Il bottone di Puškin

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Il bottone di Puškin
AutoreSerena Vitale
1ª ed. originale1995
Generesaggio
Sottogenerebiografico
Lingua originaleitaliano

Il bottone di Puškin è un romanzo biografico, opera di esordio nella narrativa della scrittrice e slavista Serena Vitale. Pubblicato nel 1995, costituisce una puntuale ricostruzione delle cause che portarono alla morte di Puškin, battutosi in duello con il cognato Georges d'Anthès.

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Il libro si è aggiudicato il Premio Letterario Basilicata[1], il Premio Viareggio Rèpaci[2] e il Premio Comisso per la Biografia[3] nel 1995 e nel 1996 ha vinto il Premio Giuria, nell'ambito del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice, Premio giuria per Il bottone di Puškin[4].

L'opera è stata tradotta in ebraico[5], inglese[6], polacco[7], russo[8] e ceco[9].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il libro è una minuziosa ricostruzione, a partire dalla morte in seguito a un duello del poeta Puškin, di tutte le circostanze che portarono alla contesa, fino alla rilettura di documenti emersi circa centocinquant'anni dopo gli eventi del gennaio 1837. Una serie di dispacci inviati dagli ambasciatori accreditati presso la Corte di San Pietroburgo si riversò in tutta Europa, giacché la scomparsa del poeta causò non pochi tumulti nell'intera Russia. Inoltre l'avversario del poeta era il giovane francese Georges d'Antès, di recente adottato dall'ambasciatore d'Olanda, che diede le dimissioni dal proprio incarico, attendendo le decisioni dello Zar Nicola I, il quale non tardò a espellere d'Anthès dai suoi domini.

All'epoca i duelli in Russia erano estremamente rari e puniti dall'autorità con la morte. Questo destino fu risparmiato a d'Anthès, ufficiale della Guardia Imperiale Russa (e perciò passibile delle sanzioni previste; ugualmente fu graziato K. K. Danzas, padrino del poeta. Ma la vicenda era destinata a una lunga storia futura.

Giunto a Pietroburgo, d'Anthès si invaghì di Natal'ja Nikolaevna, la bellissima moglie di Puškin, suscitando la terribile gelosia del poeta. Per far fronte allo scandalo, d'Anthès prese in moglie la sorella maggiore di Natal'ja, Ekaterina, per legittimare la sua presenza in casa dei Puškin, ma la cosa, iniziata con l'invio di lettere anonime molto offensive, era andata troppo oltre. Puškin fece quanto possibile per provocare l'avversario e riuscì ad ottenere la sfida mortale, da lui tanto cercata. Con la sua morte, la moglie si trovò vedova a ventiquattro anni e con quattro bambini piccoli: comprese soprattutto che a lei veniva attribuita la responsabilità della sventura. Ma non è dato sapere se la donna fosse veramente stata infedele al marito.

Tra le innumerevoli testimonianze esaminate da Serena Vitale, spicca la mancanza di documenti affidabili sulla moglie di Puškin. Scrive in proposito Vitale:

«...sono testimonianze inattendibili, memorie sfuocate dal rancore postumo. [...] Ogni tentativo di catturare la sua viva voce si infrange contro una felpata barriera di silenzio. Le sue lettere a Puskin sono scomparse, non sappiamo neanche quante fossero. Forse le distrusse lei stessa...[10]»

Tale cancellazione fa quasi inevitabilmente pensare a una colpa di Natalie e questa ombra si allunga molto oltre il periodo zarista. In quanto "padre" della letteratura russa, Puškin ha rappresentato anche per l'Unione Sovietica la vittima preannunciata del regime e del potere che, con d'Anthès più o meno consapevole, è arrivato a colpire il poeta, elevato a eroe della libertà e antenato della grande Rivoluzione russa.

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Regnanti al tempo della vicenda
famiglie Puškin e Gončarov
Famiglia d'Anthès-van Heeckeren
Autori di memoriali e testimonianze

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Albo d'oro premio Basilicata, su premioletterariobasilicata.it. URL consultato il 27 marzo 2019.
  2. ^ Premio Viareggio Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  3. ^ Archivio Premio Giovanni Comisso, su premiocomisso.it. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  4. ^ Le vincitrici dal 1985 ad oggi, su lalettricecontrocorrente.it. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  5. ^ (EN) Hakaftor shel pushkin, su worldcat.org. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  6. ^ (EN) Pushkin's button, su worldcat.org. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  7. ^ (EN) Guzik Puszkina, su worldcat.org. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  8. ^ (EN) Dantesa : Pugovit︠s︡a Pushkina, su worldcat.org. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  9. ^ (EN) Puškinův knoflík, su worldcat.org. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  10. ^ Cfr.: Il bottone di Puškin, cap 4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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