Henjō

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Sōjō Henjō by Kanō Tan'yū, 1648

Yoshimine no Munesada (良岑宗貞), meglio conosciuto come Henjō (遍昭 o 遍照, 816 – 12 febbraio 890), è stato un poeta waka e sacerdote buddista giapponese. Nell'antologia poetica Kokin Wakashū, è elencato come uno dei sei notevoli poeti waka e uno dei trentasei immortali della poesia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Munesada era l'ottavo figlio del Dainagon Yoshimine no Yasuyo (良岑安世), figlio dell'imperatore Kanmu, relegato alla vita civile[1]. Iniziò la sua carriera come cortigiano e in seguito fu nominato kurōdo dell'imperatore Ninmyō. Nell'849 fu elevato a Capo del Kurōdo (蔵人頭, Kurōdo no Tō). Dopo la morte dell'imperatore Nimmyō nell'850, Munesada, a causa del suo dolore, divenne monaco, prendendo il nome religioso Henjō (letteralmente "Universalmente illuminato"). Era un prete della scuola Tendai.

Nell'877 Munesada fondò Gangyō-ji (元慶寺) a Yamashina, nella parte sud-est di Kyoto, ma continuò ad essere attivo nella politica di corte[2]. Nell'869 gli fu dato un altro tempio, Urin-in o Unrin-in (雲林院), nel nord di Kyoto e gestiva entrambi i templi. Nell'885 fu classificato sommo sacerdote e fu chiamato Kazan Sōjō (花山僧正).

Si diceva che avesse avuto una storia d'amore con la famosa poeta Ono no Komachi.

Trentacinque dei suoi waka furono inclusi in antologie imperiali tra cui Kokin Wakashū. La prefazione a Ki no Tsurayuki lo criticava: "sa costruire il waka, ma c'è meno emozione reale. È come quando vedi la foto di una donna e ti commuove il cuore".

Anche suo figlio, Sosei, era un poeta waka e un monaco.

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Henjō era famoso per la seguente poesia presente nell'Hyakunin Isshu:

天つ風雲の通ひ路吹き閉ぢよ

をとめの姿しばしとどめむ

ama tsu kaze kumo no kayoiji fuki-toji yo

otome no sugata shibashi todomen

(Brezze del Paradiso, soffiate per chiudere il sentiero tra le nuvole per impedire ancora un po' a questi danzatori celesti di tornare a casa[3])

(Kokin Wakashū 17:872)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Richard Bowring, The Religious Traditions of Japan 500-1600, 2005, p. 164.
    «Henjō, being himself the grandson of Kanmu Tenno, was another frequenter of the court, famous as a waka poet; but much of his time from 876 onwards was devoted to the establishment of the Gangyō-ji near the capital.»
  2. ^ Mikael S. Adolphson, Edward Kamens e Stacie Matsumoto, Heian Japan: Centers and Peripheries, 2007, pp. 217–18.
    «'not disassociate himself' or his temple Gangyōji, founded in the 860s in the hills just east of Kyoto, from the court, but rather... [o]ne of Kōkō's supporters was the aforementioned Tendai monk Henjō, who was given an opportunity to disrupt Fujiwara ... post (sōjō) within the Office of Monastic Affairs in 886 and allowed rare privileges and influence at the imperial court.»
  3. ^ Teika Fujiwara, One Hundred Poets, One Poem Each: A Treasury of Classical Japanese Verse, traduzione di Peter MacMillan, Penguin UK, 2018, ISBN 9780141395944.

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Controllo di autoritàVIAF (EN114290824 · ISNI (EN0000 0000 8317 5922 · Europeana agent/base/73163 · LCCN (ENnr95025175 · GND (DE1089686056 · NDL (ENJA00269640