Ludovico Carminati di Brembilla
Ludovico Carminati di Brembilla | |
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Conte di San Giovanni in Croce | |
In carica | 4 giugno 1488 – 1514 |
Predecessore | Giovan Pietro I Carminati di Brembilla |
Successore | Giovan Pietro II Carminati di Brembilla |
Nascita | XV secolo |
Morte | 1514 |
Luogo di sepoltura | Cappella Carminati della Chiesa di San Zavedro (San Giovanni in Croce, Cremona, Italia) |
Dinastia | Carminati di Brembilla |
Padre | Giovan Pietro Carminati di Brembilla |
Consorte | Cecilia Gallerani |
Figli | Giovan Pietro Girolamo Francesco Ascanio Maria Felice |
Ludovico Carminati di Brembilla (XV secolo – 1514) è stato un nobile italiano, feudatario di San Giovanni in Croce e marito di Cecilia Gallerani, la donna ritratta da Leonardo da Vinci nella Dama con l'ermellino.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ludovico Carminati di Brembilla era figlio di Giovan Pietro Carminati di Brembilla, detto "il Bergamino" e figlio di Venturino Carminati di Brembilla, anch'egli detto "il Bergamino", ed apparteneva ad una delle più note famiglie della Val Brembilla.[1] La sua famiglia era per tradizione al servizio del Ducato di Milano e dopo le rivolte contro la Repubblica di Venezia, come tutti i brembillesi, anche i Carminati avevano dovuto abbandonare la loro valle il 19 gennaio 1443.[1]
Suo padre fece successo alla corte degli Sforza e venne considerato un uomo di grande fiducia dal duca Ludovico Sforza, detto "il Moro", tanto che permise a suo figlio Ludovico, appunto, di sposare nel 1492 la sua amante da lunghi anni, Cecilia Gallerani.[1][2] Lo stesso Ludovico fu un condottiero al servizio del Moro.[3]
Vincenzo Calmeta, segretario di Beatrice d'este, lo descrive come un "giovane bello e ricco, con tanta dote e con tanti presenti che a qual si voglia gran baronessa sariano bastati", lodando in ciò la generosità del Moro, che aveva voluto in questo modo "dar parte di ricompensa a Cecilia della persa virginità".[4]
Dopo il matrimonio, Ludovico andò a vivere con la moglie a Palazzo Carmagnola, edificio che il Moro aveva donato al figlio Cesare Sforza, avuto proprio dalla Gallerani.[2] Qui la moglie, esperta in latino e poetessa, creò una sua piccola corte dove accolse intellettuali, studiosi e anche gli ambasciatori di Venezia nel 1496.[2]
Benché il matrimonio fosse stato di comodo, esso generò comunque numerosi figli. Una lettera di Ludovico Carminati, conservata nell'archivio Gonzaga di Mantova e definita pornografica da Alessandro Luzio, narra delle imprese erotiche dei due coniugi, tanto imbruttiti dagli stravizi da non potersi reggere più in piedi.[5][6]
Altra residenza dei coniugi fu la cosiddetta Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce, della cui contea il Carminati era feudatario per eredità paterna.[1] La moglie Cecilia fu anche in buoni rapporti e in contatto epistolare con Isabella d'Este, marchesa consorte di Mantova.[2] Fu proprio dalla marchesa che Ludovico e la moglie trovarono protezione e asilo quando furono costretti a fuggire da Milano, in seguito alla caduta del Moro nel 1499, e fu sempre grazie a lei che i coniugi riuscirono a tornare in possesso dei propri beni una volta rientrati in patria.[2]
Ludovico morì nel 1514 e venne presumibilmente seppellito nella Cappella Carminati della Chiesa di San Zavedro a San Giovanni in Croce (oggi provincia di Cremona, Italia). Venne succeduto dal figlio Giovan Pietro Carminati di Brembilla.
Discendenza[modifica | modifica wikitesto]
Dall'unione matrimoniale del conte Ludovico Carminati di Brembilla con Cecilia Gallerani, sposata nel 1492, nacquero i seguenti figli:
- Giovan Pietro, successore del padre come conte di San Giovanni in Croce. Sposò Bona Monastirolo, figlia di Lucrezia Crivelli e del suo primo marito Giovanni Andrea da Monastirolo.[7]
- Girolamo.[8]
- Francesco, sposò nel 1534 Isabella Sforza (1503-1561), figlia naturale di Giovanni Sforza, signore di Pesaro e Gradara[9] e in seconde nozze Lodovica Secco[10]
- Ascanio.[8]
- Maria Felice, sposata con Anchise Visconti d'Aragona,[11] signore di Oleggio Castello.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d Franca Petrucci, CARMINATI DI BREMBILLA, Giovan Pietro, detto il Bergamino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ a b c d e Carlo Alberto Bucci, GALLERANI, Cecilia, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Donne di potere nel Rinascimento.
- ^ Grayson, pp. 26-31.
- ^ ATTI DEL CONVEGNO CECILIA GALLERANI una donna nel Rinascimento 14 maggio 2016 - Cremona, p. 29.
- ^ Lodovico il Moro, Siro Attilio Nulli, 1949, Casa editrice ambrosiana, p. 150.
- ^ SFORZA, Giovanni Paolo, su treccani.it.
- ^ a b ATTI DEL CONVEGNO CECILIA GALLERANI una donna nel Rinascimento 14 maggio 2016 - Cremona, p. 29.
- ^ Treccani.it Sforza Isabella.
- ^ Nicolò Secco D'Aragona un genio inquieto del Rinascimento.
- ^ Vincenzo De-Vit, Il lago Maggiore, Stresa e le isole Borromee notizie storiche · Volume 2, Numero 2, 1880.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Vincenzo Calmeta, Prose e lettere edite e inedite (con due appendici di altri inediti), a cura di Cecil Grayson, collana Collezione di opere inedite o rare, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1959.