Itil

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Itil o Atil (Итиль o Атиль in russo, İtil in turco) fu la capitale della Cazaria dalla metà dell'VIII secolo alla fine del IX. Il nome significa "grande fiume" ed è utilizzato in diverse lingue turche per indicare il Volga.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa che mostra le principali vie commerciali variaghe: la via del Volga (in rosso) e la via variago-greca (in viola). Altre vie tra i secoli VIII e XI sono mostrate in arancione.

Itil era situata sul delta del Volga all'estremità nordoccidentale del Mar Caspio. In seguito alla sconfitta dei Cazari nella seconda guerra arabo-cazara, Itil divenne la capitale della Cazaria. La città è indicata come Khamlij nelle fonti arabe del IX secolo, ed il nome Itil appare nel X secolo. Al suo apice, la città era un grande emporio commerciale, ed era formata da tre parti separate dal Volga. La parte occidentale comprendeva il centro amministrativo della città, con un tribunale e una grande guarnigione militare. La parte orientale fu costruita successivamente e fungeva da centro commerciale di Itil, con molti bagni pubblici e negozi. Tra di esse vi era un'isola sulla quale sorgevano i palazzi del Khagan dei Cazari e del Khagan Bek. L'isola era collegata a una delle altre parti della città da un ponte di barche. Secondo le fonti arabe, solo una parte della città portava il nome di Itil, mentre l'altra era denominata Khazaran.

Itil era una città multietnica e con la presenza di diverse religioni, abitata da ebrei, cristiani, musulmani, seguaci dello sciamanesimo e pagani, molti dei quali erano mercanti provenienti da paesi stranieri. Ogni gruppo religioso aveva i propri luoghi di culto in città, e c'erano sette giudici incaricati di dirimere le questioni (due cristiani, due ebrei, due musulmani e uno per gli adepti dello sciamanesimo e gli altri pagani).

Svjatoslav I di Kiev saccheggiò Itil nel 968 o 969. Ibn Hawqal e al-Muqaddasi citano Itil dopo il 969, cosa che indica che la città potrebbe essere stata ricostruita. Al-Biruni, a metà dell'XI secolo, riportò che Itil era di nuovo in rovina, e non menzionò la successiva città di Saqsin che fu costruita nelle vicinanze.

Sito presunto[modifica | modifica wikitesto]

I resti archeologici di Itil non sono mai stati identificati con certezza. Si è ipotizzato che siano stati sommersi dall'aumento di livello del Mar Caspio. Comunque, a partire dal 2003, Dmitri Vasiljev dell'Università statale di Astrachan' ha condotto una serie di scavi nel sito di Samosdelskoe presso il villaggio di Samosdelka (Самосделка) nel delta del Volga. Vasiljev ha collegato i reperti del sito con le culture cazara, oghuz e bulgara, portandolo a credere di avere scoperto il sito di Saqsin. La questione non è ancora risolta. Nel 2006 Vasiljev rivelò la sua opinione che lo strato più basso nel sito di Samosdelka corrisponda al sito di Itil.[1] Nel 2008, un gruppo di archeologi russi annunciò di avere scoperto le rovine di Itil.[2] Nei due decenni successivi, Damir Solovjov propose che il sito di Semibugry (Семибугры), anche situato nel delta del Volga, potesse essere i resti archeologici di Atil, invece di Samosdelka.[3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vasiljev.
  2. ^ (EN) Mansur Mirovalev, Scholar claims to find medieval Jewish capital, su Yahoo News, 20 settembre 2008. URL consultato il 28 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2008).
  3. ^ (EN) Kevin Alan Brook, The Khazar Capital City of Atil, su Khazaria.com. URL consultato il 21 marzo 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) W. Barthold (1996), "Khazar", Encyclopaedia of Islam (Brill Online), a cura di P. Bearman, Th. Bianquis, C.E. Bosworth, E. van Donzel e W.P. Heinrichs, Brill.
  • (EN) Kevin Alan Brook, The Jews of Khazaria, 3ª ed., Rowman & Littlefield Publishers, Inc, 2018.
  • (EN) Douglas Morton Dunlop (1997), "Itil", Encyclopaedia Judaica (CD-ROM Edition Version 1.0), a cura di Cecil Roth, Keter Publishing House, ISBN 965-07-0665-8
  • (EN) Douglas Morton Dunlop, The History of the Jewish Khazars, Princeton, N.J., Princeton University Press, 1954.
  • (EN) Peter B. Golden, Khazar Studies: An Historio-Philological Inquiry into the Origins of the Khazars, Budapest, Akadémiai Kiadó, 1980.
  • (EN) Norman Golb e Omeljan Pritsak, Khazarian Hebrew Documents of the Tenth Century, Ithaca, N.Y., Cornell University Press, 1982.
  • (EN) Thomas S. Noonan, The Khazar Economy, Archivium Eurasiae Medii Aevi 9 (1995–1997), pp. 253–318.
  • (FR) Thomas S. Noonan, Les Khazars et le commerce oriental, in Les Échanges au Moyen Age: Justinien, Mahomet, Charlemagne: trois empires dans l'économie médiévale, Dijon, Editions Faton S.A., 2000, pp. 82–85.
  • (EN) Thomas S. Noonan, The Khazar Qaghanate and its Impact on the Early Rus' State: The translatio imperii from Itil to Kiev, in Nomads in the Sedentary World, a cura di Anatoly Mikhailovich Khazanov e André Wink, Richmond, England, Curzon Press, 2001, pp. 76–102.
  • (EN) Omeljan Pritsak, The Khazar Kingdom's Conversion to Judaism (articolo in Harvard Ukrainian Studies, 1978)
  • (RU) D. Vasiljev, Итиль-мечта (на раскопках древнего центра Хазарского каганата) - Il sogno di Itil (al sito degli scavi dell'antica capitale del Khaganato Cazaro), su lechaim.ru. URL consultato il 28 settembre 2008.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Coordinate: 46°00′50″N 47°49′33″E / 46.013889°N 47.825833°E46.013889; 47.825833