Ippolita (gruppo)

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Ippolita è un gruppo di ricerca indipendente e interdisciplinare che si occupa di cultura digitale, filosofia dell'informatica, tecno-politica, capitalismo del controllo. Come autorialità collettiva ha firmato diversi libri e proposto numerosi laboratori, corsi, incontri di critica della rete e autodifesa digitale.

Ippolita è spesso menzionata anche come gruppo conviviale[1], la definizione trae origine dal concetto di convivialità del pedagogista e filosofo austriaco Ivan Illich[2][3][4]. Ippolita è un esempio autorialità collettiva abbastanza tipico nella cultura digitale come nella letteratura, in Italia sono noti i casi di Luther Blissett e Wu Ming.

La particolarità del gruppo di ricerca è l'interdisciplinarità[5], dalle opere emerge l'obiettivo di superare la distinzione tra sapere umanistico e sapere scientifico, utilizzando diversi punti di vista in base alle molte competenze presenti nel collettivo in una sorta di disciplina simbiotica e complementare[6][7][8] o indisciplina, come dice provocatoriamente il gruppo, per marcare la propria distanza politica con l'istituzione universitaria[9][10]. «Il gruppo Ippolita è una delle poche esperienze italiane che sa tenere assieme attivismo, riflessione teorica e una indiscussa competenza tecnica attorno alle macchine informatiche, all’interno di una prospettiva libertaria e multidisciplinare.»[11]

Le ricerche del gruppo di lavoro[12] sono ascrivibili all'ambito più generale della Critica della Rete e all'Informatica del Dominio[13] quest'ultimo tema è ripreso sia dagli scritti di Donna Haraway che dalle riflessioni sulle tecnologie del sé di Michel Foucault[14][15].

Tutte le opere sino ad ora pubblicate sono sotto licenza copyleft[16] e frutto di una particolare forma di scrittura collaborativa[17][18][19].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo di ricerca Ippolita nasce a Milano nel 2005 nello spazio sociale Pergola Tribe all'interno dell'hacklab[20] ReLOAd reality hacking[21], nell'humus culturale delle rivolte no-global e dei movimenti contro il WTO (l'organizzazione mondiale del commercio), l'FMI (Fondo Monetario Internazionale) e contro la Banca Mondiale che portarono, in Italia, alla sanguinosa repressione dei manifestanti durante le contestazioni del G8 di Genova nel 2001[22].

La cornice della ricerca è legata a una concomitanza di eventi e tensioni, certamente fondamentale è l'ambito dell'hacking italiano, quello politicizzato degli hacklab e di Hackmeeting[23], e l'esperienza del mediattivismo di Indymedia, ma anche le controculture dei rave party e della musica techno che hanno come genealogia il cyberpunk e il cyberfemminismo[24].

Ma non bisogna dimenticare il protagonismo metodologico dell'autogestione praticata dai centri sociali italiani che li ha resi oggetto di studio politico internazionale «Ippolita è una testimonianza di quell’ "incubatore" dell’élite culturale che è stato il centro sociale negli anni novanta»[25] l'altro elemento è il femminismo post-strutturalista e postumano che cominciava ad aprirsi ai movimenti transgender e decoloniali[26][27][28][29].

Open non è free[modifica | modifica wikitesto]

Il primo volume viene presentato all'Hackit di Napoli nel 2005, si tratta di un testo tecnico e genealogico: Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale[30][31] edito dalla casa editrice Elèuthera. Il volume ricostruisce la storia della nascita e dell'ascesa dell'open source a scapito delle lotte e delle motivazioni politiche del movimento del free software[32][33][34]. Si prendono in considerazione l'etica hacker, la trasformazione delle licenze, i metodi di sviluppo software[35][36].

Luci e ombre di Google[modifica | modifica wikitesto]

L'anno seguente il gruppo pubblica con Feltrinelli Luci e Ombre di Google. Futuro e passato dell'industria dei metadati[37][38][39], è il 2007, ma il libro viene presentato in anteprima all'Hackmeeting di Parma nel 2006 col titolo The darkside of Google[40][41].

Negli anni successivi la produzione e il lavoro di Ippolita si sposta in Europa. In Francia il testo viene tradotto in prima edizione nel 2008[42][43] e in edizione tascabile nel 2011[44][45].In Spagna la pubblicazione è del 2010[46], mentre in quella inglese del 2013 il testo è disponibile in versione aggiornata, gratuita e integrale[47] con il supporto di Geert Lovink, noto critico olandese delle culture digitali, attraverso l'Institut of Network Culture[48]. Il volume è attualmente disponibile in versione aggiornata e approfondita per la casa editrice Milieu[49][50].

