delle proteste. Dopo che lo staff televisivo si è unito a loro, è arrivata Kačanova, ma non è stata in grado di pacificare la folla. Il giorno successivo, la televisione di stato ha riferito per la prima volta delle proteste.[23][24]

Aprendo la quarta sessione dell'Assemblea nazionale il 2 ottobre 2020, Kačanova ha dichiarato: "La campagna elettorale si è svolta in condizioni difficili. Abbiamo assistito a pressioni esterne non celate sul nostro Paese e all'aggravamento di una situazione pubblica malsana da parte di forze distruttive interne. Le persone hanno fatto il loro scelta a sostegno del Presidente in carica, a favore della stabilità, della pace, della tranquillità e della politica perseguita nel Paese”. Ha anche affermato: "Si stanno diffondendo bugie e informazioni fuorvianti sul paese... Noi, membri del Consiglio della Repubblica, condanniamo fermamente la grave interferenza di Polonia, Lituania, Lettonia, Ucraina e altri paesi stranieri negli affari interni della Bielorussia".[25]

Poco dopo, sempre in ottobre, il Consiglio d'Europa ha condannato ogni ulteriore uso della violenza in Bielorussia, compreso "l'uso sproporzionato della forza da parte delle autorità contro i manifestanti".[26] Kačanova ha risposto che l'Occidente riceve "informazioni unilaterali" sulla situazione in Bielorussia da persone che "non rappresentano la maggioranza dei cittadini che hanno sostenuto il corso del paese durante le elezioni presidenziali". Si è anche detta "pronta a discutere la situazione nel paese con partner stranieri, fatto salvo il rispetto reciproco, l'obiettività, la considerazione degli interessi delle parti e la non interferenza con gli affari interni".[27]

Dopo che il Bundestag tedesco ha adottato una risoluzione il 4 novembre 2020 respingendo i risultati delle elezioni presidenziali in quanto né libere né eque, negando la legittimità di Lukašėnka e chiedendo un nuovo voto,[28] Kačanova e il presidente della Camera dei rappresentanti, Uladzimir Andrėjčanka, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. Hanno definito la risoluzione "sfacciata interferenza" negli affari bielorussi, dicendo di essere "completamente sconcertati" dal sostegno tedesco ad appelli aperti per "attività terroristiche". La dichiarazione afferma: "Con la risoluzione il Bundestag mina i progressi raggiunti nelle relazioni tra Bielorussia e Germania e asseconda gli interessi mercenari di singoli politici che stanno cercando di guadagnare capitale politico sull'immagine di 'combattenti per la democrazia in Bielorussia' ignorando le dure azioni repressive delle forze dell'ordine nel proprio paese".[29]

Nel novembre 2020, Kačanova ha tenuto un incontro infruttuoso con studenti manifestanti presso l'Università statale bielorussa. Ha negato i brogli elettorali e la tortura dei detenuti, ma gli studenti hanno protestato contro i suoi commenti. Ha detto: "Pensavo che usciremo da qui e... diventeremo amici. Ma sono molto rattristata dal fatto che oggi il quadro delle norme umane e della moralità venga infranto... quando una donna adulta come me sta di fronte a te, e tu le gridi in faccia, questo è maleducato e inaccettabile".[30] Nel rispondere alle domande degli studenti, Kačanova ha utilizzato la teoria del complotto del "Piano Dulles" per spiegare la situazione in Bielorussia.[31][32][33]

Il 18 novembre 2020, Kačanova ha avuto un incontro con deputati e funzionari locali di Polack e Navapolack. Secondo la registrazione audio trapelata, ha affermato che le proteste erano state organizzate dall'estero, ha dichiarato false le foto delle persone picchiate dalla polizia, ha sostenuto l'espulsione degli studenti dalle università per motivi politici.[34]

Il 27 novembre 2020, il Consiglio dell'Assemblea interparlamentare della CSI ha conferito a Kačanova la medaglia "Per il rafforzamento della cooperazione parlamentare".[35]

