Luigi Mancuso

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Luigi Mancuso, noto con lo pseudonimo di U Signurino (Limbadi, 16 marzo 1954) è un mafioso italiano legato alla 'Ndrangheta e boss del Locale di Limbadi e della 'ndrina Mancuso.[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ultimo degli undici figli di Giuseppe Mancuso detto "Don Peppe" capostipite dell'omonimo clan e fondatore. Uno dei fratelli è Francesco Mancuso il boss che ha portato all'affermazione della cosca nel corso degli anni '70 e '80, venendo eletto sindaco di Limbadi nel 1985 da latitante[2].

Scala i vertici velocemente trovandosi nei primi anni '90 a dirigere la famiglia, secondo il pentito Franco Pino nel 1992 ci fu un incontro tra i boss di Cosa Nostra e i boss della 'ndrangheta, per discutere un fronte comune nella lotta allo stato, e in questa riunione, tra i presenti, vi era anche "U Signorino".[3]

Nel giugno 1993 viene arrestato, all'età di 39 anni, nell'operazione Tirreno, che vide una condanna a 30 anni per il boss, per svariati reati.

Dal '98 al 2010 viene detenuto in regime di 41bis, ma nel 2012 a Vibo Valentia ci sono molte faide, ed i Mancuso muovono tutti i loro contatti per far uscire il boss Luigi, liberato nel luglio 2012, unico che con la sua autorità poteva porre fine alla nuova Faida dei Boschi e a quella di Stefanaconi, ed effettivamente il boss impone la sua autorità, riprendendo il ruolo di boss, ma aumentando di prestigio lungo tutta la Calabria, venendo più volte indicato come Capo Crimine[4]. Il boss cominciò a tessere affari sulle estorsioni, gli appalti pubblici più grandi e importanti per tutta l'Italia, il traffico di droga, gli affari sul petrolio[5], il riciclaggio di denaro in aziende e quote in borsa, il controllo dell'agricoltura e le truffe all'Unione Europea.[6] Luigi tesse anche conoscenze ovunque, nella massoneria deviata, nell'imprenditoria, nella legge e nella politica, ne sono esempi Giancarlo Pittelli, Gianluca Callippo, sindaco di Pizzo Calabro, Pietro Giamborino, ex consigliere regionale, Giorgio Naselli, ex carabiniere, Michele Marinaro, maresciallo della Guardia di Finanza, Gianfranco Ferrante, imprenditore, Vincenzo Renda, avvocato, Antonio Prestia, imprenditore edile di Filndari e San Calogero, Francesco Stilo, avvocato, Giuseppe D'Amico, imprenditore, e molti altri.[7][8][9]

A seguito delle dichiarazioni di alcuni pentiti, fra cui Andrea Mantella, il 19 dicembre 2019 scatta l'operazione Rinascita-Scott nel quale tra gli arrestati c'è anche Luigi Mancuso, tratto in arresto assieme 334 persone ritenute appartenenti alla 'Ndrangheta, in particolare di quella della provincia di Vibo Valentia. Tra gli arrestati ci sono pezzi grossi come: Saverio Razionale, Pasquale Gallone, luogotenente di "U Signorino" e tanti altri.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 'Ndrangheta, tutti gli uomini del "capo dei capi" Luigi Mancuso., in ZOOM24, 30 dicembre 2019.
  2. ^ MANETTE AL BOSS: FU IL PRIMO DEGLI ELETTI NEL SUO COMUNE, in La Repubblica, 30 agosto 1985.
  3. ^ Il patto tra 'ndrangheta e Cosa Nostra e il summit di Nicotera, in News 24, 4 giugno 2018.
  4. ^ La strategia "pacifista" di Luigi Mancuso in rotta di collisione con le "nuove leve" di Vibo., in ZOOM 24, 29 ottobre 2023.
  5. ^ 'Ndrangheta, condanna a 30 anni per il boss Luigi Mancuso ed un imprenditore: "Cosi i clan facevano affari sul petrolio", in Il Fatto Quotidiano, 1º dicembre 2023.
  6. ^ Mancuso: affari, massoneria, bombe, sangue., in I Calabresi, 11 aprile 2023.
  7. ^ Rinascita-Scott: la rete di protezione di Luigi Mancuso e gli imprenditori del clan., in ilVibonese.it, 7 aprile 2021.
  8. ^ Il sindaco, il consigliere, il parlamentare: stesso procedimento sentenza diversa per i 3 imputati eccellenti Callippo, Giamborino e Pittelli., in LaCNews24, 22 novembre 2023.
  9. ^ Rinascita-Scott, gli uomini chiave dell'inchiesta: da Pittelli a Marinaro condannati alle assoluzioni di Callipo e Incarnato., in LaCNews24, 20 novembre 2023.
  10. ^ 'Ndrangheta, maxi blitz contro le cosche: oltre 300 arresti tra boss, politici e imprenditori. Sequestrati beni per 15 milioni., in La Repubblica, 19 dicembre 2019.
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