Nell'acquario di Facebook[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo esce con un nuovo lavoro dopo cinque anni, nel 2012. Nel panorama informatico, dove le cose cambiano molto rapidamente, le trasformazioni di quei pochi anni sono state epocali, basti pensare alla diffusione di massa degli smartphone, lo sviluppo di Google Chrome e Android, ma soprattutto l'avvento dei social network. Ed è su quest'ultimi che Ippolita sceglie di concentrare l'analisi pubblicando Nell'acquario di Facebook. La resistibile ascesa dell'anarco-capitalismo[51][52]. Il testo esce in contemporanea in tre nazioni: Francia[53][54], Spagna[55][56] e Italia[57][58][59].

Il volume critica, tra gli altri, i concetti di trasparenza radicale[60] e di profilazione degli utenti[61], la cui origine culturale è da ricercare nell'ideologia anarco-capitalista[62][63]. Questa teoria politica è disseminata in modo frammentario e mistificato in ambienti culturalmente contigui, sono presi in esame: i Partiti Pirata[64], PayPal[65], frange di Anonymous[66], Wikileaks[67][68].

Il libro è stato tradotto in inglese dallo studioso Patrice Riemens[69] che l'ha pubblicato a puntate in stile feuilleton su Nettime, celebre lista di discussione internazionale di net culture.

Nel 2015 il volume è stato pubblicato e reso disponibile gratuitamente dall'Institut of Network Culture[70] sempre su iniziativa di Geert Lovink, il quale ha sostenuto in un'intervista a Repubblica: "Your country can be proud to have the most sophisticated Facebook critics in the world. Read their work!"[71] (Traduzione: il vostro paese dovrebbe essere orgoglioso di avere i più sofisticati critici di Facebook nel mondo. Leggete il loro lavoro!).

La rete è libera e democratica. Falso![modifica | modifica wikitesto]

Il pamphlet La rete è libera e democratica. Falso![72][73] uscito per Laterza nel 2014, richiama sin dal titolo la necessità di demistificare drasticamente il luogo comune che vorrebbe una tecnologia salvifica, capace di dare soluzioni automatizzate in tutti i campi del sapere, ivi compresa la vita democratica[74][75][76].

L'opera richiama e approfondisce alcune critiche espresse nelle opere precedenti come la fallacia concettuale dell'algoritmo PageRank, la Trasparenza radicale[77][78] e il problema del Profiling[79], citando solo i maggiori. Il libro si divide in Argomento ontologico[80], Argomento epistemologico[81] e Argomento storico-geopolitico. Il testo coniuga una serie di puntualizzazioni tecniche (es. Internet non è il Web, cosa sono i sistemi di retroazione cibernetica nei dispositivi digitali) ad argomentazioni epistemologiche (es. pubblicato non significa pubblico, differenza tra uguaglianza e isonomia)[82][83].

Il testo è stato tradotto e pubblicato in Spagna nel 2016 per Enclave de Libros: Idolos. ¿La red es libre y democrática? Falso![84] con una prefazione di Tomás Ibáñez[85][86]. Nello stesso anno esce anche la pubblicazione parigina per la casa editrice La Différence, Internet l'illusion démocratique[87] con una postfazione di Bernard Stiegler[88].

Anime Elettriche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 esce il volume Anime Elettriche[89][90] per l'editrice Jaca Book, una retrospettiva dell'esperienza social lato utente[91]. La soggettività digitale viene analizzata come diade somato-psichica[92] non separata dalla sua controparte "fisica", ma anzi è descritta come raddoppio e multiplo del sé, sino al parossismo dello stadio finale "in vivo e in vitro"[93][94][95], stoccata sui server delle gradi corporation dell'IT. L'ambiente dei social media viene descritto come un panottico digitale[96][97], la differenza con il panottico disciplinare di Foucault è il piacere. Il piacere della comunità sempre in movimento, dove la singola individualità non è costretta a una forma rigida, ma viene stimolata a esibire la propria diversità[98]. Il panottico digitale attribuisce senso, anche in termini di valutazione, a ogni gesto su di essa compiuto. La quantificazione numerica crea piacere, il consumo di questo piacere reso in forma sociale crea reddito psichico[99][100]. Temi generali sono l'identità e la cura del sé, presi tra "addestramento procedurale" come delega totale al dispositivo commerciale e di contro come "esercizio cosciente" della propria capacità tecnica al fine di raggiungere attraverso l'autodifesa gradi sempre più elevati di autonomia digitale[101][102]. È con questo testo che Ippolita comincia la sua critica alla Gamificazione[103][104] e a introdurre il concetto di Pedagogia Hacker[105][106][107][108].

