Kasumigaseki Building

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Kasumigaseki Building
霞が関ビル
Localizzazione
StatoBandiera del Giappone Giappone
RegioneKantō
LocalitàTokyo
Indirizzo3-2-5 Kasumigaseki, Chiyoda
Coordinate35°40′16.62″N 139°44′49.96″E / 35.671282°N 139.747212°E35.671282; 139.747212
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1962-1968
Inaugurazione1968
Stilemoderno
Usopolifunzionale
AltezzaAntenna/guglia: 156 m
Tetto: 147 m
Piani36 (più 3 sotterranei)
Area calpestabile16 320 m²
Realizzazione
ArchitettoYamashita Sekkei
CostruttoreKajima Construnction
ProprietarioKasumi Kaikan
Mitsui Fudōsan

Il Kasumigaseki Building (霞が関ビル?, Kasumigaseki Biru) è un grattacielo di Kasumigaseki, Chiyoda, Tokyo. Completato nel 1968, è stato il primo grattacielo moderno eretto in Giappone[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima della costruzione del Kasumigaseki Building le leggi in vigore in Giappone imponevano la costruzione di edifici di un'altezza massima non superiore ai 31 m, per andare incontro alle normative in materia di sicurezza antisismica[2]. Questo almeno fino al 1963, quando il limite sull'altezza fu abolito in favore di un limite basato sull'indice di occupazione del suolo[3].

L'edificio fu progettato dalla Yamashita Sekkei e completato il 18 aprile 1968 dopo sei anni di lavori[1][4]. La sua costruzione fu affidata alla compagnia Kajima Construction[5]. Con i suoi 147 m, il Kasumigaseki Building venne soprannominato al tempo dell'apertura la "torre gigante di cemento e acciaio" e la "città di 15.000 abitanti nel cielo"[1].

Nel 1998 un media di un milione di persone visitava ogni mese l'osservatorio posto al trentaseiesimo e ultimo piano dell'edificio[1].

Uso[modifica | modifica wikitesto]

Il grattacielo ospita all'ottavo piano gli uffici dell'Asian Development Bank[6] e dell'Asian Development Bank Institute[7]. Al quindicesimo piano si trovano invece gli uffici della PricewaterhouseCoopers[8].

In passato la Mitsui Chemicals aveva la propria sede all'interno dell'edificio[9]. Anche la compagnia aerea All Nippon Airways possedeva i propri uffici nella struttura[10], mentre la Nippon Cargo Airlines, quando iniziò nel 1978, svolgeva le proprie operazioni da una singola stanza messa a disposizione dalla stessa ANA[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Japan’s first skyscraper turns 30, in The Japan Times, 17 aprile 1998. URL consultato il 16 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2015).
  2. ^ Binder, 2001, p. 8.
  3. ^ Watananbe, 2001, p. 119.
  4. ^ Cybriwsky, 2011, p. 114.
  5. ^ (EN) Mark Schilling, ‘Happy Flight’ Airplane flick tells only half the story, in The Japan Times, 14 novembre 2008. URL consultato il 16 maggio 2016.
  6. ^ (EN) Japanese Representative Office (JRO), su adb.org, Asian Development Bank. URL consultato il 16 maggio 2016.
  7. ^ (EN) Contact ADBI, su adb.org, Asian Development Bank. URL consultato il 16 maggio 2016.
  8. ^ (EN) PwC office locations in Japan, su pwc.com, PricewaterhouseCoopers. URL consultato il 16 maggio 2016.
  9. ^ (EN) The Oriental Economist, vol. 39, n. 723-734, 1971, p. 60.
  10. ^ (EN) All Nippon Airwais, su World Airline Directory, Flightglobal.com, 30 marzo 1985, p. 50. URL consultato il 16 maggio 2016.
  11. ^ (EN) On the path to becoming a member of the incumbent carrier group (PDF), su Flying High - 20 years of progress, nca.aero, Nippon Cargo Airlines, p. 59. URL consultato il 16 maggio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Georges Binder, Tall Buildings of Asia and Australia, Images Publishing, 2001, ISBN 9781864700756.
  • (EN) Roman Cybriwsky, Historical Dictionary of Tokyo, 2ª ed., Scarecrow Press, 2011, ISBN 9780810874893.
  • (EN) Hiroshi Wantanabe, The Architecture of Tokyo, Edition Axel Menges, 2001, ISBN 3-930698-93-5.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN251559980 · NDL (ENJA00953901