A causa del suo ruolo, Kačanova è stata sanzionata dall'UE,[36] dal Regno Unito[37] e dalla Svizzera;[38][39] è anche soggetta alle sanzioni del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.[40] Nel 2022, è stata inserita nella lista nera anche da Giappone,[41][42] Ucraina[43] e Canada.[44]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Kačanova è sposata e ha due figlie.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RU) Н.Кочанова: мы не должны быть равнодушными к жизни своего народа и страны, su Governo della Bielorussia, 18 marzo 2023. URL consultato il 14 maggio 2023.
  2. ^ a b (EN) Maxim Solopov, Dictatorship is our brand, in Meduza, 28 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  3. ^ a b c (BE) Кочанова Наталья Ивановна, in Republic of Belarus. URL consultato il 27 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2019).
  4. ^ a b c d e f (RU) Уроженец Витебской области вошел в руководство страны, in Vitebskij Kurier, 31 dicembre 2014. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  5. ^ a b c d (EN) People devoted to their state: New leadership of Belarus Presidential Administration appointed, in CTB. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2021).
  6. ^ a b (EN) The meeting with the administration and students of PSU with the deputy prime minister of the Republic of Belarus Natalia I. Kochanova, in Polotsk State University, 28 settembre 2015. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  7. ^ (DE) Senatoren wählen Natalja Kotschanowa zur Vorsitzenden des Rates der Republik, in Belta, 6 dicembre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  8. ^ a b c (EN) Grigory Ioffe, Year-End Turbulence in Belarus, in Jamestown Foundation, 7 gennaio 2015. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  9. ^ a b (EN) Natalia Kochanova appointed Head of Belarus President Administration, in Official Website of the Republic of Belarus, 21 dicembre 2016. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  10. ^ a b (EN) Matthew Bodner e Matthew Mulligan, Tens of thousands defy crackdown and years of authoritarianism to protest Belarus dictator, in NBC News, 15 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  11. ^ (BE) Ці будзе Наталля Качанава пераемніцай Лукашэнкі?, in Novyčas, 16 aprile 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  12. ^ (BE) Лукашенко сказал, что женщина не может быть президентом Беларуси, in The Village, 30 maggio 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  13. ^ (BE) Радыё Свабода, Адміністрацыю Лукашэнкі ўзначаліў генэрал-маёр КДБ, in Radio Svaboda, 5 dicembre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  14. ^ (EN) New chairwoman of upper house of Belarusian parliament elected, in Xinhua, 6 dicembre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2019).
  15. ^ (EN) Speaker of Council of Republic of National Assembly of Republic of Belarus Elected, in Interparliamentary Assembly of Member Nations of the Commonwealth of Independent States, 6 dicembre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  16. ^ (EN) BELARUS, UK SEEK TO DEEPEN TIES, in Krupsky District Executive Committee, 24 gennaio 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2020).
  17. ^ (EN) Exclusive interview with Natalia Kochanova on details of her meeting with WHO mission, in TVR, 12 aprile 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  18. ^ (EN) Kochanova on Belarus' steps to fight coronavirus, in Polymia, 1º aprile 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  19. ^ (EN) Meeting with Natalya Kochanova and Viktor Sheiman, in News Kitchen, 1º agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2020).