Tecnologie del Dominio[modifica | modifica wikitesto]

Tecnologie del Dominio. Lessico Minimo di Autodifesa digitale[109][110] è un volume panoramico di tutti i temi indagati nell'arco di una decade. Edito per Meltemi nel 2017 è costruito per lemmi e locuzioni[111] (es. Pornografia Emotiva[112][113], Criptomoneta[114], Libertarianesimo[115], Tecnocrazia[116], Condivisione[117], Quantified Self[118]) descritte in senso critico, come dicono gli stessi autori: “Un manuale di autodifesa digitale a modo nostro, con uno sguardo dichiaratamente politico, non neutrale, di parte. Un mosaico per forza di cose incompleto, composto con quello scetticismo metodologico, quella curiosa attitudine hacker che ci piace praticare[119][120]

Culture Radicali[121] è il nome della collana di libri che viene inaugurata nel 2019 sotto la guida del gruppo per la Casa Editrice Meltemi. Sin dalle prime pubblicazioni è evidente l'orientamento interdisciplinare del progetto che vede i temi tecnologici miscelarsi alla critica filosofica e alla creatività femminista. Si veda in tal senso Materialismo radicale. Itinerari etici per cyborg e cattive ragazze[122][123] di Rosi Braidotti e La società Automatica[124][125] di Bernard Stiegler. La prima pubblicazione della collana è Comunismo queer di Federico Zappino. La consacrazione editoriale della collana avviene con la trilogia di bell hooks dedicata alla scuola e alla pedagogia libertaria: Insegnare a trasgredire, Insegnare comunità, Insegnare il pensiero critico.

Formazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015 il gruppo viene chiamato a tenere la docenza del corso di studi Archeologia dei Nuovi Media e, negli anni successivi, di Culture Digitali[126][127] e Sociologia dei Processi Culturali[128] presso la Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano[129][130]. Nel 2018 Ippolita viene inserita tra i docenti del progetto di Ars Academy per la conduzione dei corsi Culture digitali e Ecologia dei Media[131]. Dal 2022 Ippolita insegna Ecologia della Rete e Culture Digitali anche all'Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto di Biella. Tra le attività formative si distinguono due aree tematiche peculiari, quello di critica alla Gamificazione[132][133], intesa come forma di delega cognitiva e delega della ricerca delle fonti di piacere[134]; quello sull'Hacking del Sé[135][136][137]inteso come contrapposizione all'addestramento procedurale del self branding.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Collane di libri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Circa queste definizioni si veda l'intervista di Nicola Villa Le tecniche non sono neutrali Archiviato il 9 giugno 2016 in Internet Archive. Gli Asini Rivista
  2. ^ Tools of conviviality. Illich reloaded per i media studies, su dispoc.unisi.it.
  3. ^ Hacking del sé, su ippolita.net.
    «Il dispositivo di cura, come dice Ivan Illich può diventare uno straordinario dispositivo di oppressione. Quando pensiamo alla cura preferiamo allora ricorrere al concetto greco di epimeleia heautou (cura del sé) che per noi diventa hacking del sé , la capacità cioè di auto-osservazione e ricombinazione di sé e del proprio Corpo senza Organi. Il Sé come relazione trans-individuale, come dipendenza operativa che prolunga il nostro corpo nella sfera del collettivo.»
  4. ^ Si veda Ippolita, La rete è libera e democratica. Falso!, Laterza, 2014, cap 3 Argomento epistemologico, p 37
  5. ^ Gruppo interdisciplinare CHI - Ippolita
  6. ^ Luca De Biase "si tratta proprio di una disciplina simbiotica e complementare" Sole24Ore
  7. ^ Benedetto Vecchi "Un gruppo di informatici, filosofi, antropologi e attivisti" Il Manifesto
  8. ^ Internet e parità di genere: i social ci rendono più eguali? «No, ci illudono». Parla Ippolita, su espresso.repubblica.it.
  9. ^ Ippolita è un gruppo di ricerca e formazione indisciplinare, su not.neroeditions.com.
  10. ^ Che cos'è Ippolita. Intervista al gruppo di ricerca, su cheFare, 14 maggio 2019. URL consultato il 12 giugno 2019.
  11. ^ Etica hacker. Pratiche libertarie, tra condivisione e critica al sistema. di Benedetto Vecchi, su euronomade.info.
  12. ^ Cooperazione, mutualismo, carattere pubblico della ricerca. Un confronto tra gruppi di ricerca dentro e fuori l’Università. (PDF), su dlfc.unibg.it.
  13. ^ Donna Haraway, Manifesto Cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Feltrinelli, Milano 1995, p 56
  14. ^ Michel Foucault, Tecnologie del sé, Bollati Boringhieri, 1992
  15. ^ Michel Foucault, Sull'origine dell'ermeneutica del sé, Cronopio
  16. ^ Licenze, copyright, copyleft, su arivista.org.
  17. ^ La scrittura collettiva. L’esempio conviviale di Ippolita. Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione di Jacopo Toni. ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA (PDF), su ippolita.net.
  18. ^ SCRITTURE CONVIVIALI tecnologie per partecipare. Tesi di dottorato di Carlo Milani. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA, Corso di Dottorato in Società dell’Informazione., su docplayer.it.
  19. ^ Intervista al gruppo, su scritturacollettiva.org.
    «Il metodo è interdisciplinare e cartografico, in classico stile nomadico: grande senso dei territori e nessuna patria. Si lavora per mappature, si meticciano lingue e materie di studio, sia per necessità divulgative sia per pura frivolezza tattica. La noia è sempre in agguato.»
  20. ^ Che cos'è un hacklab?, su arivista.org.
    «Un hack-lab è un laboratorio dove si riuniscono gli hacker. In Italia e in molti altri paesi, gli hacklab sono autogestiti, non hanno un consiglio d'amministrazione, non ricevono finanziamenti da aziende private né da istituzioni pubbliche e, spesso, sono ospitati in spazi occupati.»
  21. ^ ReLOAd reality hacking
  22. ^ Genova tra femminismo, tecnologie e desideri di libertà – Intervista con Hanay, su milanoinmovimento.com.
    «È una storia molto densa che per me va idealmente dal ’99 al 2005, perché nel 2005 viene pubblicato il primo libro di Ippolita»
  23. ^ M. Garofalo Curiosità come forma mentis Sole24Ore
  24. ^ Cyberfemminismo e controcultura Un attacco incendiario alle illusioni umane di immunità e integrità, su not.neroeditions.com.
    «Forse oltre che luddisti siamo sempre stati anche queer.»
  25. ^ Anime elettriche nel Pandemonio Digitale, su francescomonico.nova100.ilsole24ore.com.
  26. ^ 20 anni fa, mentre a Genova si teneva il G8, a Milano un gruppo di ragazze decideva di occupare una villetta liberty e faceva la storia del femminismo italiano, su rollingstone.it.
