Malhun

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Malhun
Origini stilisticheDeriva dalla qaṣīda, una forma poetica
Origini culturaliMarocco, periodo merinide, XIV secolo
Strumenti tipiciSolo vocale
PopolaritàMaghreb
Categorie correlate
Gruppi musicali malhun · Musicisti malhun · Album malhun · EP malhun · Singoli malhun · Album video malhun

Il malhun (in arabo الملحون?, al-malḥūn), che significa "poesia melodica", è un genere musicale nato in Marocco.[1] Si compone di poesie cantate, tipiche dell'ambiente maschile della classe operaia delle corporazioni di artigiani.[senza fonte]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il malhun emerse per la prima volta come pura creazione letteraria, emerse come un'arte poetica conosciuta oggi in Marocco con il nome di qaṣīda o zajal. Si sviluppò nell'oasi di Tafilalet nel XV secolo prima di estendersi ad altre parti del Maghreb.[1]

La mal'aba è considerata la più antica forma conosciuta del malhun erisale all'epoca merinide (XIV secolo); il mal'aba descrive il tentativo di unione del Maghreb da parte del sultano Abu l-Hasan 'Ali ibn 'Uthman, scritto in arabo marocchino, rappresenta le origini del moderno malhun. Ibn Khaldun lo menziona alla fine del suo Muqaddima come una delle principali liriche epiche del mala'ib.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

La qasida del malhun si basa su due elementi essenziali: le aperture che lo precedono e le parti di cui è composto. I versi dell'aqsam cantati dal solista interrotti dal ritornello harba. L'harba, la cui origine risale al XVI secolo, è un ritornello ripreso in mezzo ai versi. Un altro ritornello chiamato dridka è una forma semplificata di harba, partendo da un ritmo accelerato per annunciare la fine della qasida.[2]

Figure principali[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli autori di malhun si citano Abdelaziz al-Maghrawi e Abderrahman El Majdoub (vissuto nel XVI secolo), famoso per le sue quartine mistiche. Nel XVIII e XIX secolo il Marocco conobbe un gran numero di poeti che, da Fès, Meknès o Marrakech, diffondevano poesie popolari che adottarono il malhun. Esempi sono Qaddur al-Alami e Thami Midaghri.

Nel XX secolo figure di spicco includono Houssein Toulali[3] e Zohra Al Fassiya.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Mounira Soliman, Popular Culture in the Middle East and North Africa: A Postcolonial Outlook, p.58 (Routledge 2013) – ISBN 9780415509725
  2. ^ Jan Laurens Hartong, Musical Terms Worldwide: A Companion for the Musical Explorer, p.157 (Semar Publishers Srl, 2006) – ISBN 9788877780904
  3. ^ Saïd El Meftahi, Houssein Toulali, le chantre du Melhoun, ou une vie entière dédiée à l'Art, yabiladi.com, Oct. 13th 2005
  4. ^ Siham Jadraoui, Hommage à la grande chanteuse Zohra El Fassia, Aujourd'hui Le Maroc, Oct. 12th 2009 (archive on maghress.com)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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