  20. ^ (EN) Craig Turp-Balaz, Strikes could signal the end for Belarus dictator Lukashenko, in Emerging Europe, 14 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  21. ^ (EN) Mary Ilyushina e Freb Pleitgen, Belarusians accuse authorities of torture and humiliation during mass detentions, in WRAL News, 14 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  22. ^ (EN) Belarus authorities free detainees amid protesters' pressure, in Tribune Chronicle, 14 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  23. ^ (EN) Slawomir Sierakowski, The cracks in Belarus's regime are multiplying, in Australian Strategic Policy Institute, 18 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  24. ^ (EN) Belarus: Thousands protest outside state TV building, in BBC, 15 agosto 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  25. ^ (EN) Senator calls for preserving peace in Belarus, in Belta, 2 ottobre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  26. ^ (EN) Council of Europe leaders make joint statement on Belarus, in Council of Europe, 13 ottobre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  27. ^ (EN) "Aggressive Minority" And "Foreign Interference". Kachanova Responds To Council Of Europe, in Belarus Feed, 23 ottobre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2021).
  28. ^ (EN) Bundestag Denies Lukashenko's Legitimacy, Adopts Resolution On Belarus, in Belarus Feed, 5 novembre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2020).
  29. ^ (EN) Statement by the Chairperson of the Council of the Republic of the National Assembly of the Republic of Belarus Natalya Kochanova and the Chairperson of the House of Representatives of the National Assembly of the Republic of Belarus Vladimir Andreichenko in connection with the Resolution of the Bundestag of the Federal Republic of Germany on the situation in Belarus dated 4 November 2020, in House of Representatives of the National Assembly of the Republic of Belarus, 12 novembre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  30. ^ (EN) Grigory Ioffe, 161, in Lukashenka's Legacy and the Damage to Public Trust, Eurasia Daily Monitor, vol. 17, 13 novembre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  31. ^ (BE) Кочанова рассказала студентам БГУ про порнографию и план Даллеса, su reform.by.
  32. ^ (BE) На встрече со студентами Наталья Кочанова показала видео про «план Даллеса». Рассказываем, что это, su 42.tut.by. URL consultato il 27 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2021).
  33. ^ (RU) «План Даллеса» от Кочановой – российское мракобесие для белорусских голов, su belsat.eu.
  34. ^ (BE) «Гражданская война может быть неминуема». Разговор Натальи Кочановой с чиновниками, su news.tut.by. URL consultato il 27 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2020).
  35. ^ (EN) Kochanova honored with CIS IPA medal for strengthening parliamentary cooperation, in Belta, 27 novembre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  36. ^ (EN) Rikard Jozwiak, EU Officially Slaps More Economic Sanctions On Belarus Over Crackdown, in Radio Free Europe/Radio Liberty, 17 dicembre 2020. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2021).
  37. ^ (EN) CONSOLIDATED LIST OF FINANCIAL SANCTIONS TARGETS IN THE UK (PDF), in Office of Financial Sanctions Implementation HM Treasury, 25 giugno 2021.
  38. ^ (EN) Michael Shields e Kevin Liffey, Swiss widen sanctions list against Belarus, in Reuters, 7 giugno 2021. URL consultato il 10 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2021).
  39. ^ (EN) Sanctions program: Belarus: Verordnung vom 11. Dezember 2020 über Massnahmen gegenüber Belarus (SR 946.231.116.9), Anhang 1 Origin: EU Sanctions: Art. 2 Abs. 1 (Finanzsanktionen) und Art. 3 Abs. 1 (Ein- und Durchreiseverbot) (PDF), in Staatssekretariat für Wirtschaft, 7 luglio 2021. URL consultato il 10 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2021).
  40. ^ (EN) Belarus Designations; Issuance of Belarus General License 3 and related Frequently Asked Questions, in United States Department of the Treasury, 21 giugno 2021. URL consultato il 24 luglio 2021.
  41. ^ (EN) Japan introduces further sanctions on Russia and Belarus, su sanctionsnews.bakermckenzie.com, 14 marzo 2022. URL consultato il 26 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2022).
  42. ^ (JA) 資産凍結等の措置の対象となるベラルーシ共和国の個人及び団体 (PDF), su mof.go.jp. URL consultato il 26 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2022).
  43. ^ (EN) KOCHANOVA Natalia Ivanovna, in National Agency for Prevention of Corruption.
  44. ^ (EN) Regulations Amending the Special Economic Measures (Belarus) Regulations: SOR/2022-240, in Canada Gazette, 7 dicembre 2022. URL consultato il 10 aprile 2023.

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