  27. ^ Digital media e rappresentazione della diversità: riconoscere e superare gli stereotipi., su festivaltecnologia.it. URL consultato il 22 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2019).
  28. ^ Autodifesa Digitale Transgender e Non-binary, su ippolita.net.
  29. ^ Workshop di comunicazione e sicurezza digitale per i centri antiviolenza. Forme nuove di violenza online. Tecniche di prevenzione e protezione delle donne. (PDF), su direcontrolaviolenza.it.
  30. ^ Eleuthera, Scheda libro
  31. ^ A più di dieci anni di distanza il libro continua ad essere citato per fare chiarezza sulle contraddizioni della sharing economy, su repubblica.it.
    «E' il sacrificio della libertà sull'altare della apparente gratuità. La società è intossicata dal consumismo digitale. Come dicono i nostri sorelli transgender di Hackmeeting: "Nessuno guarda mai cosa c'è dietro. Nessuno".Perciò la nuova battaglia oggi è per l'autodifesa digitale, per la formazione, la consapevolezza. Lottare per la libertà comporta fatica e conflitti, ma dal nostro punto di vista è necessario. Molti hacker sono incazzati: la leggerezza con cui il loro contributo è messo da parte nella sbornia della "innovazione" tecnologica è un pericoloso errore".»
  32. ^ Open non è Free Egemonia linguistica e logica di mercato: l’assalto delle corporazioni alla «free culture», su not.neroeditions.com.
    «Nell’ultimo decennio abbiamo visto il proliferare di parole e concetti che contengono l’aggettivo open- (aperto): «open content», «open data», «open access», «open document», «open government» e così via. Da un contesto strettamente legato allo sviluppo di applicativi, la parola open è stata estesa a campi semantici diversi creando non poche ambiguità.»
  33. ^ Benedetto Vecchi "Giochi d'ombra sull'etica hacker" da Il Manifesto
  34. ^ Marco Philopat "Open non è free, un manuale di resistenza attiva" da Liberazione
  35. ^ Riassunto grafico del libro, docente Stefano Maffei, studenti Cristina Zocca e Nicole Galeone, Politecnico di Milano, su docplayer.it.
  36. ^ Ippolita, Open publishing e nuova etica Hacker, su digicult.it.
  37. ^ Ippolita, Luci e ombre di Google Futuro e passato dell'industria dei metadati, Feltrinelliª ed..
  38. ^ Riassunto del libro pubblicato da Left (PDF), su eleuthera.it.
  39. ^ Riccardo Bagnato, Luci e ombre del Grande Google Esce il libro, ed è anche sul web - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it, su repubblica.it.
  40. ^ Riccardo Bagnato All'Hackmeeting di Parma l'anticipazione del volume che verrà pubblicato entro la fine dell'anno da Feltrinelli da Repubblica
  41. ^ recensione di Salvatore Poier (PDF), su archiviomarini.sp.unipi.it.
  42. ^ (FR) Grand format La face cachee de Google, Payot e Rivages
  43. ^ Multitudes Contre l’hégémonie de Google. Cultivons l’anarchisme des connaissances
  44. ^ (FR) Poche La coté obscur de Google Archiviato il 27 marzo 2016 in Internet Archive., Payot e Rivages
  45. ^ Nazione Indiana Luci e ombre di Google in Francia
  46. ^ (ES) Edizione spagnola per Virus Editorial
  47. ^ (EN) The dark side of Google inglese Testo integrale
  48. ^ (EN) The dark side of Google in inglese, Scheda e presentazione
  49. ^ (EN) Luca Pantarotto, I lati oscuri del web (e come possiamo ancora provare a salvarci), su minima&moralia, 19 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2018).
  50. ^ Google, la democrazia perduta in una bolla. Vent’anni fa nasceva il colosso online, su ildubbio.news. URL consultato il 3 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2019).
    «Nel 1998 tutti guardavano alla nascita di Google come cuore pulsante di una rivoluzione culturale capace di democratizzare il sapere e l’accesso alla libera conoscenza. Ma vent’anni dopo, le istanze egualitarie che avevano accompagnato il boom della rete appaiono tradite.»
  51. ^ Il sottotitolo è una citazione da un'opera satirica di Bertolt Brecht La resistibile ascesa di Arturo Ui Si veda anche la nota 9 di The Facebook aquarium: freedom in a profile Archiviato il 26 giugno 2016 in Internet Archive. di Tiziana Mancinelli
  52. ^ Marco Liberatore Non farti domande, sii felice e condividi Archiviato il 3 agosto 2016 in Internet Archive. Doppiozero
  53. ^ (FR) Edizione Francese J'aime pas Facebook
  54. ^ Facebook : "La vie privée est une chimère", su lejdd.fr. URL consultato il 3 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2016).
  55. ^ (ES) Edizione spagnola http://whichiscorrect.net/facebook/
  56. ^ Los rostros actuales de la informática de la dominación (PDF), su librepensamiento.org. URL consultato il 3 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2016).
  57. ^ Edizione italiana NELL'ACQUARIO DI FACEBOOK -Ledizioni
  58. ^ Carlo Formenti Una critica alle Cyber Utopie Archiviato il 15 gennaio 2018 in Internet Archive. Espresso Repubblica "La “cattiveria”, e l’originalità, dell’attacco di Ippolita, infatti, sta esattamente in questo: nello smascherare cioè la radicale incompatibilità fra due termini che si vogliono far forzosamente convivere: anarchia e capitalismo"
  59. ^ What You See Is What You Get? - Il Comitato Invisibile e Ippolita, su CTRL (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2018).
  60. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook. La resistibile ascesa dell'anarco-capitalismo, Milano, Ledizioni, 2012, p. 51.
  61. ^ Profilazione Digitale, su arivista.org.
    «L'identità è dunque sovrapposta alla condotta personale. Così come il profiling criminale identifica il comportamento del delinquente, allo stesso modo il profiling digitale identifica il comportamento dell'utilizzatore dei servizi utente.»
  62. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook, p. 88.
  63. ^ Carlo Formenti Facebook e anarco-capitalismo Alfabeta2
  64. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook, p. 126.
  65. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook, p. 97.
  66. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook, p. 141.
  67. ^ Ippolita, Nell'acquario di Facebook, p. 133.
  68. ^ Gli anarco-capitalisti di WikiLeaks, su arivista.org.
  69. ^ Patrice Riemens - P2P Foundation, su wiki.p2pfoundation.net.
  70. ^ (EN) Opera integrale in inglese In the Facebook aquarium
  71. ^ Intervista di Lovink a La Repubblica, ottobre 2015, su networkcultures.org.
  72. ^ Scheda Libro, su laterza.it.
  73. ^ Indice del libro La rete è libera e democratica. Falso! (PDF), su laterza.it.
  74. ^ Carlo Formenti, L'illusione della libertà, su temi.repubblica.it.
    «Ippolita smonta due luoghi comuni sulla Rete: che sia uno strumento intrinsecamente democratico. E che disporre di più informazione significhi automaticamente essere più liberi»
  75. ^ B. Vecchi Il bacio fatale di Internet (PDF), su laterza.it.
  76. ^ Revolution will not be televised e altri commenti di Loredana Lipperini sul lavoro del Gruppo, su loredanalipperini.blog.kataweb.it.
  77. ^ Che cos'è la trasparenza radicale?, su arivista.org.
    «Il principio (che si configura in senso morale) era stato pensato in contrapposizione alle riserve sul trattamento della propria privacy che gli utenti cominciano ad avere nei confronti di Facebook già dal 2009. L'obiettivo della locuzione retorica era quello di far sentire l'utente preoccupato per la propria privacy come un vecchio residuato culturale, ormai da tempo superato (anche se hai la stessa età di Zuckerberg).»
  78. ^ Piccola apologia dell'opacità, su mariodomina.wordpress.com.
  79. ^ Estratto sul tema del Profiling, su laterza.it.
  80. ^ Sara Palamidessi, Riassunto grafico del primo capitolo, docente Lavinia Hanay Raja, studente Sara Palamidessi, Naba Nuova Accademia di Belle Arti, Milano (PDF), su ippolita.net.
  81. ^ Sara Palamidessi, Riassunto Grafico del secondo capitolo, docente Lavinia Hanay Raja, studente Sara Palamidessi, NABA Nuova Accademia di Belle Arti, Milano (JPG), su ippolita.net.
  82. ^ Intervista all'autore comparsa sul Manifesto il 12/06/2014 di Daniele Pizio, su ctrlplus.noblogs.org.
  83. ^ Anselmo Roveda "Irretiti" da rivista Andresen, su comeparole.blogspot.it.
  84. ^ (ES) Scheda libro, su enclavedelibros.blogspot.it.
  85. ^ Ibáñez. IL LIBERO PENSIERO, elogio del relativismo, Elèuthera, 2007, su eleuthera.it.
  86. ^ Dall’anarchismo al postanarchismo di Tomás Ibañez (PDF), su asperimenti.noblogs.org.
  87. ^ Scheda del libro in francese, su ladifference.fr (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2016).
  88. ^ «Come si diventa filosofi?» Stiegler confessò di essersi avvicinato alla filosofia durante un’incarcerazione per rapina a mano armata., su fazieditore.it.
  89. ^ Il titolo è un omaggio a Philip K. Dick che scrisse nel 1968 “Do Androids Dream of Electric Sheep?” (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) da cui è tratto il film Blade Runner, su lanuovasardegna.it.
  90. ^ Ubaldo Fadini, Corpi differenti. Per la ripresa di un approccio teorico-critico – Revista Polis, su revistapolis.ro.
  91. ^ Marco Dotti, Anime elettriche, corpi digitali. Linee di fuga e tattiche di resistenza nella gabbia 2.0, in Vita.it.
  92. ^ Ippolita, Anime Elettriche, Jaca Book, Milano, p. 59.
  93. ^ Ippolita, Anime elettriche, jaca Book, Milano, p 41.
  94. ^ Editori Laterza, Stefano Rodotà - Vivere la democrazia, su laterza.it.
    «Si veda il virgolettato al penultimo paragrafo»
  95. ^ Stefano Rodotà, Vivere la democrazia, Editori Laterza, ISBN 9788858132685.
  96. ^ Le regole non scritte di un mondo trasparente e positivo, su arivista.org.
  97. ^ Data center, la controparte hardware del panottico, su arivista.org.
    «Tutti i profili che alimentiamo sui social occupano un certo spazio sui server dell'azienda che ci fornisce il servizio. I famigerati big data si trovano alloggiati in questi capannoni industriali così come la nostra identità digitale. Ogni giorno entriamo e rimaniamo in questi luoghi di cui ignoriamo la collocazione esatta e persino l'esistenza. Sono l'altra faccia del cloud computing, l'informatica sulle nuvole.»
  98. ^ METAMORFOSI, su blog.goethe.de.
    «Il nostro mutare attraverso l'interazione reciproca assomiglia a quella che Canetti chiama la metamorfosi. Questa animazione archetipica non è un'imitazione o una simulazione di qualcosa di diverso dalla nostra identità, tanto meno una figura o una maschera. La metamorfosi anima in noi le qualità che riteniamo necessarie per affrontare le regole sociali ed è dunque una forma di resistenza individuale e spontanea contro il potere. La sua prerogativa immaginale ci permette di produrre senso in forma libera da qualsiasi norma.»
  99. ^ M. Foucault, Nascita della biopolitica, corso del 1978- 1979 al Collège de France, Feltrinelli, 2005.
  100. ^ Reddito in senso stretto, perché questa misurazione e quantificazione ci fa sentire più ricchi in una prospettiva di investimento sul nostro futuro. Indica che il nostro agire è stabile, o in salita, oppure sta calando. Il tenere traccia delle piattaforme dunque non è puramente descrittivo, ma diventa prescrittivo perché ci induce a modificare le nostre abitudini in base a un optimum di crescita illimitata.A-Rivista Anarchica
  101. ^ Benedetta Pinzari e Salvatore Cominu, Le anime elettriche del capitale, in http://commonware.org. URL consultato il 26 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
    «Ma il problema è che le tecnologie digitali commerciali non sono artefatti semplici come un fucile, sono armi molto più sofisticate. Naturalmente se ci troviamo in un paese dove la libertà d'espressione è completamente interdetta usare una tecnologia digitale commerciale può avere un valore di contro condotta, ma è come dire che se mi trovassi a non mangiare per giorni, ingurgiterei senza pensarci anche un panino di mac donald. Tutto dipende sempre dalla prospettiva situata in cui ci troviamo ad agire nel mondo.»
  102. ^ recensione di Rinaldo Mattera (PDF), su eticapubblica.it.
    «Si cerca di rispondere a interrogativi sempre più pressanti nella società delle reti: come si ricerca la verità e come si cura il sé nel mondo digitale?»
  103. ^ Ippolita, Anime Elettriche, Jaca Book, p. 99.
  104. ^ Gamificazione e neuroscienze cognitive. Conferenza in Cox 18 in collaborazione con Archivio Primo Moroni (JPG), su inventati.org.
  105. ^ Antiproibizionismo e Pedagogia Hacker, su DINAMOpress.
    «Nel rapido sviluppo delle trasformazioni tecnologiche, le strade dell'”uso” e quella della “conoscenza” si sono andate sempre più divaricando. Una “pedagogia hacker” ha il senso di rimettere al centro il funzionamento degli strumenti digitali e la loro possibile reinvenzione collettiva»
  106. ^ I nativi digitali non esistono, su arivista.org.
    «Tutti gli esseri umani dotati di un cervello possono diventare nativi digitali perché il cervello è estremamente plastico e si modifica molto rapidamente nell'apprendimento di procedure, tanto più se gamificate. Questo non significa affatto che queste persone siano in grado di comprendere, analizzare, modificare e insegnare i meccanismi procedurali che ripetono!»
  107. ^ Pedagogia hacker: trasgredire la norma tecnocratica, su gliasinirivista.org.
  108. ^ Colonialismo Digitale Postfazione al volume Insegnare a Trasgredire di bell hooks, su ippolita.net.
    «L’obiettivo è meticciare un insieme vasto di studi e pratiche decoloniali per svincolarli dalla valutazione di chi struttura il potere con l’intento di mantenerci in posizione di subalternità. Sia in ambito universitario, sia nei social network. Questa per noi è la pedagogia hacker.»
  109. ^ 'Tecnologie del Dominio' è il dizionario per ribellarsi alla tecnocrazia, su motherboard.vice.com.
    «I percorsi di lettura interni al volume sono pensati per suggerire ai lettori diverse strade possibili in questo labirinto di parole. Un'attenzione particolare è stata dedicata a educatori, insegnanti, genitori. Insomma a persone che si trovano a dover spiegare concetti complessi. Spesso sono disorientati e ci chiedono delle risposte comprensibili. Tecnologie del Dominio è un libro da consultare.»
  110. ^ Il dibattito sarà moderato dal professore Calogero Lo Piccolo egli psicoterapeuti Salvo Federico e Manuela Morello., su ennapress.it. URL consultato il 24 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2018).
  111. ^ Roberto Ciccarelli Il Manifesto (PDF), su meltemieditore.it.
  112. ^ Rachele Borghi legge il brano Pornografia Emotiva dal volume Anime Elettriche, su soundcloud.com.
  113. ^ Trasmissione radio Pensatech su Radio città del Capo di Bologna, su radiocittadelcapo.it. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2018).
  114. ^ Andrea Fumagalli, La falsa alternativa del Bitcoin, su effimera.org.
    «va segnalato che porre nuovamente la questione dell’utilità del lavoro al centro dell’organizzazione sociale non fa necessariamente scomparire lo sfruttamento nel lavoro, anzi. L’esempio migliore è forse quello dello sfruttamento del lavoro femminile nel quadro dell’economia domestica, e il suo ruolo nell’estrazione capitalista del plusvalore: la moneta non cambia nulla. Possiamo anche retribuire, con la moneta che vogliamo, sempre di sfruttamento si tratta, se non mutano le condizioni, i rapporti di forza, le relazioni di potere.»
  115. ^ Estratto dalla voce contenuta nel lessico, su not.neroeditions.com.
    «La confusione viene moltiplicata dal fatto che in inglese «libertarians» viene utilizzato per definire sia i «right libertarians», che noi definiamo libertariani; sia i «left libertarians», ovvero i libertari di matrice socialista e anarchica. In questo modo si suggerisce che siano varianti dello stesso pensiero, il grande albero delle libertà. Ma non è così.»
  116. ^ Tecnocrazia, ovvero la delega tecnocratica, su arivista.org.
    «L'idea che accomuna le diverse tipologie di tecnocrazia è che la vita individuale e collettiva deve essere (etero)gestita da esperti, competenti nella varie scienze e tecniche, considerati i soli in grado di implementare “la” soluzione “migliore”.»
  117. ^ Economia del dono è stata una locuzione di passaggio per sostenere che fosse possibile superare il capitalismo a sinistra, nella voga del capitalismo senza proprietà proposta dai guru della sharing economy, su arivista.org.
  118. ^ Incontro con Beatrice Bonato della Società Filosofica Italiana, su vicinolontano.it.
    «l’idea di un soggetto costantemente impegnato a misurare le proprie prestazioni – come nel movimento del Quantified Self – può apparire mostruosa, altri potranno cogliervi l’occasione per sperimentare una nuova soggettività e una nuova umanità. Difficile non coglierne però il risvolto di dominio che tali pratiche portano con sé.»
  119. ^ Riportiamo qua le Istruzioni per l’uso contenute nel manuale, su carmillaonline.com.
  120. ^ Giuliano Milani, Difendersi con la tecnologia (JPG), su meltemieditore.it, Internazionale.
    «un'opera critica che non si limita a descrivere il presente, ma cerca di indirizzare il cambiamento»
  121. ^ Culture Radicali
  122. ^ B. Vecchi, Una politica affermativa capace di leggere e decifrare la realtà (PDF), su meltemieditore.it.
    «In questo testo si spazia dalla network culture ai nuovi femminismi, al ruolo della scienza, alle forme di governance neoliberiste sperimentate nella grande trasformazione.»
  123. ^ Ippolita, Prefazione a Materialismo Radicale.
    «Il movimento femminista, transfemminista e queer ha il compito cruciale di interrogarsi sulla tecnologie»
  124. ^ Teresa Numerico, Benedetto Vecchi, L’indispensabile scarto dalla norma (PDF), su centroriformastato.it.
    «L'intervista. Parla il filosofo Bernard Stiegler che ha presentato «La società automatica» a VillaMedici. Per lo studioso, contro il fascismo elettronico incarnato da Trump e simili, è necessariode-automatizzare la società. «Se tutta la vita diventa oggetto di calcolo, se tutto è misurato, prima o poi non ci sarà nulla che produce innovazione.»
  125. ^ Ippolita, Postfazione di La società Automatica.
    «Come vivere nella società automatica?»
  126. ^ visiting Culture Digitali 2019 (JPG), su ippolita.net.
  127. ^ visiting Culture Digitali 2020 (JPG), su ippolita.net.
  128. ^ 2020 Parte il Corso di Sociologia dei Processi Culturali in Naba, su ippolita.net.
  129. ^ Corso di laurea in Media Design e Arti Multimediali, su naba.it.
  130. ^ Per tutte le attività di docenza, i laboratori e le conferenze si veda la sezione Attività del sito dell'autore, su ippolita.net.
  131. ^ Docenti e curatori, su amfav.arsacademy.com.
  132. ^ Gamificazione tra corpo analogico e corpo digitale, su nextfest2019-milano.wired.it.
  133. ^ Educazione, politica, economia, in tutti i settori vengono applicati schemi di gioco competitivi. L'obiettivo? Aumentare prestazioni e produttività. E premiare l'omologazione., su arivista.org.
  134. ^ Delega tecnica come delega sociale, su journal.cittadellarte.it.
    «Le tecnologie digitali più diffuse agiscono come meccanismi di delega dei nostri desideri e delle capacità cognitive umane a procedure algoritmiche orientate al profitto e operate da macchine.»
  135. ^ V.I.T.R.I.O.L. Percorsi formativi per un HACKING DEL SÉ, su ippolita.net.
  136. ^ Dal free software all'hacking del sé (JPG), su ippolita.net.
  137. ^ Elvira Federici, Parzialità, contingenza e fallibilità dei soggetti nomadi, in Leggendaria, n. 141-142.
    «Alle tecnologie del dominio, alla tecnica come fine, al «transumanismo, primo cugino dell’ideologia anarcocapitalista» e al biopotere, che opera la capitalizzazione della materia vivente e della sua potenza informativa, possiamo contrapporre «un lavoro di hacking di sé» che, attraverso una disidentificazione, ponga al centro non l’identità ma la relazione e l’interdipendenza, imparando ad abitare le soglie: umano/non-umano/tecnologico come confini negoziabili, mentre l’incombere della catastrofe dell’Antropocene, il dover pensare all’estinzione, rischia di ricomporre un noi costruito sulla paura, che esclude e accentua le separazioni socio/economiche tra umane/i e tra umane/i e non-umani.»
  138. ^ Ivana Margarese, Culture radicali. Indialogo con il gruppo Ippolita, su vocidallisola.it.
    «Culture Radicali ci dice che si può essere intransigenti e tese verso la radice dei problemi, ma al contempo plurali, capaci di un pensiero esteso e anti identitario. Meltemi nel 2019 aveva già rilanciato la casa editrice con alcune nuove collane dedicate alla scienze sociali. Come gruppo Ippolita volevamo provare a fare attivismo culturale in ambito editoriale, abbiamo fatto una scommessa e ha funzionato.»

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